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La Commissione UE svela “soluzioni rapide” per la deregolamentazione dell’industria della difesa europea


Martedì 17 giugno la Commissione europea ha presentato un pacchetto di semplificazione volto a ridurre la burocrazia per l’industria della difesa europea, tra cui piani per tempi di rilascio delle autorizzazioni più rapidi e l’annullamento di alcune normative ambientali dell’UE.

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Per avere cambiamenti più radicali si dovrà però attendere. Una revisione più approfondita delle direttive UE sugli appalti pubblici per la difesa è ora prevista per il 2026.

L’obiettivo del pacchetto tanto atteso, denominato omnibus della difesa, è quello di allentare gli oneri normativi che gravano sui produttori di armamenti per espandere la produzione, nonché di stimolare maggiori investimenti e un maggiore accesso ai finanziamenti per il settore.

Il pacchetto, presentato martedì, chiarirà principalmente la legislazione UE vigente, ad esempio affermando che le aziende del settore della difesa non dovrebbero essere penalizzate in base alle norme sugli investimenti sostenibili.

Un funzionario della Commissione ha descritto le misure come “soluzioni rapide”, a cui si aggiungeranno ulteriori modifiche nell’ambito della revisione del prossimo anno.

La Commissione ha affermato che spera di fornire indicazioni su come l’industria può utilizzare i recenti programmi di finanziamento dell’UE, come il programma SAFE da 150 miliardi di euro per progetti congiunti di appalti militari dell’UE.

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Sebbene i paesi dell’UE abbiano aumentato la spesa militare e siano più disposti ad aumentare i loro bilanci della difesa a lungo termine, l’industria della difesa europea ha lamentato difficoltà dovute agli ostacoli burocratici e alla mancanza di impegni finanziari a lungo termine per giustificare ingenti investimenti in fabbriche e linee di produzione.

“Ora abbiamo bisogno di regole abilitanti che garantiscano all’industria, alle forze armate e agli investitori velocità, prevedibilità e scala”, ha affermato il Commissario alla Difesa Andrius Kubilius durante la sua presentazione di martedì.

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La proposta omnibus invita i Paesi dell’UE “ad accelerare notevolmente le procedure di autorizzazione per l’industria della difesa”, ha affermato martedì, sempre durante la presentazione, il Commissario per l’Economia Valdis Dombrovskis.

Secondo la proposta presentata dalla Commissione, i Paesi dell’UE avrebbero solo 60 giorni di tempo per esaminare le domande di autorizzazione per qualsiasi azienda o prodotto che possa contribuire alla prontezza della difesa, definita come “la capacità degli Stati membri e dell’industria della difesa dell’Unione di anticipare, prevenire e rispondere alle crisi legate alla difesa”.

I permessi saranno considerati approvati se un Paese dell’UE non risponderà entro la scadenza di 60 giorni.

La Commissione sta inoltre rivedendo le norme in materia di appalti pubblici, inclusa un’esenzione per i progetti di valore inferiore a 900.000 euro. Ciò ridurrebbe gli obblighi di rendicontazione per gli appalti di importo inferiore. Tuttavia, anche gli appalti di importo maggiore potrebbero essere esentati dalle norme qualora i Paesi dell’UE invocassero le clausole di sicurezza nazionale previste dai trattati UE.

Anche le norme sulle concentrazioni tra imprese sono in fase di revisione, secondo un funzionario della Commissione, che ha sottolineato come l’esecutivo dell’UE non intenda incoraggiare il consolidamento dell’industria della difesa. Per ora, tuttavia, l’esame delle fusioni proposte, considerate vantaggiose per gli obiettivi di prontezza alla difesa dell’UE, partirebbe da un punto di vista più positivo.

Deregolamentazione verde

La proposta include anche l’annullamento delle normative ambientali, in seguito alle richieste delle aziende del settore della difesa. La Commissione incoraggia i Paesi dell’UE ad avvalersi delle disposizioni vigenti in materia ambientale che già prevedono alcune esenzioni, ad esempio in caso di urgenti interessi pubblici di primaria importanza.

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Il pacchetto, ad esempio, propone di trasformare le attuali esenzioni caso per caso al regolamento REACH dell’UE sulle sostanze chimiche a livello nazionale in esenzioni molto più ampie che coprano l’intero settore. Spetterebbe ai Paesi dell’UE approvare l’uso di prodotti chimici per tutti gli scopi di difesa o vietarli del tutto, lasciando loro maggiore libertà di azione nell’applicazione delle norme ambientali.

Ciò risponde almeno in parte a una richiesta dell’influente gruppo di pressione industriale ASD (AeroSpace and Defence Industries Association of Europe), che aveva chiesto alla Commissione di esentare le aziende di armamenti da diverse norme ambientali come parte del pacchetto omnibus, secondo un documento di posizione visionato da Euractiv.

Secondo un documento di posizione visionato sempre da Euractiv, il governo olandese ha chiesto anche esenzioni dalle norme ambientali per l’industria della difesa e le operazioni militari.

Nel pacchetto presentato martedì la Commissione ha specificato che le linee guida sulla finanza sostenibile dovrebbero applicarsi al settore della difesa allo stesso modo degli altri settori industriali e dovrebbero escludere solo le aziende che producono “armi proibite”, messe al bando dalle convenzioni internazionali sugli armamenti sottoscritte dalla maggior parte dei paesi dell’UE.

Alcuni dirigenti si sono lamentati del fatto che tali linee guida sugli investimenti ambientali, sociali e di governance (ESG) scoraggino gli investimenti nel settore degli armamenti, e il settore ha chiesto tali modifiche alle norme dell’UE sugli investimenti sostenibili.

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