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cos’è, perché conta e chi se ne occupa


La water security è un concetto sempre più centrale nel dibattito ambientale, economico e sociale globale. In un mondo segnato da cambiamenti climatici, crescita demografica e crisi energetiche, garantire un accesso sicuro, equo e sostenibile alle risorse idriche è una priorità. In questo articolo esploriamo cosa si intende per water security, perché è fondamentale, chi se ne occupa e come si intreccia con l’innovazione digitale, l’agricoltura, l’industria e i criteri ESG.

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Cosa si intende per water security

La water security, o sicurezza idrica, è un concetto complesso e multidimensionale che si riferisce alla capacità di garantire l’accesso continuativo, equo e sostenibile all’acqua di qualità, sufficiente a soddisfare i bisogni umani, ambientali ed economici, minimizzando nel contempo i rischi legati alla scarsità, alla contaminazione, agli eventi climatici estremi e ai conflitti socio-politici.

La definizione UNESCO

Secondo l’UNESCO, la water security consiste nella “capacità di una popolazione di salvaguardare l’accesso sostenibile all’acqua in quantità e qualità adeguate, per garantire salute, mezzi di sussistenza e sviluppo socio-economico, proteggere contro l’inquinamento e i disastri naturali, e preservare gli ecosistemi in un clima di pace e stabilità politica”.

I pilastri della sicurezza idrica

La sicurezza idrica non si limita dunque alla disponibilità fisica di acqua, ma comprende una serie di caratteristiche che hanno a che fare con la:

  1. Disponibilità: le risorse idriche devono essere quantitativamente adeguate per soddisfare i bisogni della popolazione e dell’economia.
  2. Accessibilità: le persone devono poter raggiungere le risorse idriche senza barriere economiche, sociali o infrastrutturali.
  3. Qualità: l’acqua deve essere sicura per il consumo umano e gli usi agricoli e industriali e quindi priva di agenti contaminanti, batteri e sostanze chimiche pericolose.
  4. Resilienza: i sistemi idrici devono essere in grado di resistere e adattarsi a eventi climatici estremi o crisi improvvise.
  5. Sostenibilità ambientale: l’uso dell’acqua non deve compromettere la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi e continuare a fornire servizi essenziali.
  6. Governance: è necessario un quadro normativo chiaro, inclusivo e trasparente per la gestione condivisa delle risorse idriche.

Un bene essenziale e vulnerabile

L’acqua è una risorsa strategica e insostituibile, ma anche estremamente vulnerabile. Fattori come crescita demografica, urbanizzazione, cambiamenti climatici, inquinamento industriale e agricolo mettono sotto pressione i sistemi idrici di tutto il pianeta. In molte aree del mondo, la mancanza di sicurezza idrica è già una realtà che compromette la salute pubblica, la produttività agricola e la coesione sociale.

Water security e Agenda 2030: un obiettivo trasversale

La water security rappresenta una componente chiave dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, un piano d’azione globale che mira a promuovere uno sviluppo sostenibile, equo e inclusivo. In questo contesto, l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 6 (SDG 6) si propone di:

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Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie

L’SDG 6 comprende otto target specifici, tra cui:

  • Accesso universale e sicuro all’acqua potabile (6.1)
  • Servizi igienico-sanitari adeguati e accessibili per tutti (6.2)
  • Miglioramento della qualità dell’acqua e riduzione dell’inquinamento (6.3)
  • Uso efficiente delle risorse idriche in tutti i settori (6.4)
  • Gestione integrata delle risorse idriche (6.5)
  • Protezione degli ecosistemi legati all’acqua (6.6)

Tuttavia, la sicurezza idrica non è confinata all’SDG 6, ma costituisce una condizione abilitante per il successo di molti altri obiettivi.


Come la water security si intreccia con gli altri SDGs

Ecco alcuni esempi concreti di interconnessione tra la water security e gli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile:

SDG 1 – Sconfiggere la povertà

L’accesso sicuro all’acqua è essenziale per migliorare le condizioni di vita e ridurre la vulnerabilità economica delle popolazioni più fragili. Senza acqua, non c’è sviluppo.

SDG 2 – Fame zero

La sicurezza idrica è direttamente legata alla sicurezza alimentare, in quanto l’agricoltura è il settore più idro-esigente. Senza un’adeguata gestione delle risorse idriche, diventa impossibile sostenere produzioni agricole stabili.

SDG 3 – Salute e benessere

La mancanza di acqua potabile sicura e servizi igienici adeguati è una delle principali cause di malattie trasmissibili, come colera, dissenteria e altre infezioni idriche.

SDG 5 – Parità di genere

In molte regioni del mondo, le donne e le ragazze sono le principali responsabili del reperimento dell’acqua. Migliorare l’accesso all’acqua riduce il carico di lavoro domestico e favorisce l’istruzione e l’autonomia femminile.

