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Settori dove l’intelligenza artificiale è più utilizzata




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Nel dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale (AI), la generativa – a partire dal lancio di ChatGPT – ha catalizzato l’attenzione pubblica. Tuttavia, i dati raccolti da Confindustria nel report pubblicato il 19 giugno 2025 raccontano una realtà molto più sfaccettata.


Solo il 18,3% dei casi d’uso segnalati riguarda funzioni di AI generativa, mentre il restante 81,7% mostra una varietà di applicazioni “invisibili” ma già operative e trasformative. Questo significa che l’AI non è una moda passeggera o uno strumento destinato unicamente alla produzione di testi, ma un’infrastruttura tecnologica che sta silenziosamente cambiando i mestieri, i ruoli e le competenze in ogni settore economico.

Vediamo, allora, dove l’IA è più utilizzata e in che modo sta ridefinendo il lavoro.

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Sanità e scienze della vita: il medico supportato dall’intelligenza artificiale

Il settore sanitario è uno dei principali beneficiari dell’adozione dell’AI, con un impatto potenzialmente rivoluzionario su pratiche, diagnosi e interazioni medico-paziente. Le soluzioni adottate spaziano dall’automazione della documentazione clinica (speech-to-text per referti) all’analisi avanzata delle immagini diagnostiche, che oggi consente di individuare anomalie non immediatamente visibili a occhio nudo.

Inoltre, i sistemi di supporto alle decisioni cliniche, capaci di analizzare milioni di dati da cartelle cliniche e letteratura scientifica, permettono una medicina più personalizzata e predittiva. Il lavoro del personale medico, così, si sta spostando dal “fare tutto” al “supervisionare, validare, e decidere con supporto”. Più tempo per la relazione col paziente, meno ore su scartoffie.

L’intelligenza artificiale non sostituisce il medico, ma ne potenzia l’efficacia: si riducono gli errori, si accelera il tempo diagnostico, si migliora la medicina preventiva. In parallelo, cresce la necessità di nuove competenze digitali per il personale sanitario e di nuove figure come il “data health analyst” o il “bioinformatico clinico”.

Manifatturiero: come sta cambiando la produzione

Nel settore manifatturiero, l’AI ta trasformando radicalmente la fabbrica. Non si parla più soltanto di robotica, ma di sistemi intelligenti capaci di imparare e prevedere. Il caso più emblematico è quello della manutenzione predittiva: invece di intervenire a guasto avvenuto, le macchine comunicano in tempo reale i propri “segnali di stress” e vengono manutenute preventivamente, risparmiando costi e tempi.

Altro esempio potente è l’uso dei digital twin, gemelli digitali degli impianti o dei singoli macchinari che simulano performance e condizioni operative, ottimizzando consumi e processi. Questi strumenti cambiano il lavoro degli ingegneri e dei tecnici: meno operazioni manuali, più gestione da remoto, analisi dati e simulazioni.

A cambiare è anche la logistica interna, grazie alla computer vision e ai robot mobili autonomi. Anche qui, nuove professionalità emergono: dal tecnico di visione artificiale al programmatore di robot industriali, passando per i data scientist specializzati in supply chain.

Mobilità sostenibile, algoritmi al volante

Nella mobilità, l’AI ha un doppio effetto: da un lato migliora l’efficienza e la sostenibilità dei trasporti, dall’altro riscrive il modo in cui le aziende operano e i lavoratori gestiscono i mezzi.

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I digital twin sono usati per monitorare flotte e infrastrutture in tempo reale, mentre la manutenzione predittiva riduce i guasti e ottimizza l’uso dei veicoli. L’analisi avanzata dei dati consente una programmazione dei percorsi che riduce del 25% i chilometri percorsi, diminuendo emissioni, costi e stress per conducenti e manutentori.

Cambia quindi anche il lavoro degli operatori della mobilità: dai meccanici tradizionali si passa agli analisti di performance, dai dispatcher si arriva ai pianificatori algoritmici. Il focus non è più solo sulla riparazione, ma sulla previsione.

Pubblica amministrazione: la macchina si fa più snella (e digitale)

Anche nella pubblica amministrazione l’IA sta trasformando ruoli e funzioni.

L’IA abilita anche nuovi modelli di interazione con il cittadino: interfacce in linguaggio naturale permettono un accesso più immediato ai servizi pubblici, mentre strumenti di simulazione aiutano a valutare l’impatto delle politiche urbane prima di applicarle.

Per i dipendenti pubblici, tutto questo significa nuove sfide e formazione continua. Ma anche la possibilità di svolgere lavori più qualificati e meno ripetitivi.

Turismo: dal dynamic pricing alla personalizzazione dei viaggi

Nel turismo, l’IA agisce su due fronti: ottimizzazione dei flussi e miglioramento dell’esperienza. Sistemi di dynamic pricing calcolano in tempo reale il prezzo ottimale delle camere d’albergo, mentre modelli predittivi aiutano a distribuire meglio i flussi turistici, riducendo l’affollamento nelle mete più popolari.

L’analisi dei dati geolocalizzati e delle abitudini dei visitatori consente campagne di marketing personalizzate, mentre chatbot e AI generativa supportano la gestione delle prenotazioni e delle recensioni. Il risultato? Un’esperienza cliente più fluida, e un lavoro più strategico per gli operatori turistici, che diventano data analyst, content designer, e manager di esperienze personalizzate.

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Come il lavoro che cambia

Il report Confindustria ci restituisce un’immagine chiara: l’intelligenza artificiale non è (ancora) protagonista assoluta, ma è già una presenza solida e trasversale. Più di un quarto dei casi d’uso è applicabile a più settori contemporaneamente: l’AI è un acceleratore di trasformazioni, e il suo impatto sul lavoro sarà profondo.

Cosa cambia davvero? Cambiano le competenze richieste: le mansioni routinarie tendono a essere automatizzate, mentre cresce la domanda di skill digitali, analitiche e creative. Cambiano anche le professioni: nascono nuovi ruoli (come l’AI trainer, il prompt engineer, il data ethicist), mentre figure tradizionali si aggiornano (l’operaio diventa operatore di robot, l’archivista diventa data curator).





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