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“La nostra Food Valley è il cuore del Paese”


Alessio Mammi, assessore all’Agroalimentare dell’Emilia-Romagna, il contesto geopolitico internazionale, dai dazi ai conflitti, come si riflette sul tessuto della regione?

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“Da oltre tre anni l’aggressione della Russia all’Ucraina continua a mietere vittime e a mettere in difficoltà le imprese. Lo spettro dei dazi americani prima annunciati, poi sospesi, ora nuovamente riproposti, colpisce le nostre economie, generando un clima di incertezza che fa male soprattutto all’export. Allo stesso tempo, la crisi climatica e quella ambientale non si fermano, ma anzi accelerano con le conseguenze che abbiamo purtroppo conosciuto e stiamo vivendo. È chiaro che tale contesto tende a perturbare l’economia di una regione”.

Qualche dato?

“Nei primi tre mesi del 2025 le imprese hanno esportato beni per 20,7 miliardi di euro, il 12,9% dell’export nazionale (160,1 miliardi, ndr). In particolare, le vendite di prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (462,6 milioni di euro) sono risultate in crescita del 25,1% rispetto all’anno precedente. Siamo tenuti a tutelare questo patrimonio”.

Il Governo e la politica cosa possono fare per il settore?

“Pensare di affrontare da soli come sistema Paese le sfide globali è sbagliato. Lo ha ribadito Mario Draghi nelle scorse settimane: l’Europa deve completare il mercato unico, accelerare sull’unione della difesa, varare un piano di investimenti da 800 miliardi o l’anno, e diventare finalmente una Federazione di Stati. In queste settimane sta entrando nel vivo il dibattito sul bilancio che guiderà le politiche dell’Ue nel periodo 2028-2035. Con la scusa della flessibilità, si rischia di trasformare i due portafogli della Politica Agricola Comune e dei fondi di Coesione in un bancomat da utilizzare alla bisogna per altre esigenze. Come Regione ci opponiamo fermamente: questa riforma rischia di allontanare la Ue dai territori e di penalizzare le zone più svantaggiate, le aree rurali e la stessa agricoltura. Ho già chiesto al Commissario europeo all’agricoltura, Christophe Hansen, di prevedere un pacchetto di almeno un miliardo di risorse a livello europeo per la promo valorizzazione dei prodotti Dop e Igp di tutti gli Stati membri”.

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Qual è il significato di marchi come questi oggi?

“L’Emilia-Romagna è il cuore agroalimentare del Paese. La Food Valley con le sue 44 produzioni Dop e Igp vale di 3,6 miliardi alla produzione su 8,5 miliardi a livello nazionale e il comparto agro-alimentare della nostra regione vale nel suo complesso vale 34 miliardi, di cui quasi 10 miliardi esportati. Le Dop e le Igp contribuiscono a rafforzare il reddito degli agricoltori e delle imprese, e nel nostro territorio servono a tenere insieme le comunità anche in luoghi dove è più difficile fare impresa e investire. Pensate al nostro Appennino, e al valore economico, sociale e di cura del territorio che crea la nostra Dop più illustre: il Parmigiano Reggiano”.

Come influiranno l’intelligenza artificiale e l’uso dei big data sull’agricoltura regionale?

“In agricoltura la tecnologia gioca un ruolo fondamentale soprattutto per il contrasto agli effetti del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. L’agricoltura è tra i settori più colpiti come abbiamo potuto vedere in questi anni caratterizzati da alluvioni, gelate tardive, siccità, fitopatie. Attraverso il nuovo Piano di Sviluppo Rurale nei prossimi 5 anni investiremo quasi un miliardo per le produzioni del nostro territorio, a favore delle imprese agricole e di quelle agroalimentari, e il 5% di queste risorse verrà investito in ricerca e innovazione. Sono importanti gli interventi sul lungo periodo, come il centro meteo collegato al super computer Leonardo al Tecnopolo di Bologna e alla sede dell’università Onu del Bolognese, che si occuperà anche dello studio dei cambiamenti climatici. È chiaro però che servono interventi nazionali, decisi e coordinati dal Governo in ambito economico e di politiche pubbliche”.

Droni, sistemi antibrina, lotta fitosanitaria mirata hanno fatto entrare sempre più la tecnologia in agricoltura, ma cosa manca ancora per vincere la sfida climatica?

“Lo scorso anno abbiamo presentato il progetto Frutteti Resilienti, per installare impianti produttivi frutticoli con due tipologie di dotazioni per l’adattamento ai cambiamenti climatici. La dotazione finanziaria complessiva è pari a oltre 70 milioni di euro, con un’intensità di aiuto fino al 60%. A un anno di distanza con la chiusura del primo bando siamo in grado di attivare più di 620 ettari di nuovi frutteti. Il bando regionale ha visto l’adesione di ben 164 imprese agricole, che hanno investito per innovare e mettere in sicurezza le proprie produzioni. Le domande arrivate hanno superato le risorse disponibili, e stanno generando investimenti per 43 milioni di euro a fronte di una dotazione finanziaria di 26 milioni, a dimostrazione del forte interesse del settore per il progetto. Stiamo investendo in un’agricoltura più resiliente, per affrontare le sfide poste dal clima e dal mercato: è in questa direzione che l’Emilia-Romagna continua a costruire il futuro dell’agricoltura, con impegni concreti e una visione di lungo periodo”.

Quale dovrebbe essere l’azione dell’Europa?

“L’agricoltura europea ha fatto enormi passi in avanti dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della qualità nelle produzioni”.

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