SDG 7 – Energia pulita e accessibile

Acqua ed energia sono strettamente interconnesse: l’acqua è necessaria per produrre energia (idroelettica, raffreddamento termico) e l’energia serve per estrarre, trattare e distribuire acqua.

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SDG 13 – Lotta contro il cambiamento climatico

Gli impatti del cambiamento climatico si manifestano spesso attraverso l’acqua: aumento della frequenza di siccità e alluvioni, alterazione dei cicli idrologici, riduzione delle riserve idriche. Una gestione sostenibile dell’acqua è fondamentale per l’adattamento climatico.

SDG 15 – Vita sulla Terra

La conservazione degli ecosistemi terrestri dipende dalla salute degli ambienti acquatici: fiumi, laghi, zone umide e falde acquifere devono essere tutelati per garantire la biodiversità.


Water security: perché è importante

La sicurezza idrica è fondamentale per la salute umana, la sicurezza alimentare, la produzione energetica e la stabilità economica. La mancanza d’acqua pulita o la sua distribuzione non equa può provocare carestie, migrazioni forzate, instabilità politica e persino guerre. Inoltre, eventi estremi legati all’acqua – come siccità o alluvioni – sono in aumento a causa del cambiamento climatico, aumentando la vulnerabilità di milioni di persone. Senza sicurezza idrica, interi sistemi – sociali, economici, sanitari e ambientali – rischiano il collasso.

1. Salute umana e sanità pubblica

Dal 2010, l’accesso all’acqua pulita è riconosciuto come diritto umano fondamentale dall’ONU. Tuttavia, le cifre più recenti evidenziano che la crisi idrica resta profonda e in crescita. Secondo il WHO/UNICEF JMP 2023, nel 2022 circa 2,2 miliardi di persone non avevano ancora accesso regolare a servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro. Inoltre, il rapporto FAO/UN-Water 2024 rivela che circa il 10% della popolazione mondiale vive in paesi con stress idrico elevato o critico.

La mancanza di sicurezza idrica porta a:

  • Malattie idrotrasmesse (colera, dissenteria, tifo, epatite A)
  • Mortalità infantile legata alla diarrea e alla malnutrizione
  • Inadeguata igiene in ospedali e scuole, che aggrava le disuguaglianze sanitarie

2. Sicurezza alimentare

Come sostiene la FAO, l’agricoltura è responsabile del 70% del prelievo globale di acqua. Quando la disponibilità d’acqua scarseggia, i raccolti diminuiscono, il bestiame soffre e i prezzi dei generi alimentari aumentano. La water insecurity può causare:

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  • Crisi alimentari regionali o globali
  • Instabilità nei mercati agricoli
  • Aumento della fame e malnutrizione nei Paesi in via di sviluppo

3. Produzione energetica e sviluppo industriale

L’acqua è essenziale per la produzione di energia (raffreddamento di centrali, energia idroelettrica, biocarburanti). Senza un accesso sicuro e stabile:

  • Si riduce la capacità produttiva industriale ed energetica
  • Si intensificano conflitti tra usi agricoli, civili e industriali
  • Aumenta la vulnerabilità energetica di intere regioni

4. Stabilità economica e sociale

L’acqua è strettamente legata alla crescita economica. Secondo la Banca Mondiale, le economie che gestiscono male le risorse idriche possono perdere fino al 6% del PIL entro il 2050 a causa dell’impatto dell’acqua su agricoltura, salute e redditi. I rischi connessi includono:

  • Migrazioni ambientali innescate da siccità prolungate o desertificazione
  • Conflitti e tensioni tra comunità o Stati per il controllo di bacini condivisi
  • Povertà idrica, soprattutto nelle aree rurali e marginalizzate

5. Cambiamento climatico e resilienza

Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano in gran parte attraverso l’acqua. Negli ultimi 50 anni, i disastri climatici legati all’acqua hanno dominato la lista degli eventi meteo estremi e sono responsabili del 70% di tutti i decessi correlati a disastri naturali (Banca Mondiale, 2022).

Fenomeni come siccità prolungata, alluvioni e inondazioni improvvise, scioglimento dei ghiacciai e riduzione delle riserve idriche naturali rendono cruciale rafforzare la resilienza climatica attraverso sistemi di gestione idrica più flessibili, digitalizzati e inclusivi.


La sicurezza idrica come catalizzatore di pace

L’acqua può essere fonte di conflitto o cooperazione. In contesti dove la risorsa è scarsa e la governance debole, crescono le tensioni. In altri casi, però, la gestione condivisa delle risorse idriche (es. fiumi transfrontalieri come il Nilo, il Giordano o il Mekong) ha portato a trattati internazionali e collaborazione politica, diventando un fattore di stabilizzazione regionale.


