Nei primi tre mesi del 2025 il totale delle imprese di telecomunicazione a partecipazione straniera in Cina ha toccato un nuovo record, superando quota 2.400, con un incremento del 26,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E cominciano a prendere forma i primi progetti delle aziende straniere che hanno partecipato al programma pilota che ha rimosso il limite del 50% alla partecipazione estera in alcune attività di telecomunicazione a valore aggiunto, consentendo fino al 100% di capitale straniero.
L’apertura alle imprese straniere nel settore delle telecomunicazioni cinesi
Annunciato dal Ministero dell’Industria e delle Tecnologie dell’Informazione (MIIT) ad aprile 2024 e ufficialmente avviato a fine ottobre, il programma pilota di apertura del settore delle telecomunicazioni ha l’obiettivo di attrarre maggiori investimenti e know-how dall’estero per potenziare l’ecosistema digitale nazionale.
In particolare, nella visione di Pechino le nuove iniziative straniere contribuiranno a sostenere settori emergenti come l’intelligenza artificiale, il cloud e i big data, rafforzando le infrastrutture digitali del Paese. Si tratta di un cambiamento significativo nell’atteggiamento verso gli investimenti esteri nel tech, dettato dalla rivalità tecnologica con gli Stati Uniti e dalla consapevolezza che un approccio di eccessiva chiusura relegherebbe il Paese ai margini dei nuovi scenari digitali globali.
Zone pilota e servizi interessati dalla liberalizzazione
Il programma pilota interessa per ora quattro hub: Pechino, Shanghai (nelle zone di Lin-Gang e Pudong), tutta la provincia di Hainan e Shenzhen. È qui che sono stati eliminati i vincoli di partecipazione societaria per investitori stranieri in cinque tipologie di servizi VATS (Value-Added Telecom Services):
- data center,
- Content Delivery Network,
- Fornitura di connettività Internet a utenti finali o aziende,
- Elaborazione e transazione dati online, compreso il commercio elettronico,
- Servizi di informazione via Internet, escludendo però espressamente ambiti sensibili come notizie ed editoria online, servizi audio-video in streaming e attività di cultura online.
Questi ambiti restano per ora completamente chiusi agli operatori esteri.
Requisiti normativi e autorizzazioni ministeriali per aderire al programma pilota
Le aziende che intendono aderire al programma devono costituire una società a partecipazione straniera registrata in una delle aree pilota e collocarvi le relative infrastrutture di servizio. Per operare c’è bisogno di una specifica autorizzazione del Ministero dell’Industria e delle Tecnologie dell’Informazione, che mantiene la facoltà di sospendere o terminare anticipatamente il programma se emergessero violazioni, rischi o problematiche di cybersecurity.
Prime approvazioni e progetti delle multinazionali nel mercato tlc cinese
In questi mesi il MIIT ha iniziato a concedere le prime approvazioni ufficiali. Secondo i dati comunicati dal governo, nel primo trimestre 2025 sono state rilasciate autorizzazioni pilota a 13 imprese a capitale estero nelle quattro regioni designate. Tra queste figurano nomi di spicco e progetti interessanti: Airbus, ad esempio, userà la licenza ottenuta per implementare un servizio di monitoraggio digitale della “salute” degli aeromobili in flotta, sfruttando i dati per effettuare anche manutenzione predittiva. Siemens intende potenziare la sua piattaforma digitale Xcelerator per industria, trasporti e costruzioni e soluzioni industriali AIoT in collaborazione con partner locali. Anche Tesla viene riportata dai media cinesi tra le aziende rientranti in questa prima fase di approvazioni anche se non vi sono ancora dettagli pubblici sul perimetro dei suoi servizi, che potrebbero riguardare connettività per veicoli o gestione dati di flotte.
Prospettive di estensione nazionale della riforma
Sul fronte governativo l’attuazione di questa apertura sembra per ora dare buoni esiti. Il MIIT, assieme alle amministrazioni locali, sta procedendo con le valutazioni periodiche e ha dichiarato di voler analizzare le best practice emerse per un’eventuale estensione geografica su scala più ampia. Se l’esperimento si confermerà positivo, il governo cinese potrebbe rimuovere a livello nazionale i restanti vincoli sugli investimenti esteri nei servizi a valore aggiunto. Questa prospettiva sta spingendo diverse big tech internazionali, che finora avevano operato solo tramite joint venture, a valutare nuovi progetti in un mercato che offre opportunità interessanti.
Dimensioni e potenziale del mercato tlc cinese
Grazie a una popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone, la Cina vanta oggi il più grande mercato di telecomunicazioni al mondo per numero di abbonati per la telefonia fissa, la banda larga e i servizi mobili. Gli investimenti in infrastrutture da parte del governo e delle principali società del settore stanno migliorando l’accesso alla rete con benefici anche in aree del Paese finora rimaste più isolate.
Il settore dei servizi infrastrutturali legati al cloud e all’AI
Il settore dei servizi infrastrutturali legati al cloud e all’AI è quello che potrebbe offrire le migliori occasioni. La Cina è il secondo mercato cloud al mondo, in espansione costante. Nel quarto trimestre del 2024 la spesa per i servizi di cloud infrastructure ha raggiunto 11,1 miliardi di dollari, con un aumento del 14% su base annua. I colossi locali – Alibaba Cloud, Huawei Cloud e Tencent Cloud – dominano il settore con circa il 70%, seguiti da Baidu AI Cloud e dagli operatori di telecomunicazione tradizionali come China Telecom.
Il boom dei data center in Cina
Anche il settore dei data center in Cina sta vivendo un boom, trainato dalla necessità di supportare la trasformazione digitale e le applicazioni AI. Ha chiuso il 2024 attorno ai 17 miliardi di dollari di valore ed è previsto in forte crescita, con alcune stime che prevedono un aumento fino a oltre 32 miliardi di dollari entro il 2030. Già alla fine del 2022 i provider di data center non appartenenti agli operatori statali avevano raggiunto per la prima volta il 51% del mercato. Segnale di un ecosistema più aperto a investimenti privati, compresi fondi esteri specializzati in infrastrutture digitali.
Opportunità strategiche per gli operatori internazionali
Per le aziende straniere il mercato cinese finora è stato accessibile solo tramite partner locali, ma con il nuovo programma di apertura questi attori potrebbero avere l’opportunità di ripensare la propria presenza costituendo società interamente controllate per gestire data center o offrire servizi cloud specifici all’interno delle zone pilota. Sebbene il controllo governativo sul settore sia ancora molto pervasivo e i player nazionali rimangano favoriti, esistono nicchie in cui la competenza e la lunga esperienza di operatori globali potrà fare la differenza e rafforzare l’intero settore delle telecomunicazioni cinese.
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