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Guida al bando CRIAS Più Artigianato per imprese in Sicilia


Il programma “Più Artigianato” promosso dalla Regione Siciliana e gestito dalla Cassa Regionale per il Credito alle Imprese Artigiane è una delle più significative iniziative di politica economica a sostegno del tessuto produttivo dell’isola.

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Non è un semplice bando, ma un potente e articolato strumento finanziario che può rispondere con efficacia alle sfide che gli artigiani siciliani affrontano quotidianamente, dalla ripresa post-pandemica all’impatto dell’aumento dei costi energetici.

Le risorse a disposizione lo dimostrano. A uno stanziamento iniziale di quasi 38 milioni di euro si sono aggiunti ulteriori 70 milioni, per un totale di circa 108 milioni di euro. Nelle fasi precedenti la domanda ha generato quasi mille richieste per oltre 87 milioni di euro di investimenti, e questo ha spinto l’amministrazione a rafforzare ulteriormente il sostegno.

Il vero elemento di svolta, che rende l’attuale bando eccezionalmente vantaggioso, è il recente e sostanziale incremento del contributo in conto capitale a fondo perduto, che è stato elevato fino al 35% dell’investimento. Questa modifica può trasformare il programma da un semplice aiuto a un vero e proprio volano per la crescita, l’innovazione e la competitività delle imprese artigiane siciliane che sapranno coglierlo.

Quattro punti cardinali del sostegno

Il bando “Più Artigianato” si articola su quattro diverse forme di aiuto, che possono essere combinate per massimizzare il beneficio finanziario. Comprendere la funzione e il valore di ciascun pilastro è fondamentale per strutturare un progetto di investimento vincente.

1. Contributo in conto capitale a fondo perduto al 35%

Questa è l’agevolazione più interessante e potente del bando. Si tratta di un contributo a fondo perduto, ovvero una somma di denaro che non deve essere restituita, pari al 35% del costo documentato dell’investimento ammissibile. La misura è applicabile agli investimenti in beni immobili, macchinari, attrezzature, autoveicoli e beni immateriali (elencati nelle lettere da a) ad e) dell’articolo 6 del bando).

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La condizione cruciale per accedere a questo beneficio è che l’investimento sia supportato da un finanziamento (bancario, leasing o da altri intermediari finanziari) che copra almeno l’80% del costo ammissibile. Se la percentuale finanziata è inferiore all’80%, il contributo del 35% viene calcolato unicamente sulla quota dell’investimento effettivamente coperta dal finanziamento.

2. Contributo in conto interessi

Questa agevolazione è pensata per ridurre significativamente il costo di un finanziamento bancario. La Regione interviene coprendo una parte cospicua degli interessi sul prestito. L’intensità standard del contributo è pari al 60% del tasso di riferimento europeo (EURIBOR) vigente al momento della stipula del contratto.

Anche qui c’è un vantaggio strategico: se il finanziamento è assistito dalla garanzia di un Confidi, il contributo in conto interessi sale all’80% del tasso di riferimento. La durata massima del contributo varia in base alla tipologia di spesa:

  • 12 anni per investimenti immobiliari (acquisto, costruzione, ristrutturazione);
  • 6 anni per altre tipologie di investimento (macchinari, attrezzature, ecc.);
  • 5 anni per l’acquisto di scorte.

Per le imprese di nuova costituzione (iscritte all’Albo da meno di un anno), le condizioni sono ancora più favorevoli, con durate estese rispettivamente a 15, 8 e 7 anni.

3. Contributo in conto canoni leasing

L’agevolazione si applica alle operazioni di leasing finanziario per l’acquisto di macchinari, attrezzature, autoveicoli e anche immobili. Il contributo abbatte la quota di interessi implicita nei canoni di leasing.

Le percentuali di aiuto sono le stesse previste per i finanziamenti: un abbattimento del 60% che sale all’80% qualora l’operazione di leasing sia garantita da un Confidi. La durata massima dell’agevolazione è di 10 anni per i beni immobili e 5 anni per i beni mobili.

