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l’Italia sul mercato dei crediti-carbonio


Il mercato dei crediti di carbonio — strumenti che rappresentano l’assorbimento o la mancata emissione di una tonnellata di CO₂ — si espande anche in Italia, nonostante il ritardo normativo. Il Registro pubblico nazionale, istituito nel 2023, attende ancora i decreti attuativi da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e del Ministero dell’Agricoltura (MASAF).

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Nel frattempo, però, diverse piattaforme stanno già promuovendo progetti validati a livello locale, basati su principi di agricoltura rigenerativa, forestazione, edilizia sostenibile ed efficientamento energetico.

Il potenziale dell’Italia nel settore dei crediti di carbonio è comunque enorme, soprattutto grazie alla ricchezza del suo patrimonio naturale e agricolo. Servono ora regole chiare, strumenti trasparenti e un sistema nazionale che premi chi investe davvero nella sostenibilità.

Le imprese ci sono. I progetti anche. È il momento di mettere a sistema questo fermento e trasformarlo in un’opportunità economica e ambientale concreta.

Una domanda in crescita, una risposta ancora parziale

L’interesse delle aziende italiane verso i crediti di carbonio cresce spinto da motivazioni diverse: conformità ai criteri ESG, accesso a finanziamenti agevolati, ma anche per un autentico impegno etico.




Dall’agricoltura ai boschi: l’Italia si affaccia sul mercato dei crediti di carbonio

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Agricoltura

 

Foto di: OmniTrattore.it

Tuttavia, secondo i dati del rapporto “Progetti forestali di sostenibilità 2021–2022” del CREA, solo il 7% dei crediti acquistati nel periodo 2011–2022 è stato generato in Italia. Il resto proviene da Paesi in via di sviluppo, a causa dell’assenza di un quadro normativo chiaro che penalizza settori strategici come l’agricoltura e la gestione forestale.

L’adozione del nuovo Regolamento UE 2024/3012, che introduce un Registro unico europeo entro il 2028, potrebbe finalmente accelerare il processo, ma intanto altri Paesi — come Germania e Svezia — si sono già dotati di registri interoperabili, guadagnando terreno.

Progetti concreti e piattaforme innovative

In Italia, realtà come Rete Clima stanno puntando su un doppio binario. Da un lato, offrono progetti internazionali certificati con rating elevati (da AAA a D), dall’altro sviluppano interventi locali attraverso la campagna Foresta Italia, la più grande iniziativa privata di forestazione urbana e periurbana del Paese.

Con 130.000 alberi piantati in 20 regioni e il coinvolgimento di oltre 90 aziende, Rete Clima sta anche per lanciare una piattaforma digitale per monitorare la biodiversità, basata su algoritmi, dati satellitari, citizen science e intelligenza artificiale.



Dall’agricoltura ai boschi: l’Italia si affaccia sul mercato dei crediti di carbonio

L’interesse delle aziende italiane verso i crediti di carbonio cresce spinto dalla conformità ai criteri ESG, accesso a finanziamenti agevolati, ma anche per un autentico impegno etico

Foto di: OmniTrattore.it

La spinta del mondo agricolo

La piattaforma TRA.D.E, nata nel 2023, è tra le prime a operare in ambito agricolo. Con il coinvolgimento di 126 aziende tra Sicilia e Lazio (aziende vinicole, saline, realtà dell’ospitalità e persino del settore petrolchimico), ha avviato il calcolo dell’impronta di carbonio e presto sarà attiva anche con la sezione dedicata al trading dei crediti.

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La certificazione dei progetti avviene in collaborazione con RINA e si basa su tecnologie blockchain e NFT (non-fungible token), che garantiscono la tracciabilità e la proprietà digitale dei crediti. Secondo i fondatori, le iniziative certificate possono riguardare sia la riduzione delle emissioni, sia attività di cattura del carbonio. I crediti possono essere scambiati tra aziende o venduti sui marketplace NFT, aprendo prospettive inedite anche per l’agrivoltaico e i progetti del Piano Mattei in Africa.



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