Chi si occupa di Water Security

La water security è una responsabilità condivisa che coinvolge una vasta gamma di attori a livello globale, nazionale e locale, inclusi enti pubblici, organizzazioni internazionali, comunità scientifica, ONG e settore privato. La gestione sostenibile dell’acqua richiede infatti un approccio integrato e multilivello, poiché le sfide idriche sono complesse, interconnesse e spesso transfrontaliere.

Organizzazioni internazionali

UN-Water

È il coordinamento inter-agenzia delle Nazioni Unite per le questioni legate all’acqua. Riunisce oltre 30 enti dell’ONU per garantire una risposta sinergica alle crisi idriche globali. UN-Water monitora i progressi verso l’SDG 6 e pubblica regolarmente rapporti globali sulla sicurezza idrica.

UNESCO

Attraverso il suo programma IHP – International Hydrological Programme, l’UNESCO promuove la ricerca, il capacity building e la cooperazione tra Stati per la gestione integrata delle risorse idriche. L’organizzazione si occupa anche di educazione scientifica e sensibilizzazione.

FAO

La Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite si occupa di sicurezza idrica in relazione alla produzione agricola, promuovendo pratiche di irrigazione sostenibile, gestione dei bacini idrografici e uso efficiente dell’acqua per garantire la sicurezza alimentare.

Banca Mondiale

Attraverso finanziamenti, studi e assistenza tecnica, la World Bank sostiene progetti di infrastrutture idriche, resilienza climatica, gestione integrata delle risorse e sviluppo urbano sostenibile nei Paesi a basso e medio reddito.

UNEP e WHO

  • Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) lavora sulla qualità dell’acqua e la protezione degli ecosistemi acquatici.
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) stabilisce standard internazionali per l’acqua potabile e monitora l’impatto sanitario della water insecurity.

Organismi nazionali e regionali

Ogni Paese ha le proprie istituzioni governative incaricate della gestione dell’acqua, solitamente articolate tra:

  • Ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura, delle Infrastrutture o della Sanità
  • Agenzie per la protezione ambientale e per le risorse idriche
  • Enti regolatori per la gestione e il controllo delle reti idriche e fognarie
  • Autorità di bacino e consorzi idrici a livello regionale

In Europa, ad esempio, la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) guida la gestione sostenibile delle acque dolci e marine da parte degli Stati membri.

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Centri di ricerca e ONG

IWMI – International Water Management Institute

Un centro di eccellenza con sedi in Asia e Africa, focalizzato sulla gestione delle risorse idriche nei Paesi in via di sviluppo. Produce dati, modelli e strumenti per l’adattamento climatico e l’uso agricolo efficiente dell’acqua.

WWF, WaterAid, The Nature Conservancy

Queste organizzazioni lavorano su progetti che vanno dal ripristino degli ecosistemi fluviali all’accesso all’acqua potabile per le comunità più vulnerabili, fino a campagne globali per la tutela delle risorse idriche.


Il ruolo crescente del settore privato

Anche le aziende, soprattutto nei settori alimentare, energetico, manifatturiero e farmaceutico, stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nella gestione responsabile dell’acqua. Le motivazioni sono molteplici:

  • Rischi operativi legati alla scarsità idrica o alla contaminazione
  • Reputazione e pressione degli stakeholder su temi ambientali
  • Obblighi normativi e rendicontazione ESG

Per affrontare queste sfide, molte imprese stanno integrando nella propria strategia ambientale pratiche innovative e concrete, come:

  • Analisi del water footprint e del ciclo di vita per misurare l’impatto idrico diretto e indiretto lungo tutta la filiera.
  • Progetti di water stewardship sviluppati in collaborazione con comunità locali, enti pubblici e organizzazioni non profit, volti alla protezione condivisa delle risorse idriche.
  • Investimenti in tecnologie per il riuso e la depurazione, come impianti a ciclo chiuso, sensoristica intelligente, intelligenza artificiale e soluzioni per l’efficienza idrica.

Grandi realtà come Nestlé, Unilever, Coca-Cola e Microsoft hanno già attivato programmi avanzati per ridurre il proprio impatto idrico. Alcune di queste aziende si sono date obiettivi ambiziosi, come diventare “water positive” entro il 2030, restituendo alla natura più acqua di quanta ne consumino. Si tratta di esempi concreti di come l’industria possa contribuire, in modo attivo e misurabile, alla water security globale.


Quali sono i dati di riferimento per la water security

La misurazione della sicurezza idrica è fondamentale per comprendere i rischi legati alla disponibilità, qualità e gestione delle risorse idriche. A livello internazionale, esistono numerosi indicatori, indici e dataset utilizzati da governi, enti scientifici e organizzazioni internazionali per monitorare la situazione e guidare le politiche.

