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l’Italia brilla al Paris Air Show di Le Bourget


La politica spaziale nazionale è un progetto corale. L’Italia lo ha dimostrato al salone parigino di Le Bourget presentandosi con un fronte compatto – tra istituzioni, industria e scienza – per dimostrare che il settore spaziale è tra le priorità dell’agenda del governo. Idee e proposte chiare, a cominciare dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha ribadito al direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher, la volontà di guidare la Conferenza ministeriale 2025, sottolineando gli oltre 3,2 miliardi già investiti a livello Esa (Agenzia Spaziale Europea) e l’intenzione di alzare ancora l’asticella. Urso ha inoltre confermato la priorità di un ponte solido con la Nasa per il programma lunare Artemis e per le future costellazioni satellitari, collocando Roma al centro del dialogo transatlantico.

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Sul terreno industriale, il progetto di super-alleanza tra campioni europei – leggi Leonardo, Airbus e Thales – con la porta aperta anche alla Germania – è stato definito “sulla strada giusta” dallo stesso Urso, che vede nella cooperazione Ue la chiave per battere la frammentazione del passato. L’Amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha invocato una massiccia iniezione di investimenti per accelerare la produzione militare e civile, spiegando che l’Europa non può più permettersi ventisette micro-programmi distinti. In parallelo, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha difeso l’italianità di Iveco Defence ma ha chiesto che il “modello Mbda” – il consorzio missilistico nato nel 2001 dall’integrazione di assetti francesi (Matra), britannici (Bae Dynamics) e italiani (Alenia) – contagi tutto il comparto, così da trasformare le sinergie fra Roma, Parigi, Berlino e Madrid in massa critica di tecnologia e applicazioni. Lo stand istituzionale dell’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) ha fatto da hub di incontro fra agenzie, imprese e start-up, raccontando i progetti tricolori di osservazione della Terra (un’eccellenza italiana), telecomunicazioni, navigazione e accesso allo spazio. Per la prima volta l’Asi ha animato il nuovo Paris Space Hub, un’arena B2B che ha attirato delegazioni da tutto il mondo interessate alle ricadute dei dati satellitari sul Green Deal, sulla sicurezza e sulla mobilità del futuro. Il presidente dell’Asi, Teodoro Valente, ha guidato una fitta agenda di colloqui istituzionali, confermando che la diplomazia spaziale passa anche attraverso accordi commerciali tangibili.

Sotto le insegne delle associazioni di categoria, Aiad, Aipas e Asas, oltre duecento aziende italiane hanno esibito micro-propulsori green, componenti in stampa 3D e software di mission planning, ottenendo l’attenzione di fondi internazionali in cerca di innovazione sostenibile. Dimostrazioni live come il volo del drone Falco Xplorer e le sessioni VR sul convertiplano AW609 hanno mostrato quanto la tecnologia made in Italy sia ormai pronta per il mercato globale. Piaggio Aerospace ha firmato intese su turboprop (aerei per medie percorrenze con motori turboelica) di nuova generazione a basse emissioni, mentre Leonardo ha messo in vetrina carburanti Saf e sistemi ibridi per tagliare del 30 per cento la Co2 nei voli regionali entro il 2030.

Ma il carburante dell’aerospazio è la passione per la scienza e la tecnologia. Nei workshop Steam organizzati dall’Asi, studenti italiani hanno dialogato con astronauti e ingegneri, scoprendo di persona che la space economy chiede nuove competenze digitali e ingegneristiche pronte a decollare. L’effetto Le Bourget è destinato a propagarsi nei distretti di Lazio, Lombardia, Piemonte e Sud Italia, generando investimenti e nuova occupazione qualificata lungo l’intera filiera aerospaziale. Gli analisti stimano ricadute superiori a due miliardi di euro nei prossimi tre anni grazie ai protocolli firmati durante il salone, confermando che la diplomazia industriale si traduce in ordini concreti e supply chain rafforzate. Urso ha definito l’aerospazio “il biglietto da visita del made in Italy”, promettendo più satelliti in orbita e tempi di lancio ridotti per colmare il gap con Stati Uniti e Cina. L’orbita è tracciata. Con la candidatura alla guida della presidenza Consiglio Esa, la spinta verso alleanze europee robuste e un ecosistema di start-up in pieno fermento, l’Italia ha dimostrato a Parigi di saper giocare in attacco, trasformando Le Bourget in una piattaforma di lancio verso le stelle.

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