Una condizione imprescindibile per beneficiare di questo aiuto è che l’impresa, al momento della stipula del contratto, si impegni a esercitare l’opzione di acquisto finale del bene. Questo rende l’operazione un leasing finanziario finalizzato alla proprietà dell’asset, e non un semplice noleggio operativo.

4. Contributo per le scorte

Questa agevolazione è pensata ad hoc per le esigenze di capitale circolante. Si tratta di un contributo a fondo perduto pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto di scorte di materie prime e prodotti finiti.

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Per accedere a questo beneficio la spesa per le scorte deve essere finanziata al 100% tramite un prestito bancario o di un altro intermediario finanziario. L’importo massimo di spesa ammissibile per questa categoria è di 200.000 euro per beneficiario. Per ottenere tale agevolazione serve presentare una domanda specifica e separata chiamata “domanda per scorte“.

Agevolazione Descrizione Intensità dell’aiuto Spese ammissibili Requisiti
Contributo in Conto Capitale Grant a fondo perduto per ridurre il costo dell’investimento. 35% del costo documentato. Immobili, macchinari, attrezzature, autoveicoli, software, brevetti. L’investimento deve essere finanziato per almeno l’80% del costo.
Contributo in Conto Interessi Sussidio per abbattere gli interessi passivi di un finanziamento. 60% del tasso di riferimento. Sale all’80% con garanzia Confidi. Tutte le spese ammissibili (investimenti e scorte). Stipula di un contratto di finanziamento.
Contributo in Conto Canoni Sussidio per abbattere la quota interessi dei canoni di leasing. 60% del tasso di riferimento. Sale all’80% con garanzia Confidi. Immobili, macchinari, attrezzature, autoveicoli. Stipula di un contratto di leasing con opzione di acquisto finale.
Contributo in Conto Esercizio Grant a fondo perduto per l’acquisto di capitale circolante. 20% della spesa ammessa. Scorte di materie prime e prodotti finiti (max €200.000). La spesa deve essere finanziata al 100%. Richiede domanda specifica.

Spese ammissibili

Per poter beneficiare delle agevolazioni, il progetto di spesa deve rientrare in categorie ben definite. Ogni bene o servizio finanziato deve essere inserito nel ciclo produttivo dell’attività artigianale. L’importo minimo del finanziamento o del leasing è di 5.000 euro, con una durata di ammortamento di almeno 12 mesi.

Beni immobili

Sono ammissibili le spese per l’acquisto, la costruzione, la ristrutturazione, l’ampliamento e l’ammodernamento di fabbricati e laboratori, incluse le spese tecniche di progettazione e i costi per lavori e impianti finalizzati alla sicurezza sui luoghi di lavoro e alla tutela ambientale.

L’acquisto di terreno è ammissibile ma con una limitazione: la spesa non può superare il 10% del costo totale dell’investimento (limite che può essere elevato al 15% in casi specifici).

Beni mobili

Questa categoria comprende l’acquisto di macchine, impianti e attrezzature necessarie per l’attività produttiva. Un requisito fondamentale è che tutti i beni devono essere “nuovi di fabbrica”. Rientrano in questa voce anche gli autoveicoli, a condizione che siano “destinati esclusivamente all’attività artigianale dell’impresa”. Anche le imprese di autotrasporto possono usare il contributo per l’acquisto di veicoli destinati al trasporto merci su strada.

Beni immateriali

Il bando riconosce l’importanza della digitalizzazione e dell’innovazione. Sono quindi ammissibili le spese per l’acquisto di software, diritti di brevetto e licenze. Inoltre, è possibile finanziare la realizzazione di siti web professionali per promuovere l’immagine e i prodotti dell’impresa, un elemento chiave per accedere a nuovi mercati e all’e-commerce.

Scorte di magazzino

È possibile finanziare l’acquisto di materie prime e di prodotti finiti fino a un tetto massimo di 200.000 euro.

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Cosa non è finanziabile?