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Ecco i principali dati e indicatori di riferimento:


1. Water Stress Index (WSI)

L’Indice di stress idrico misura il rapporto tra l’acqua prelevata e la disponibilità rinnovabile. Più alto è il valore, maggiore è la pressione sulle risorse.

  • >40%: indica una condizione di stress idrico elevato (es. India, Medio Oriente, Nord Africa)
  • Fonte: World Resources Institute (WRI) – Aqueduct Water Risk Atlas

Questo indice aiuta a identificare le aree vulnerabili a carenze idriche croniche o stagionali.


2. Accesso all’acqua potabile sicura

Misura la percentuale di popolazione con accesso a fonti d’acqua gestite in modo sicuro (secondo gli standard WHO/UNICEF).

  • Include criteri di qualità, continuità, prossimità e prezzo accessibile
  • Utilizzato per monitorare i progressi dell’SDG 6.1
  • Fonte: JMP (Joint Monitoring Programme) di WHO e UNICEF

3. Tasso di inquinamento delle risorse idriche

Include parametri come:

  • BOD (domanda biochimica di ossigeno): indica l’inquinamento organico
  • Nitrati e fosfati: monitorano la contaminazione agricola
  • Metalli pesanti e sostanze chimiche industriali
  • Utilizzato nell’SDG 6.3 per misurare la qualità dell’acqua

Questi dati provengono da monitoraggi ambientali nazionali e da banche dati come AQUASTAT (FAO) e GEMS/Water (UNEP).


4. Disponibilità e consumo pro capite

Indicatori fondamentali per comprendere quanto e come viene utilizzata l’acqua:

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 ribassi fino al 70%

 

  • m³/pro capite/anno: misura la disponibilità idrica interna per abitante
  • Consumo pro capite: utile per confrontare stili di vita e pressioni sulle risorse
  • Fonte: FAO, World Bank, Eurostat

In Paesi con meno di 1.700 m³/anno per abitante, si parla già di stress idrico; sotto i 1.000 m³, di penuria idrica.


5. Efficienza d’uso dell’acqua (agricoltura, industria, civile)

Misura la quantità di valore aggiunto prodotto per ogni metro cubo d’acqua utilizzato:

  • SDG 6.4.1: Uso efficiente dell’acqua per unità di PIL
  • SDG 6.4.2: Livello di stress idrico settoriale

Fondamentale per promuovere una gestione sostenibile soprattutto nei settori agricolo (che consuma circa il 70% delle risorse globali) e industriale.


6. Dati geospaziali, satellitari e GIS

Tecnologie avanzate come:

  • Copernicus (EU) e Landsat (NASA/USGS)
  • GRACE (Gravity Recovery and Climate Experiment) per il monitoraggio delle falde sotterranee
  • Global Surface Water Explorer (JRC)

permettono di osservare in tempo reale:

  • variazioni nei bacini idrografici
  • cambiamenti di portata fluviale
  • degrado delle risorse sotterranee
  • impatti da eventi estremi (alluvioni, siccità)

7. Fonti e database autorevoli

Ecco alcune delle principali piattaforme che forniscono open data e analisi su scala globale:

Organizzazione Strumento/Data Platform Focus
FAO AQUASTAT Dati sull’uso idrico agricolo e disponibilità
WRI Aqueduct Rischi idrici globali e stress idrico
UN-Water SDG 6 Data Portal Indicatori ufficiali per il monitoraggio dell’Obiettivo 6
UNEP GEMS/Water Qualità delle acque a livello globale
WHO/UNICEF JMP Accesso a servizi idrici e igienici sicuri
World Bank WDI (World Development Indicators) Indicatori idrici ed economici

Water security e innovazione digitale

L’innovazione digitale sta trasformando profondamente il modo in cui governi, aziende e comunità affrontano le sfide legate alla water security. In un contesto segnato da scarsità idrica, inquinamento e cambiamenti climatici, le tecnologie emergenti offrono strumenti potenti per garantire un uso più efficiente, intelligente e sostenibile delle risorse idriche.


1. Internet of Things (IoT) per il monitoraggio in tempo reale

Sensori intelligenti installati in:

  • reti idriche urbane (acquedotti, impianti di depurazione)
  • campi agricoli (irrigazione di precisione)
  • corpi idrici naturali (laghi, fiumi, falde)

permettono di raccogliere dati in tempo reale su:

  • portata e pressione dell’acqua
  • qualità (pH, contaminanti, torbidità)
  • perdite e anomalie nei sistemi di distribuzione

Questi dati vengono poi trasmessi a piattaforme cloud per essere elaborati e visualizzati tramite dashboard gestionali.


