Riduzione degli oneri burocratici, più tutele per le piccole e medie imprese e certezza normativa: l’Unione Europea accelera sulla semplificazione del CBAM, il meccanismo per proteggere il mercato europeo dalle importazioni ad alta intensità di carbonio. Prosegue dunque la strada della semplificazione o, a seconda dei punti di vista, della deregolamentazione. Questa volta a essere interessato dal “nuovo” corso dell’UE è il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), uno strumento chiave della politica climatica europea pensato per evitare la “fuga del carbonio” e garantire concorrenza leale tra imprese europee e produttori esteri.
La nuova intesa, parte del pacchetto legislativo “Omnibus I”, punta a semplificare gli obblighi normativi e ridurre i costi di conformità, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI), senza compromettere gli obiettivi climatici dell’Unione. Dopo l’accordo provvisorio degli scorsi giorni tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea, il testo dovrà ora essere formalmente. L’adozione definitiva del nuovo regolamento sul CBAM è attesa entro settembre 2025.
A essere interessati dal CBAM sono in particolare alcuni settori industriali – tra cui acciaio, cemento, fertilizzanti e altri beni ad alta intensità di emissioni. “La semplificazione è una priorità per la presidenza polacca del Consiglio UE. Questo accordo rappresenta un passo concreto per ridurre la burocrazia e rilanciare la competitività europea”, ha dichiarato Adam Szłapka, ministro per l’Unione Europea della Polonia, che fino al 30 giugno sarà presidente di turno.
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CBAM semplificato: cosa cambia per le imprese
Il cuore della riforma è l’introduzione di una nuova soglia “de minimis”: gli importatori che acquistano fino a 50 tonnellate di merci CBAM all’anno saranno esentati dagli obblighi previsti dal regolamento. La misura è pensata per alleggerire il carico burocratico di PMI e cittadini che commerciano in piccole quantità, sostituendo la precedente esenzione, molto più limitata, basata sul valore economico delle merci.
Oltre all’esenzione per le piccole importazioni, il nuovo CBAM semplificato include:
- una procedura di autorizzazione più snella per gli importatori;
- regole semplificate per la raccolta dati e il calcolo delle emissioni incorporate;
- linee guida più chiare per la verifica delle emissioni;
- possibilità di ottenere riconoscimento dei prezzi del carbonio già pagati nei Paesi terzi;
- norme più trasparenti su responsabilità finanziarie e sanzioni.
Importante anche la previsione transitoria per il 2026: durante il periodo iniziale di attuazione, gli importatori potranno continuare le proprie attività mentre attendono la registrazione CBAM, evitando blocchi o interruzioni commerciali.
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Il meccanismo CBAM è l’ultimo tassello del mosaico della semplificazione UE
Come ripetiamo da tempo, la direzione presa dall’Unione Europea su direttive e regolamenti a tema ambientale dalle elezioni del giugno 2024 – e in realtà già nell’ultima fase del precedente mandato della Commissione Ue, guidata ieri come oggi dalla tedesca Ursula von der Leyen – è di alleggerire le indicazioni normative e lasciare ampio spazio alla discrezionalità delle imprese.
In particolare l’accordo sul meccanismo CBAM è il primo risultato concreto delle richieste avanzate dal Consiglio Europeo nell’ottobre 2024 e riprese nella Dichiarazione di Budapest del novembre successivo, che invoca una vera e propria “rivoluzione della semplificazione normativa” a favore della competitività europea, soprattutto per le piccole imprese.
Nel febbraio 2025 la Commissione Europea ha risposto con due pacchetti “Omnibus”, tra cui il presente intervento sul CBAM, mirati a semplificare la legislazione UE in materia di sostenibilità e investimenti. E ora non solo l’adozione entro settembre si avvicina ma con essa anche l’esenzione per il nuovo anno. Un segnale, l’ennesimo, che delle ambizioni ambientali dell’Unione Europea restano le briciole che sanno di pragmatismo, di compromesso e di accondiscendenza verso “l’aria che tira”.
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