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in crescita l’interesse, ma lo sviluppo è ancora basso Assinews.it


di Francesco Sottile.

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Welfare aziendale sempre più fondamentale all’interno delle aziende, quale strumento non solo in grado di controbilanciare in termini reali l’insufficiente aumento nominale degli stipendi rispetto ai livelli pre-covid, ma anche come elemento strategico da portare sul tavolo delle trattative in sede di acquisizione di nuovi talenti e trattenimento delle risorse in essere. Questo, in sintesi, quanto emerso dal terzo rapporto annuale “Il welfare aziendale: diffusione e prospettive nelle PMI” riportante gli esiti dell’indagine svolta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro in collaborazione con Pluxee; indagine che ha visto la partecipazione di un campione di 1.620 Consulenti del Lavoro cui è stato somministrato un questionario a struttura chiusa.

L’indagine svolta mostra infatti un crescente interesse delle piccole e medie imprese nei confronti del welfare aziendale, quale strumento utile per integrare la retribuzione e migliorare il benessere dei dipendenti. Infatti, nonostante il report evidenzi come il welfare abbia ancora tantissimi margini di sviluppo, secondo il 62,8% degli intervistati la diffusione del welfare aziendale è aumentata fra il 2023 e 2025, mentre per il 34,8% è rimasta invariata: solamente per il restante 2,4% si è osservata una diminuzione. E questo in maniera più o meno uniforme in tutto il territorio nazionale, ad eccezione del Sud che presenta un valore (56,9%) più basso rispetto alla media.

Il report rileva comunque come vi siano importanti differenze a livello settoriale, con il commercio e l’industria manufatturiera che risultano essere i settori in cui il welfare risulterebbe maggiormente diffuso. Più distanziati gli altri settori, guidati dai servizi alle imprese, credito e assicurazione, servizi di informazione e assicurazione.

Per quanto concerne gli strumenti di welfare, il sostegno economico ai lavoratori e alle loro famiglie risulterebbe di gran lunga il più diffuso secondo gli intervistati (67,1%), seguito dalle aree salute – assistenza (39,8%), e dalla conciliazione vita – lavoro (27,8%). In particolare, queste ultime 2 aree risulterebbero quelle che registrano un incremento maggiore rispetto al 2023.

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Fra i fattori che hanno determinato la maggiore diffusione del welfare aziendale in questi 2 anni troviamo:

  • una maggiore conoscenza dello strumento (51,2% degli intervistati);
  • l’esigenza di compensare l’erosione del potere di acquisto dei lavoratori;
  • la previsione del welfare aziendale nei contratti collettivi.

Anche le previsioni sono positive. Secondo il 64,1%degli intervistati, nel triennio 2025-2028 si osserverà una discreta crescita degli strumenti di welfare, mentre il 12,3% degli stessi ipotizza una crescita sostenuta. Solo il 2,3% degli intervistati ritiene plausibile un ridimensionamento degli stessi. Nel dettaglio, gli strumenti ritenuti maggiormente in crescita risulterebbero essere:

  • buoni pasto
  • buono spesa/shopping
  • buoni benzina.

Più defilate l’assistenza sanitaria e la previdenza complementare.

Lo sviluppo risulta però essere ancora basso…

Se da una parte il report evidenzia in maniera equivocabile una crescita di interesse verso il welfare aziendale, dall’altra sottolinea come questo strumento risulti ancora poco sviluppato: il 60,8% degli intervistati ritiene infatti che il livello di diffusione di tali strumenti sia ancora “abbastanza basso” e il 26.6% “basso”.

La digitalizzazione, e la conseguente mancanza di idonee piattaforme digitali, risulterebbe essere il principale freno allo sviluppo di tale strumento: il 50,9% degli intervistati ritiene infatti che le piattaforme per l’accesso ai servizi di welfare siano poco utilizzate, mentre il 16.7% ritiene che la loro presenza sia quasi nulla.

Inoltre, fra le principali difficoltà che i Consulenti incontrano nel promuovere soluzioni di welfare troviamo la paura che:

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  • tali strumenti diventino un “costo fisso”;
  • la gestione sia complessa;
  • i costi siano elevati.

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