2. Intelligenza Artificiale e Machine Learning per la gestione predittiva

L’Intelligenza artificiale consente di:

  • prevedere siccità o alluvioni analizzando dati meteo, idrologici e satellitari
  • ottimizzare il consumo idrico in agricoltura o industria
  • simulare scenari futuri per migliorare la pianificazione delle risorse

Esempio: sistemi di irrigazione predittiva che si attivano solo quando serve, riducendo sprechi fino al 30%.


3. Smart Water Grid: le reti idriche intelligenti

Le Smart Water Grid sono reti idriche digitalizzate e interconnesse che:

  • individuano automaticamente le perdite
  • adattano la distribuzione in base alla domanda in tempo reale
  • migliorano l’efficienza energetica degli impianti di pompaggio

Analoghe alle smart grid elettriche, migliorano la resilienza infrastrutturale e riducono i costi operativi.


4. Big Data e analisi ambientale avanzata

L’analisi di grandi volumi di dati (provenienti da sensori, GIS, satellite, dati meteo) consente di:

  • costruire modelli idrologici dinamici
  • identificare pattern di inquinamento o sovrasfruttamento
  • supportare la governance idrica basata su evidenze scientifiche

Strumenti come Google Earth Engine, IBM Environmental Intelligence Suite, o piattaforme FAO/UNEP sono sempre più usati per queste analisi.


5. Blockchain e tracciabilità dei consumi idrici

La tecnologia Blockchain applicata alla gestione idrica può offrire:

  • tracciabilità trasparente dei consumi in agricoltura o industria
  • smart contracts per regolare l’uso condiviso di risorse tra utenti o Stati
  • certificazione dei processi idrici in ottica ESG e sostenibilità

Utile in progetti di compensazione idrica o “water credits” per le imprese che investono in efficienza.


6. Digital twin: gemelli digitali dei sistemi idrici

I digital twin sono modelli virtuali dinamici che replicano in tempo reale il comportamento di impianti idrici, dighe, bacini o intere reti urbane. Permettono:

  • simulazioni avanzate di scenari critici (es. contaminazione, collasso rete)
  • manutenzione predittiva
  • pianificazione urbanistica più resiliente

Alcune città pionieristiche (es. Singapore, Amsterdam, Los Angeles) hanno già implementato sistemi di digital twin idrici.


7. Esempi concreti e best practices

  • Israele: ha sviluppato un sistema integrato di gestione digitale dell’acqua, diventando un modello di efficienza idrica a livello mondiale.
  • Nestlé e Danone: usano AI e sensoristica per monitorare l’impronta idrica delle filiere produttive.
  • Smart Aqua Project (UE): promuove l’adozione dell’IoT nei sistemi idrici rurali europei.

Water security e ESG

La water security è ormai riconosciuta come una componente chiave dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance). In un contesto globale segnato da crisi climatiche e idriche sempre più frequenti, la gestione sostenibile dell’acqua è diventata strategica per aziende, investitori e stakeholder.


1. Water security nei criteri ambientali (E)

All’interno del pilastro Environmental, la gestione delle risorse idriche viene valutata in termini di:

  • Prelievo idrico diretto e indiretto (water footprint)
  • Efficienza d’uso e riciclo dell’acqua
  • Trattamento e scarico delle acque reflue
  • Protezione delle fonti idriche locali
  • Prevenzione dell’inquinamento idrico

Un’azienda che consuma e inquina molta acqua senza misure di mitigazione incorre in penalizzazioni nei rating ESG.


2. Water security come leva sociale (S)

L’accesso equo all’acqua è un diritto umano fondamentale, riconosciuto dall’ONU. Le imprese che operano in aree vulnerabili o con comunità locali devono:

  • garantire l’accesso sicuro e trasparente alle risorse
  • coinvolgere le comunità locali nella governance idrica
  • evitare conflitti sociali causati da eccessivi prelievi

Le aziende idricamente responsabili favoriscono coesione, occupazione sostenibile e benessere territoriale.


3. Governance (G): gestione trasparente del rischio idrico

Nel contesto ESG, la “G” riguarda:

  • la gestione del rischio idrico a livello strategico
  • la trasparenza nei report su consumi, impatti e mitigazioni
  • l’adozione di policy idriche aziendali (es. obiettivi di riduzione dell’impronta idrica)

I migliori standard di rendicontazione – come il CDP Water Disclosure, il GRI 303 o la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) – chiedono alle aziende di integrare l’acqua nella propria governance climatica e ambientale.


4. Water risk: un rischio finanziario concreto

Le imprese che trascurano la sicurezza idrica possono subire:

  • interruzioni della produzione per mancanza d’acqua
  • sanzioni normative e cause legali per inquinamento
  • boicottaggi o danni reputazionali da parte dei consumatori
  • disinvestimenti da parte di fondi ESG e investitori istituzionali

Il World Economic Forum classifica il rischio idrico tra i primi 5 rischi globali per impatto economico e probabilità.