  • IVA e tutte le altre imposte;
  • spese notarili e di rappresentanza;
  • lavori realizzati in economia (senza fattura da terzi);
  • interessi passivi, commissioni finanziarie e altri oneri meramente finanziari;
  • acquisti o prestazioni affidate a persone fisiche o giuridiche che abbiano rapporti di cointeressenza o controllo con l’impresa beneficiaria (es. soci, amministratori, parenti, società controllate).

Come fare domanda

Anzitutto occorre rispettare tutti i requisiti di base:

  • Essere un’impresa artigiana;
  • Essere attiva e avere una sede operativa in Sicilia;
  • Essere regolarmente iscritta all’Albo delle imprese artigiane;
  • Essere in regola con gli obblighi contributivi (possedere un DURC regolare);
  • Non trovarsi in stato di liquidazione, scioglimento o soggetta a procedure concorsuali.

Un aspetto critico

Uno degli aspetti più critici e spesso fraintesi del bando è il suo modello “financing first“. La domanda di agevolazione alla CRIAS è il secondo passo, non il primo. L’impresa deve prima ottenere l’approvazione per un finanziamento o un contratto di leasing da una banca o da un intermediario finanziario.

Il contratto deve essere stato stipulato (o il finanziamento erogato) non più di sei mesi prima della presentazione della domanda di contributo. Questo significa che la solidità del progetto e l’affidabilità creditizia dell’impresa vengono valutate prima dal mercato del credito.

È indispensabile preparare un business plan solido e avviare i contatti con gli istituti finanziari con largo anticipo.

La domanda di agevolazione non può essere presentata direttamente dall’impresa, ma deve essere inoltrata tramite un “soggetto presentatore” convenzionato con la CRIAS:

  • Banche
  • Associazioni Artigiane di categoria
  • Confidi

La scelta del presentatore non è una mera formalità, ma una decisione strategica. Mentre una banca può offrire una soluzione “tutto in uno” se è anche l’ente che eroga il finanziamento, le associazioni di categoria spesso forniscono un supporto consulenziale più specializzato e mirato alla preparazione della complessa documentazione richiesta, avendo come obiettivo primario il successo dei propri associati.

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Documenti necessari

La presentazione della domanda avviene esclusivamente online attraverso la piattaforma dedicata sul sito www.crias.it. Per l’accesso sono richiesti SPID (livello 2) o Carta d’Identità Elettronica (CIE) e la domanda deve essere firmata digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa.

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La documentazione da allegare è corposa e deve essere preparata con la massima cura. Servono:

  • Delega al soggetto presentatore;
  • Copia del contratto di finanziamento o leasing con il relativo piano di ammortamento;
  • Copie delle fatture e dei titoli di spesa;
  • Per il leasing, il verbale di consegna del bene;
  • Planimetrie dei locali per investimenti immobiliari;
  • Eventuale delibera di garanzia del Confidi;
  • Documentazione che attesti la titolarità dell’IBAN aziendale.

L’iter di valutazione

Le domande vengono valutate con una procedura “a sportello”, secondo l’ordine cronologico di presentazione e fino a esaurimento delle risorse finanziarie. Data l’elevata attrattività del bando, i fondi potrebbero esaurirsi rapidamente e la velocità conta.

È fondamentale avere tutta la documentazione pronta per essere inoltrata non appena si apre la finestra di presentazione delle domande.

Una volta presentata, la CRIAS istruisce la pratica e la sottopone al Comitato Tecnico Regionale, che dovrebbe adottare un provvedimento entro 45 giorni.

Cosa succede dopo

Ottenere il contributo non è la fine del percorso. L’impresa beneficiaria ha degli obblighi da rispettare per tutta la durata del vincolo, pena la revoca delle agevolazioni. L’obbligo principale è quello di non alienare, cedere o distogliere i beni agevolati dalla loro destinazione aziendale per un periodo di almeno tre anni dalla conclusione dell’investimento. Occorre anche comunicare tempestivamente alla CRIAS qualsiasi variazione significativa che possa influire sui requisiti di ammissibilità.

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