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ecco la nuova puntata del podcast greenreport


«Con le sole rinnovabili non avremo mai l’energia che ci serve e quello che è successo in Spagna dimostra che non sono stabili». Maurizio Izzo apre la nuova puntata del podcast di greenreport citando «uno dei tormentoni può cari agli amanti dell’energie fossili e ai nuovi nucleari». A loro, prosegue il direttore responsabile del nostro giornale, non farà piacere quello che Terna ha appena comunicato: a maggio ben oltre la metà del fabbisogno elettrico è stato soddisfatto dalle energie rinnovabili. Il 55,9%, per l’esattezza. Non solo. Le rinnovabili in diverse ore hanno coperto oltre il 100% della domanda senza alcun problema di stabilità sulla rete elettrica. Ovviamente, prosegue Izzo si dirà che il 55,9% non è il 100%, che serve altro. Vero, è la risposta del direttore responsabile. Come è vero che l’Italia registra un forte ritardo su questo fronte: con le installazioni degli ultimi quattro anni il Paese ha raggiunto appena il 24,1% dell’obiettivo richiesto.

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E la Spagna, in tutto questo? Il Paese che più di altri ha puntato sulle rinnovabili, il 28 aprile è rimasto al buio. I soliti lobbisti dei combustibili fossili e del nucleare sono partiti all’attacco contro eolico e solare. «Ci è voluto un po’ di tempo», spiega Izzo, ma ora la ministra per la transizione ecologica Aagesen ha presentato le conclusioni del Comitato incaricato di indagare sulle cause di quanto avvenuto: il fotovoltaico non hanno avuto alcun ruolo nel collasso della rete elettrica, che è stato invece il risultato di una pianificazione sbagliata, della mancanza di lungimiranza da parte di chi ne aveva la responsabilità e di palesi errori nella gestione della tensione. Sono stati forniti molti dettagli tecnici. «Noi – chiosa Izzo – ci limitiamo a godere dello scivolone dei lobbisti fossili e nucleari».

Segnalazione successiva, per questa nuova puntata del podcast di greenreport: «Di fronte agli scenari di guerra a cui assistiamo – dice il direttore responsabile del nostro giornale – è chiaro che il pensiero va alle vittime, e a quelle civili in particolare, ai bambini soprattutto. Ma è incredibile come in tutto questo non ci sia quasi mai un pensiero agli effetti ambientali che le guerre e le distruzioni arrecano e non solo ai paesi interessati». La citazione è per l’editoriale di Erasmo D’Angelis, che ha scritto: «Quante emissioni di gas serra emettono invasioni, guerre e conflitti armati? Nessuno lo sa. Sono da sempre segreti militari, dati esclusi rigorosamente dagli accordi globali sul Clima, non indicati nelle annuali Conferenze delle Parti dell’Onu. Sono off limits, top secret – ha scritto il nostro direttore editoriale – eppure sono enormi le quantità di emissioni killer che salgono in atmosfera. I trattati internazionali sul clima, a partire dal “Protocollo di Kyoto” del 1997, li hanno esclusi esplicitamente dalle contabilità ufficiali delle emissioni di gas serra per “ragioni di sicurezza nazionale”, sottoscritte da 192 Paesi».

L’ultima segnalazione del podcast è per «il gran finale (provvisorio) della serie sul Ponte sullo Stretto». Sempre D’Angelis, ricorda Izzo, ha ripercorso per intero la storia di questo progetto che tanto ha affascinato ma che mai ha visto la luce. Che dai tempi degli antichi romani è tornato di moda di tanto in tanto, fino a oggi, quando per l’opera è stata preventivata una spesa nell’ordine di 15 miliardi di euro. La domanda sempre la stessa: è davvero quella la spesa più utile e necessaria? Ecco perché anche il nostro finale è provvisorio, conclude Izzo. Toccherà aspettare per vedere se si può mettere la parola fine a questa leggendaria storia.





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