5. Water stewardship: il nuovo standard sostenibile

Sempre più imprese adottano principi di water stewardship, cioè:

  • responsabilità condivisa nella gestione delle risorse
  • collaborazione con enti locali, ONG, comunità e fornitori
  • misure volontarie oltre la conformità normativa

Esempio: il programma AWS Standard (Alliance for Water Stewardship) offre una certificazione internazionale per le imprese impegnate nella gestione sostenibile dell’acqua.


6. Investitori sostenibili: focus sull’acqua

Gli investitori ESG stanno includendo l’acqua nei propri criteri di selezione:

  • attraverso water stress analysis dei portafogli
  • favorendo aziende con obiettivi idrici chiari e verificabili
  • penalizzando settori ad alto consumo idrico senza piani di mitigazione (es. fast fashion, agribusiness, mining)

Le aziende con una buona gestione idrica sono percepite come più resilienti, innovative e adatte al lungo termine.


I rischi della water insecurity

La water insecurity – ovvero l’incapacità di garantire un accesso stabile, sicuro e sostenibile all’acqua – rappresenta oggi una delle più gravi sfide ambientali, sociali ed economiche a livello mondiale. La sua crescente diffusione, acuita dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e da una gestione inefficiente, espone intere popolazioni, ecosistemi e sistemi produttivi a rischi sistemici e interconnessi.


1. Crisi sanitarie e aumento delle malattie idriche

La carenza di acqua potabile e servizi igienico-sanitari adeguati:

  • favorisce la diffusione di malattie come colera, dissenteria, tifo e parassitosi
  • mette a rischio la salute di oltre 2 miliardi di persone nel mondo
  • è tra le principali cause di mortalità infantile nei Paesi a basso reddito

Secondo l’OMS, oltre il 40% della popolazione globale è esposta a forme di stress idrico che possono compromettere la salute pubblica.


2. Conflitti idrici e instabilità geopolitica

L’acqua può diventare una fonte di tensione e conflitto, soprattutto:

  • in aree transfrontaliere dove più Stati condividono lo stesso bacino idrico
  • nei contesti urbani con risorse scarse e governance debole
  • nei territori rurali dove agricoltura e comunità locali competono per la stessa risorsa

Esempi attuali: le tensioni tra Etiopia, Egitto e Sudan per la Diga del GERD sul Nilo, o i conflitti tribali nel Sahel legati all’accesso ai pozzi.


3. Calo della produttività agricola e insicurezza alimentare

L’agricoltura utilizza circa il 70% dell’acqua dolce disponibile. In condizioni di insicurezza idrica si registrano:

  • riduzione dei raccolti e instabilità nei prezzi alimentari
  • difficoltà nell’allevamento e nell’irrigazione
  • perdita di reddito per milioni di agricoltori e comunità rurali

Secondo la FAO, il calo della disponibilità idrica potrebbe ridurre la produzione agricola globale del 20-30% entro il 2050 in alcune regioni.


4. Migrazioni ambientali e pressione sulle aree urbane

La scarsità d’acqua, unita a siccità, desertificazione e degrado del suolo, può spingere intere comunità a migrare in cerca di risorse vitali. Questo fenomeno:

  • alimenta l’urbanizzazione non pianificata
  • genera nuove forme di povertà urbana
  • accresce la competizione per le risorse tra popolazioni locali e migranti

Secondo il World Bank Group, entro il 2050 potrebbero esserci oltre 200 milioni di migranti climatici, molti dei quali spinti dalla crisi idrica.


5. Perdita di biodiversità e collasso degli ecosistemi acquatici

Fiumi, laghi e zone umide sono tra gli habitat più a rischio a causa dell’inquinamento, dei prelievi eccessivi e della frammentazione idrologica. La water insecurity:

  • altera il ciclo naturale dell’acqua
  • riduce la portata e la qualità degli habitat
  • minaccia specie animali e vegetali acquatiche

La biodiversità d’acqua dolce sta scomparendo più rapidamente di quella terrestre o marina, secondo l’IPBES.


6. Rischi economici per le imprese

Aziende di tutti i settori – dall’agroalimentare al tessile, dall’energia alla manifattura – dipendono dall’accesso affidabile all’acqua. La water insecurity comporta:

  • interruzioni della produzione
  • aumento dei costi operativi
  • perdita di competitività sui mercati globali

Il CDP (Carbon Disclosure Project) stima che oltre 2/3 delle aziende analizzate hanno identificato rischi significativi legati all’acqua nelle proprie operazioni o catene di fornitura.


