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I leader Ue firmano aumento spese per difesa: velocità su ReArm e roadmap al 2030


Aumentare la spesa in difesa, progredire rapidamente con gli strumenti predisposti dalla Commissione europea all’interno del piano Rearm Europe, presentare ad ottobre una tabella di marcia con le prossime tappe per raggiungere gli obiettivi di prontezza al 2030. E’ quanto mettono nero su bianco i capi di Stato o di governo nel capitolo dedicato alla difesa delle conclusioni del Consiglio europeo in corso.

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I Ventisette ribadiscono che “l’Europa deve diventare più sovrana, più responsabile della propria difesa e meglio attrezzata per agire” in particolare perché la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e le sue ripercussioni sulla sicurezza europea e globale “in un contesto in evoluzione sono una sfida esistenziale” per l’Ue. Ed è, dunque, “per conseguire l’obiettivo di rafforzare in modo decisivo la prontezza difensiva dell’Europa entro i prossimi cinque anni” che i leader hanno affrontato il tema oggi a Bruxelles, a poche ore di distanza dal Summit Nato all’Aia, nei Paesi Bassi, che ha stabilito l’innalzamento della spesa al 5% del Pil entro il 2035.

Come primo elemento, nelle conclusioni i leader sottolineano “la necessità di continuare ad aumentare sostanzialmente la spesa per la difesa e la sicurezza dell’Europa e di investire meglio insieme, prendendo atto anche dell’impegno assunto al vertice Nato del giugno 2025 dagli Stati” alleati. Qui, il punto di partenza è che “un’Unione europea più forte e più capace nel campo della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla Nato“, che resta “il fondamento” della difesa collettiva dei Paesi che ne fanno parte. Spendere di più, però, come ha più volte sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è importante quanto la modalità di investimento. E qui “il Consiglio europeo invita gli Stati membri a coordinare tra loro l’attuazione dei pertinenti impegni“.

Su questo sfondo, quindi, c’è apprezzamento per l’azione di Palazzo Berlaymont di questi mesi. I leader accolgono “con favore” l’adozione del regolamento che istituisce l’azione per la sicurezza in Europa (Safe) – per prestiti fino a 150 miliardi di euro raccolti sui mercati finanziari – e l’imminente attivazione delle clausole di salvaguardia nazionali nell’ambito del Patto di stabilità e crescita che permetterà una spesa aggiuntiva dell’1,5% del Pil in difesa per 4 anni. E ora chiedono al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Ue – dunque ai ministri competenti – “di esaminare velocemente, ai fini di un rapido accordo, la proposta relativa all’incentivazione degli investimenti nel settore della difesa nel bilancio dell’Ue e di portare avanti i lavori” nel contesto della revisione intermedia della Politica di Coesione che permette di destinare, su base volontaria, parte dei finanziamenti alle sfide in materia di difesa e sicurezza. In più, i Ventisette ricordano “l’importanza di mobilitare finanziamenti privati ​​per l’industria della difesa” e plaudono agli “sforzi compiuti dalla Banca europea per gli investimenti in tal senso”, chiedendo che vengano portati avanti “per adattare le pratiche di prestito” della Bei all’industria della difesa, in particolare continuando a rivalutare l’elenco delle attività escluse e aumentando il volume dei finanziamenti disponibili nel settore.

Il Consiglio europeo segue la Commissione europea anche sull’importanza – “considerata l’urgenza di rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa” nell’Ue e perché l’Unione “sia ​​in grado di produrre e fornire meglio i materiali nelle quantità e al ritmo accelerato necessari” – dell’aggregazione della domanda, dell’armonizzazione dei requisiti, della standardizzazione e degli appalti congiunti, del corretto funzionamento e dell’ulteriore integrazione del mercato europeo della difesa in tutta l’Unione.

In più, incoraggia “ulteriori lavori per consentire all’industria europea della difesa, comprese le Pmi e le imprese a media capitalizzazione, di incrementare la produzione” ed esorta i colegislatori – Parlamento e Consiglio Ue – a “concludere rapidamente i negoziati” sulla proposta relativa al programma europeo per l’industria della difesa (Edip) e sulle proposte relative al pacchetto Omnibus per la semplificazione nel settore. Infine, i leader dei Ventisette affidano anche dei compiti a Commissione a Alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas: chiedono loro di “presentare ulteriori proposte per rafforzare la mobilità militare, consentendo così lo spostamento efficiente di personale e materiali di difesa in tutta l’Unione” e a presentare ad ottobre “una tabella di marcia sulle prossime tappe nell’attuazione dell’obiettivo di prontezza in materia di difesa.

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