Torino-Lione, tornano le merci: in arrivo più di 5 milioni per far ripartire la «mini-Tav»

Dopo che il 31 marzo il transito ferroviario del Frejus è stato finalmente riaperto, adesso occorre far ripartire la «mini Tav», rivolta al comparto dell’autotrasporto e all’intermodalità, così da far viaggiare nuovamente le merci a due anni dallo stop. La chiusura del servizio, decisa nell’agosto del 2023 a causa di una frana, si è rivelata un duro colpo per gli scambi Italia-Francia, determinando il ritorno su strada di migliaia di rimorchi.

Ma ora la riapertura si fa sempre più vicina, anche se non imminente. Gli scogli principali infatti sembrano superati, come la mancanza di fondi dichiarata dall’Afa da parte dei governi dei due Paesi. Italia e Francia metteranno sul piatto 2,5 milioni a testa (per il primo anno), così da far ripartire un’autostrada ferroviaria ritenuta fondamentale dalle aziende di logistica e di trasporto, in particolare per chi si occupa di merci pericolose.

Si tratta di caricare camion e merci direttamente sui treni, con vantaggi in termini di sicurezza e impatto ambientale. E con una netta convenienza per le imprese, visto che il servizio è sovvenzionato dai due stati. Ora si attende solo il via libera da Bruxelles, ovvero dalla Commissione europea, che dovrà mettere il tutto a bando, dopo l’accordo raggiunto tra Italia e Francia e che sarà ratificato nella commissione intergovernativa che andrà in scena oggi, a Torino, presso la sede di Telt in via Nizza. Da cui si attendono ulteriori dettagli e aggiornamenti, ma l’obiettivo sarebbe quello di ripartire definitivamente in autunno.

Anche perché nel frattempo gli operatori sono preoccupati per i danni economici, mentre i sindacati vogliono conoscere il futuro dei 120 lavoratori a rischio solo al polo di Orbassano, uno dei due capolinea. Dopo il lungo utilizzo di ammortizzatori sociali, che stanno per scadere, occorre una svolta per evitare i licenziamenti e la perdita di competenze. La mini tav inoltre è l’unica via per ovviare il problema di un trasporto merci sostenibile tra Italia e Francia, in attesa di quella vera per cui però si dovrà aspettare almeno fino al 2032 o 2033.

Intanto ieri la Regione ha comunicato di essere entrata ufficialmente nel progetto europeo Simplon 2050, un’iniziativa strategica per il rilancio dei collegamenti ferroviari e logistici tra Italia e Svizzera attraverso il valico del Sempione. Il progetto, finanziato con oltre 129 mila euro dal Piemonte (attraverso fondi europei FESR e fondi nazionali), potenzierà il trasporto merci e passeggeri lungo uno degli snodi storici della mobilità alpina. Nelle prossime settimane sono previsti tavoli tecnici e istituzionali con tutti gli attori coinvolti, così da mappare le esigenze infrastrutturali e dar vita ad una roadmap condivisa per individuare gli interventi prioritari sul corridoio.

«Il Sempione è una risorsa strategica per il Piemonte — ha commentato l’assessore regionale alle Infrastrutture strategiche, Enrico Bussalino — per questo vogliamo riportarlo al centro delle politiche di mobilità internazionale, con un approccio pragmatico e di lungo periodo».

«Il progetto segna una tappa cruciale per la realizzazione di un sistema integrato dei trasporti — ha aggiunto Alberto Preioni, sottosegretario alla presidenza della Regione — così da connettere porti, interporti, scali ferroviari e valichi alpini».

Vai a tutte le notizie di Torino

Iscriviti alla newsletter di Corriere Torino