7. Effetti moltiplicatori e rischio sistemico

La crisi idrica non agisce mai isolatamente: si intreccia con povertà, conflitti, fame, crisi climatiche, disuguaglianze e instabilità politica. È quindi un rischio moltiplicatore, capace di innescare catene complesse di effetti negativi a livello locale e globale.

La gestione della sicurezza idrica è pertanto una priorità strategica per governi, aziende e comunità, non solo in termini ambientali, ma anche di resilienza, stabilità e pace.


The OpenAg Foundation: un esempio concreto di water security in Africa

The OpenAg Foundation, lanciata ufficialmente il 5 giugno 2025 a Cannes durante un evento di raccolta fondi, rappresenta un modello di eccellenza nel campo della sicurezza idrica e dello sviluppo sostenibile in Africa meridionale. La fondazione no-profit ha come missione primaria la sicurezza alimentare, il rafforzamento della resilienza dei piccoli agricoltori e il supporto alle comunità rurali colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici. Il suo progetto inaugurale, Water for Harmony, mira a rispondere all’emergenza idrica in una delle aree più vulnerabili del continente, con un impatto diretto stimato su 1 milione di persone.

Un progetto ambizioso: 1.000 pozzi per garantire acqua pulita a un milione di persone

Il cuore dell’iniziativa Water for Harmony è la perforazione di 1.000 nuovi pozzi, che forniranno acqua potabile sicura non solo alle comunità umane, ma anche al bestiame e alla fauna selvatica. Questo intervento non solo migliora la qualità della vita, ma sostiene anche l’agricoltura locale, permettendo l’irrigazione delle colture, elemento cruciale per la sicurezza alimentare. Grazie alla raccolta fondi dell’evento di Cannes, che ha generato 1,3 milioni di dollari USA, la fondazione ha già assicurato risorse finanziarie concrete per avviare il programma.

Il successo del progetto pilota in Zambia

La strategia di The OpenAg Foundation si basa su esperienze consolidate: un progetto pilota in Zambia ha già portato alla perforazione di 10 pozzi in regioni dove meno della metà della popolazione rurale ha accesso a servizi di acqua potabile. Il successo di questa prima fase ha dimostrato l’efficacia dell’approccio e ha permesso di scalare il modello su scala regionale.

Leadership e governance di alto livello per una visione globale

La fondazione è presieduta da Jai Shroff, uno dei massimi esperti mondiali in sviluppo agricolo sostenibile. Il consiglio direttivo riunisce personalità di spicco provenienti da vari settori e continenti, tra cui:

  • Mauricio Macri, ex presidente dell’Argentina e presidente della FIFA Foundation
  • Chipokota Mwanawasa, avvocato, agricoltore e imprenditore zambiano
  • Sean de Cleene, co-presidente emerito di Grow Africa
  • Fatma Al Khater, fondatrice di Torba Farms Qatar
  • David Schaerli, banchiere privato e avvocato

Questa composizione garantisce una governance forte e multidisciplinare, in grado di affrontare le sfide complesse legate all’acqua, all’agricoltura e allo sviluppo sostenibile.

Obiettivi integrati: acqua, agricoltura sostenibile e supporto ai piccoli agricoltori

The OpenAg Foundation non si limita a fornire acqua, ma punta a trasformare profondamente il sistema agricolo attraverso:

  • Assistenza finanziaria e tecnica per piccoli agricoltori
  • Promozione di politiche innovative e radicali a livello legislativo
  • Facilitazione dell’accesso a input agricoli di alta qualità, come semi migliorati geneticamente a basso costo

Questa strategia integrata mira a migliorare la resilienza delle comunità, aumentare la produttività agricola e combattere la povertà estrema.

Risposta tempestiva a una crisi climatica crescente

Il progetto Water for Harmony nasce in un contesto di crescente emergenza: un recente report del Copernicus Global Drought Observatory ha evidenziato un peggioramento drastico delle condizioni di siccità in Africa causato dall’aumento delle temperature globali e dalla diminuzione delle precipitazioni. Questi fattori mettono a rischio la sicurezza idrica e alimentare di milioni di persone, rendendo urgente un intervento strutturato e di largo respiro come quello promosso dalla fondazione.

Coinvolgimento globale e partnership strategiche

L’evento di lancio a Cannes, tenutosi presso il prestigioso Hotel Martinez in occasione del Festival del Cinema, è stato realizzato in partnership con il marchio di lusso Chopard, e ha visto la partecipazione di donatori e stakeholder internazionali. La campagna prevede anche un programma di “adozione di pozzi”, dove ciascun donatore può sostenere direttamente la realizzazione di un pozzo, stimato per supportare tra 250 e 500 persone.

