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al via il contributo, come accedere


L’ISCRO è una misura rivolta agli autonomi introdotta in via sperimentale dal 2021 al 2023 e confermata successivamente in modo strutturale. Possono accedere a questa particolare indennità i titolari di partita IVA che rispettano determinati requisiti.

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La misura, che varia in base al reddito, garantisce un sostegno economico agli autonomi che si trovano in difficoltà. Gli importi sono stati calibrati in base ai prezzi al consumo resi noti direttamente dall’Istat. Per l’anno in corso comunque, la somma erogata è compresa nel range tra 250 e 800 euro.

L’ISCRO 2025, che ricordiamo è rivolta ai titolari di partita IVA che risultino essere regolarmente iscritti alla Gestione Separata Inps, segue la scia dell’intervento previsto gli scorsi anni. Dal 16 giugno 2025 è possibile richiedere il bonus.

Cos’è e come funziona l’ISCRO

L’ISCRO è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2021 ed è a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale rivolto ai lavoratori autonomi in possesso di una partita IVA.

Viene riconosciuta direttamente a quanti presentano una apposita domanda di accesso. Gli interessati possono ricevere un contributo variabile che si può chiedere fino al 31 ottobre 2025, con il servizio online INPS.

L’erogazione dell’indennità viene corrisposta per sei mesi, a partire dal primo giorno del mese successivo a quando si presenta la domanda di accesso. Non si può tuttavia richiedere la misura nei due anni successivi alla fruizione della medesima.

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L’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa è incompatibile con altre misure di sostegno al reddito di recente introduzione. Chi percepisce questa sorta di cassa integrazione per autonomi deve seguire percorsi formativi mirati al miglioramento della propria condizione di lavoro, definiti dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con il ministro dell’Economia e delle Finanze.

Requisiti per accedere all’ISCRO

Una delle principali novità introdotte nel 2025 sull’ISCRO è la soglia di reddito entro cui è possibile accedervi. Se negli anni scorsi si attestava intorno agli 8.000 euro, attualmente è di 12.000 euro. Questo vuol dire che il primo requisito per poter ricevere questo supporto economico è quello di rientrare entro questo range di guadagno.

A poter richiedere l’accesso sono i lavoratori autonomi con una partita IVA che risultano iscritti alla Gestione Separata INPS. Il sostegno non è quindi rivolto a chi aderisce ad altre casse previdenziali oppure a chi beneficia di altre indennità di tipo economico.

Il lavoratore autonomo che vuole accedere all’ISCRO deve tenere presente che funziona in modo similare alla cassa integrazione dedicata ai lavoratori dipendenti. Per questo motivo è indispensabile poter dimostrare che il reddito prodotto abbia segnato una discesa da un anno all’altro.

Su questo punto il requisito è preciso: il reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente alla domanda, deve essere inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo riferita ai due anni prima.

Per l’accesso all’indennità è anche obbligatorio che la partita IVA sia stata aperta almeno da 3 anni, al momento in cui viene presentata la domanda all’INPS. Inoltre, il lavoratore autonomo deve essere in regola con il versamento dei contributi obbligatori.

Infine non bisogna essere titolari di trattamenti pensionistici diretti o essere assicurati presso altre forme previdenziali, al di fuori della Gestione Separata INPS. Il professionista autonomo deve quindi produrre un’autocertificazione da presentare al momento della domanda in cui viene comprovato il rispetto dei requisiti.

ISCRO 2025, gli importi

Chi vuole accedere all’ISCRO può procedere telematicamente. Per ciò che riguarda gli importi della misura, l’INPS ha previsto delle erogazioni mensili sulla base del 25% dell’ultimo reddito da lavoro autonomo, calcolato su un periodo di sei mesi.

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Il range mensile di questa erogazione va da un minimo di 250 a 800 euro. Per poter ricevere questo sostegno è importante presentare correttamente i redditi degli anni precedenti al momento in cui si fa richiesta, altrimenti la domanda non può essere accolta.

Questo tipo di bonus concorre alla formazione del reddito del lavoratore, ma non si prevede accredito di contribuzione figurativa. Rientrano nel reddito di lavoro autonomo gli importi guadagnati come professionisti autonomi, tramite studi associati e sono inclusi coloro che aderiscono al regime fiscale forfettario. Non vengono considerati invece redditi da lavoro dipendente o di altro tipo.

Quando può decadere l’ISCRO

Premesso che chi non rispetta i requisiti di accesso alla misura non può effettivamente ricevere questo sostegno economico, ci sono anche dei casi in cui può decadere. Il primo è quello della chiusura della partita IVA: l’aiuto economico decade se questa operazione avviene mentre è erogato.

Il secondo caso è quello di accesso ad una pensione diretta o ad un’altra forma di previdenza obbligatoria: con la ricezione delle somme erogate da queste misure, decade l’ISCRO.

Infine non è possibile continuare a riceverla nel momento in cui si accede all’Assegno di Inclusione, una delle misure messe a disposizione quest’anno per chi si trova in difficoltà economica al posto del reddito di cittadinanza. Ma non è compatibile nemmeno con una misura dedicata alla disoccupazione come la Naspi o la Dis-Coll e con lo svolgimento di cariche politiche.

Come fare domanda per l’ISCRO

Nel momento in cui i diretti interessati dovessero rispettare i requisiti, che abbiamo appena elencato, possono presentare la domanda per l’ISCRO con apposita procedura entro il 31 ottobre di ogni anno. Le richieste possono essere presentate nei seguenti modi:

  • portale INPS, accessibile con credenziali SPID, CIE o CNS;
  • Contact Center Integrato chiamando i seguenti numeri: 803164 da telefono fisso o 06164164 da mobile;
  • presso un patronato.

Nel presentare la domanda i richiedenti dovranno autocertificare i redditi prodotti, per ogni anno di interesse, sempre che l’INPS non li abbia già a disposizione.

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Come si calcola l’ISCRO

L’ISCRO spetta per un periodo pari a sei mesi a partire dal mese successivo nel quale si è presentata la domanda. L’importo è del 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito dichiarato all’Agenzia delle Entrate.

Ad esempio: a fronte dell’ultimo reddito annuo certificato pari a 6.000 euro, lo stesso verrà diviso per due (6.000/2 = 3.000) e successivamente moltiplicato per il 25% (3.000 x 25% = 750 euro), determinando così l’importo mensile della prestazione.



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