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Sostenibilità aziendale, ecco come raggiungere gli obiettivi ESG


L’integrazione dei criteri ESG nei modelli di business ieri era una scelta etica, oggi una condizione necessaria per competere in mercati sempre più regolati e attenti alla trasparenza. Con l’adozione del Green Deal e della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), l’Unione Europea ha tracciato una rotta precisa: entro il 2028, le imprese dovranno rendicontare le proprie performance ambientali, sociali e di governance.

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In questo quadro, il rinvio delle scadenze previste con lo Stop the Clock deve essere interpretato dalle aziende come un’opportunità irrinunciabile per dare forma ad azioni di sostenibilità capaci di generare un impatto positivo su ambiente e società nel tempo.

Sostenibilità aziendale, che cos’è e come si attua

Non possiamo parlare di sostenibilità aziendale senza considerare la supply chain: quando parliamo di transizione ESG, le filiere di fornitura rappresentano l’anello debole della catena e un’area di miglioramento da privilegiare. Ma da dove iniziare?

Coinvolgere i fornitori in un percorso di valutazione e miglioramento continuo consente alle organizzazioni di allineare l’intera catena del valore ai principi ESG. Il processo consiste nel selezionare partner affidabili e costruire ecosistemi imprenditoriali che condividano una visione comune: ridurre i rischi, migliorare la reputazione, favorire l’accesso a capitali sostenibili e valorizzare il posizionamento strategico dell’azienda.

Per le imprese capofila, avviare un processo di qualifica ESG dei fornitori significa in particolare consolidare il proprio sistema di controllo e migliorare la qualità delle informazioni a disposizione. Per i fornitori, far parte di questo processo rappresenta invece un’occasione per sviluppare nuove competenze ed essere parte di una supply chain più resiliente e trasparente.

Tra le altre cose, è bene che le imprese sappiano che, dimostrando di poter mappare in maniera strutturata i rischi ESG, potranno accedere a finanziamenti agevolati e ottenere condizioni economiche più favorevoli da parte di investitori e istituti di credito.

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Come valutare i fornitori in ottica ESG

Attivare un processo di valutazione ESG richiede metodo, chiarezza, coerenza e, soprattutto, la definizione di parametri misurabili e verificabili. Ma quando un fornitore opera in ottica ESG? Sul piano ambientale, la valutazione dei fornitori tiene conto di elementi come il consumo e la gestione efficiente delle risorse naturali, l’adozione di pratiche per la riduzione delle emissioni e dei rifiuti e l’eventuale possesso di certificazioni ambientali riconosciute a livello internazionale, come la ISO 14001.

Sostenibilità aziendale, l’ambito sociale e di governance

Per quanto concerne la sfera sociale, giocano un ruolo fondamentale fattori come l’attenzione alla salute e sicurezza dei lavoratori, le politiche sulla parità di genere in azienda, gli investimenti nella formazione del personale e l’impegno concreto verso il benessere delle comunità locali. Infine, sotto il profilo della governance, si valutano aspetti legati all’etica aziendale, alla trasparenza nei processi decisionali, all’esistenza di codici di condotta e modelli organizzativi contro la corruzione, oltre alla capacità di monitorare e mappare in modo affidabile le proprie attività.

Per orientarsi in una tale complessità, le imprese necessitano di individuare i criteri di valutazione più adatti al loro settore e di definire processi di valutazione rigorosi. L’osservazione dei fornitori non è un esercizio di compliance, ma un percorso di crescita condivisa che può generare benefici diffusi su tutta la filiera.

Il ruolo del digitale nella sostenibilità aziendale

Uno degli ostacoli principali all’implementazione delle pratiche ESG riguarda la raccolta e la gestione dei dati. Soprattutto per aziende con supply chain ampie e frammentate, monitorare le performance ESG in modo continuativo e affidabile può diventare complicato.

L’adozione di soluzioni digitali consente di semplificare il flusso informativo tra azienda e fornitori, ridurre il carico operativo e disporre di informazioni aggiornate real time tracciabili e confrontabili. La digitalizzazione dei processi ESG è la condizione necessaria per trasformare in prassi un approccio fondato sulla responsabilità e sul miglioramento continuo.

Strumenti evoluti di raccolta e analisi dei dati consentono di trasformare i dati in insight strategici, facilitare il dialogo con i partner e garantire una certa coerenza con le richieste normative. Le aziende che investono oggi in queste soluzioni pongono le basi per una governance avanzata della sostenibilità. È questo il ruolo della tecnologia.

Perché la sostenibilità aziendale assicura la competitività

La transizione ESG è un processo non lineare e non privo di complessità e affrontarla partendo dalla supply chain significa agire dove l’impatto è maggiore e i margini di miglioramento più misurabili. Rendere la sostenibilità accessibile a tutti gli attori della filiera, anche quelli meno strutturati, è un passo fondamentale per costruire sistemi economici più equi, trasparenti e duraturi.

Valutare i fornitori non come semplici anelli produttivi, ma come partner strategici, significa promuovere una cultura d’impresa più consapevole e orientata al futuro: le aziende che sapranno cogliere questa sfida attrezzandosi di competenze, strumenti e visione integrata, saranno quelle in grado di rispettare le normative e di potenziare la propria competitività nei mercati di domani.

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