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Efficienza energetica, le ESCo italiane corrono: +78% di ricavi in tre anni spinti da innovazione e incentivi


Presentato a Casa Siemens il nuovo studio Agici: in tre anni il fatturato delle ESCo è cresciuto del 78%, da 9,13 a 16,2 miliardi di euro, con un Ebitda di 2,16 miliardi e un utile netto aggregato di 700 milioni

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Il settore delle Energy Service Companies(ESCo) si conferma uno degli attori principali della transizione energetica italiana, con una crescita robusta sia in termini economici che tecnologici. Nel 2023, le ESCo attive sul territorio nazionale hanno raggiunto un valore complessivo di 16,2 miliardi di euro, segnando un aumento del fatturato del 78% rispetto ai 9,13 miliardi del 2020.

La crescita non si è limitata ai ricavi: anche margini operativi e redditività risultano in forte espansione. L’Ebitda aggregato è passato da 1,74 a 2,16 miliardi di euro, mentre l’utile netto complessivo ha toccato quota 700 milioni.

È quanto emerge dallo studio “Energy Service Companies: presente e futuro di un settore chiave per la transizione energetica”, realizzato da Agici– centro di ricerca e consulenza economico-strategica – in collaborazione con Siemens, e presentato nel corso dell’evento “Efficienza Energetica: strategia e approcci tecnologici delle ESCo italiane”, tenutosi a Casa Siemens, Milano.

Fatturato ESCo in crescita: spiccano le specializzate

Sebbene in Italia siano oltre 900 le ESCo certificate, lo studio si focalizza su un campione rappresentativo di 466 aziende che operano con un core business orientato ai servizi per l’efficienza energetica. Queste realtà coprono l’intera filiera: dalla consulenza e progettazione alla realizzazione degli impianti, fino alla gestione operativa e all’assistenza amministrativa.

Il report distingue chiaramente tre fasi evolutivenel percorso di crescita del comparto. Tra il 2014 e il 2019, il settore ha registrato una crescita graduale ma costante, con ricavi compresi tra i 5,3 e i 6,4 miliardi di euro. Il 2020 ha rappresentato una parentesi di lieve contrazione, causata dall’impatto della pandemia da Covid-19, un colpo assorbito principalmente dalle realtà più strutturate. La vera svolta, però, è arrivata tra il 2021 e il 2023, quando – anche grazie alla spinta degli incentivi pubblici – il settore ha vissuto un vero e proprio boom: in soli tre anni il fatturato complessivo è aumentato del 78%, passando da 9,13 a 16,2 miliardi di euro.

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Dal report emerge una dinamica interessante tra grandi player e specialisti verticali. Le ESCo appartenenti a grandi gruppi energetici o attive nei servizi integrati producono la quota maggiore del fatturato – 69% del totale – e rappresentano il 58% dell’Ebitda. Tuttavia, sono le aziende specializzate, spesso più snelle e focalizzate, a distinguersi per redditività: con una struttura più leggera, generano ben il 49% degli utili complessivi. 

Tecnologia e procurement: i driver del futuro

Il comparto sta affrontando una trasformazione tecnologica significativa. Tecnologie come pompe di calore, impianti fotovoltaici, colonnine per la ricarica elettrica, sistemi digitali di monitoraggio e strumenti di gestione intelligente dell’energia rappresentano i nuovi asset strategici.

In parallelo, anche il procurement tecnologico acquisisce un ruolo centrale: la selezione dei fornitori e la capacità di integrare soluzioni avanzate diventano elementi chiave per rispondere a una domanda sempre più complessa. I principali strumenti utilizzati sono gare pubbliche, affidamenti diretti e accordi quadro, scelti in base alla struttura dell’azienda e alla sua appartenenza a gruppi più ampi.

I commenti

“Le Energy Service Companies sono chiamate a svolgere un ruolo sempre più determinante nella costruzione di un sistema energetico efficiente, resiliente e a basse emissioni – ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici – Il nostro studio evidenzia chiaramente come il comparto abbia tutte le potenzialità per una crescita solida e strutturale, a condizione che riesca ad adattarsi a un contesto sempre più orientato alla performance e meno dipendente dagli incentivi pubblici, per i quali restano ancora ostacoli da superare sul piano attuativo. Per il futuro, sarà fondamentale investire in efficienza, tecnologie integrate e modelli gestionali evoluti, affinché le ESCo possano consolidare il proprio ruolo e contribuire in modo duraturo agli obiettivi di decarbonizzazione e modernizzazione del sistema energetico nazionale”.

“Lo studio presentato oggi sottolinea il ruolo cruciale della tecnologia nel garantire qualità e continuità ai progetti delle ESCo, settore dinamico e fondamentale nella transizione energetica – ha dichiarato Claudia Guenzi, head of smart infrastructure di Siemens Italia -. In Siemens siamo convinti che l’innovazione nella gestione dell’energia, unita alla digitalizzazione delle infrastrutture industriali, sia essenziale per garantire competitività e sostenibilità nel lungo periodo. Pertanto, ci impegniamo a fornire soluzioni avanzate che rispondano alla crescente domanda di integrazione tra energia e digitale, facilitando la creazione di sistemi più flessibili ed efficienti. In uno scenario in continua trasformazione, Siemens offre tecnologia all’avanguardia, competenze e una visione strategica per supportare le ESCo e i loro partner lungo un percorso di transizione concreto ed efficace”.



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