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cosa può imparare l’Italia da Francia, Svezia e Uk


Andrea Vismara, amministratore delegato di Equita

L‘Università Bocconi ed Equita hanno presentato la ricerca “European Financial Ecosystems: Comparing France, Sweden, UK and Italy”, realizzata dal Centro Baffi. Il tema della ricerca è stato: cosa possiamo prendere in prestito dalle altre economie europee per migliorare l’ecosistema finanziario italiano?

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In un momento in cui l’Europa è impegnata nel rafforzamento della Capital Markets Union (CMU) e nello sviluppo della Savings and Investments Union (SIU). i singoli Stati sono chiamati a ripensare le proprie politiche industriali e a riflettere sul ruolo degli ecosistemi finanziari nella generazione di bene comune, oggi più che mai concetto centrale.

Lo studio – presentato presso l’Auditorium grande di SDA Bocconi – analizza in chiave comparata quattro ecosistemi: il modello dirigistico francese, quello socialdemocratico svedese, il sistema liberista inglese e quello bancocentrico italiano. L’obiettivo è illustrare come ciascuno di questi paesi integri gli elementi essenziali di un sistema efficiente, ovvero legislazione e regolamentazione, tassazione, investitori e intermediari finanziari.

Il convegno è stato dunque l’occasione per discutere i risultati della ricerca insieme a Stefano Caselli, Dean SDA Bocconi School of Management e Algebris Chair of Long Term Investment and Absolute Return, e Marta Zava, Academic Fellow Università Bocconi, che hanno confermato come a parità di normativa europea le strade per raggiungere uno sviluppo positivo del nostro mercato esistano.

Gli esempi virtuosi di Francia, Svezia e Regno Unito hanno infatti tutti dei punti in comune: considerano i mercati dei capitali un bene pubblico, i sistemi pensionistici mostrano attenzione verso la previdenza complementare, la cultura finanziaria risulta evoluta ed esiste un supporto fiscale che sostiene strutturalmente e stabilmente il settore.

Tra i suggerimenti della ricerca, si dovrebbero incoraggiare gli investimenti in azioni delle famiglie, così come avviene in Svezia con l’ISK, nel Regno Unito con l’ISA o in Francia con il PEA e il PEA-PME, tutti strumenti di risparmio ben concepiti, che beneficiano di incentivi fiscali mirati. Inoltre, gli investitori istituzionali e le istituzioni finanziarie statali svolgono un ruolo decisivo nella stabilizzazione dei mercati e nella canalizzazione efficiente del capitale.  Con i suoi 1.100 miliardi di euro gestiti, per esempio, la Cassa Depositi francese (Caisse des Dépots et Consignations) è stata determinante nel sostegno di investimenti strategici, così come la CDC Croissance, specializzata nel finanziamento di PMI e mid-caps, intervenuta dove il capitale privato ha esitato.

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I fondi pensione, poi, rappresentano un’altra fonte critica di capitale a lungo termine, come dimostrano Svezia e Regno Unito. Il sistema pensionistico svedese combina fondi AP sostenuti dallo Stato e schemi occupazionali privati, garantendo così un’ampia partecipazione al mercato dei capitali. Il Regno Unito sta invece consolidando 86 regimi pensionistici di enti locali in otto “megafondi” da oltre £50 miliardi ciascuno, una strategia progettata per sbloccare £80 miliardi da investire in infrastrutture e imprese. Come già avviene in Francia, Svezia e Regno Unito, l’Italia può dunque implementare iniziative molto efficaci, indipendentemente dai progressi attesi a livello europeo, anche tenuto conto della fragilità del nostro mercato dei capitali e dell’urgenza di intervenire.

Dopo la presentazione della ricerca – preceduta dai saluti introduttivi di Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi, e di Andrea Vismara, Amministratore Delegato di Equita – l’evento ha visto Barbara Lunghi, Head of Primary Markets Euronext, moderare una tavola rotonda dal titolo “What’s next for financial markets in Europe? A dialogue among key actors” a cui hanno partecipato Mathieu Caron, Head of Primary Markets Euronext, Adam Kostyàl, Presidente Nasdaq Stockholm, Ugo Orsini, Capital Markets Partner Linklaters, e Fabrizio Testa, Amministratore Delegato Borsa Italiana. Successivamente, Marco Ventoruzzo, Professore ordinario di Diritto Commerciale dell’Università Bocconi, ha guidato un dibattito sugli strumenti e i modelli d’incentivo per le operazioni sul mercato italiano che ha visto la partecipazione dell’On. Federico Freni, Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze, e Carmine Di Noia, Direttore Affari Finanziari e dell’Impresa OCSE.

L’evento si è  concluso con il saluto istituzionale di Sara Biglieri, Presidente di Equita, ed Andrea Sironi, Presidente dell’Università Bocconi, che hanno voluto ribadire l’importanza di costruire un sistema finanziario capace di contribuire in modo concreto e misurabile alla crescita economica e al benessere collettivo.



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