Oltre alla raccolta fondi pubblica, la fondazione riceve contributi da aziende, istituzioni di finanziamento allo sviluppo e donatori privati, costruendo così un ecosistema di supporto finanziario solido e diversificato.

Un impegno a lungo termine per il sostegno ai piccoli agricoltori

Come ha sottolineato Jai Shroff, il successo di questa iniziativa dipende dal supporto costante a ogni fase della vita degli agricoltori, dalla fornitura di acqua pulita alla transizione verso pratiche agricole sostenibili. Il progetto si pone quindi come un intervento multidimensionale, volto non solo alla sopravvivenza immediata, ma anche alla prosperità e alla resilienza futura delle comunità rurali.

Water security e agricoltura

L’agricoltura è da sempre il grande protagonista quando si parla di water security, poiché assorbe circa il 70% dell’acqua dolce utilizzata a livello globale. Un dato che racconta una sfida complessa e urgente: come coltivare di più, meglio e senza prosciugare le risorse idriche? La risposta non può prescindere da un cambio di paradigma.

Irrigazione di precisione: l’acqua dove serve davvero

L’irrigazione di precisione, grazie a sensori e algoritmi, consente di erogare l’acqua esattamente dove e quando serve, evitando dispersioni e stress inutili per le colture. Questa tecnologia riduce gli sprechi e ottimizza le risorse, contribuendo a una gestione più responsabile dell’acqua.

Tecniche conservative per il suolo e la ritenzione idrica

Pratiche agricole conservative come la minima lavorazione del terreno e la copertura vegetale aiutano a trattenere l’umidità del suolo e a prevenire l’erosione. Questi metodi migliorano la capacità del terreno di conservare l’acqua, aumentando la resilienza delle colture nei periodi di siccità.

Recupero e riuso delle acque reflue in agricoltura

Il recupero e il riuso delle acque reflue trattate rappresentano una risorsa strategica, soprattutto in aree aride o soggette a scarsità idrica cronica. Utilizzare queste acque per l’irrigazione riduce la pressione sulle risorse naturali, contribuendo a una gestione più sostenibile.

Colture resistenti alla siccità: un investimento nel futuro

La selezione e la diffusione di varietà di piante più resilienti alla siccità consente di mantenere la produttività anche in condizioni climatiche difficili. Queste colture rappresentano una risposta concreta all’aumento degli eventi climatici estremi legati all’acqua.

Water security e sviluppo industriale

L’acqua rappresenta un elemento imprescindibile per l’industria moderna: dalla produzione di beni di consumo alle materie prime, dai processi chimici al raffreddamento, ogni fase produttiva richiede quantità significative di acqua. La sicurezza idrica, quindi, non è solo una questione ambientale, ma un fattore cruciale per la continuità e la competitività del settore industriale.

I settori industriali più idro-esigenti

Alcuni settori spiccano per il loro elevato consumo di acqua. Il tessile, per esempio, utilizza enormi volumi d’acqua nella tintura e nel trattamento dei tessuti; il chimico impiega l’acqua come solvente e per processi di raffreddamento; l’agroalimentare richiede acqua per la lavorazione e la pulizia; mentre il manifatturiero spesso ha bisogno di acqua per raffreddare macchinari o come componente nei prodotti finali.

Strategie di water stewardship per le aziende

Per garantire la sostenibilità e ridurre i rischi legati alla scarsità idrica, molte imprese adottano strategie di water stewardship. Queste includono la mappatura dei rischi idrici lungo tutta la catena produttiva, l’impegno a migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua e la collaborazione con comunità locali e stakeholder per una gestione condivisa delle risorse.

Riduzione dei consumi e riciclo delle acque

La riduzione del consumo idrico passa attraverso tecnologie innovative, come sistemi di riciclo e trattamento delle acque reflue industriali, l’installazione di impianti a circuito chiuso e l’adozione di processi produttivi meno idro-esigenti. Questi interventi non solo riducono la pressione sulle risorse naturali, ma possono anche generare risparmi economici significativi.

Minimizzare l’impatto ambientale e normativo

Oltre al risparmio idrico, le imprese devono affrontare le sfide legate all’inquinamento delle risorse idriche. L’adozione di sistemi avanzati di depurazione e il rispetto di normative sempre più stringenti sono indispensabili per evitare sanzioni e danni reputazionali. L’impegno verso un uso responsabile dell’acqua diventa così un elemento chiave delle politiche di responsabilità sociale d’impresa (CSR).

Un approccio sostenibile alla gestione dell’acqua può trasformarsi in un vantaggio competitivo. Aziende che investono in tecnologie green e che dimostrano trasparenza e responsabilità nel loro uso dell’acqua attraggono investitori ESG, migliorano la propria immagine sul mercato e si preparano a rispondere con resilienza a future crisi idriche.




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