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solo il 45% delle aziende italiane conosce il progetto e meno di un quarto ha investito


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In Italia, le imprese mostrano risposte contrastanti sul piano transizione 5.0, un programma nazionale che punta a favorire l’adozione di tecnologie innovative per ammodernare il sistema produttivo e ridurre i consumi energetici. A circa un anno dall’attivazione della piattaforma per richiedere gli incentivi, meno della metà delle aziende coinvolte ha familiarità con i dettagli dell’iniziativa e soltanto un quinto ha già effettuato investimenti in questa direzione. Questo articolo riporta i dati sintetizzati da un’indagine svolta da Sonepar Italia e presenta la situazione attuale del piano, soffermandosi su opportunità, ostacoli e prospettive.

Lo stato delle conoscenze e delle adesioni delle imprese al piano transizione 5.0

Sono ancora poche le aziende italiane che conoscono bene i contenuti e le opportunità offerte dal piano transizione 5.0. Dati recenti mostrano che solo il 45% delle imprese intervistate afferma di avere una comprensione adeguata della normativa e delle modalità per accedere agli incentivi. Inoltre, solo il 21% delle imprese ha avviato investimenti in innovazione, digitalizzazione e ammodernamento dei propri impianti, con una maggioranza che ha speso meno di 2,5 milioni di euro in queste operazioni.

Lo scarso livello di adesione è legato da oltre il 70% delle aziende alla complessità burocratica che accompagna la richiesta e l’ottenimento dei benefici. Molte imprese, pur riconoscendo il valore del piano, percepiscono difficoltà nella compilazione della documentazione e nel rispetto delle condizioni richieste dalla legge. Eppure quasi il 40% delle realtà ammette di voler presentare domanda entro la scadenza fissata al 31 dicembre prossimo.

Le aziende di dimensioni medio-grandi, rispetto alle piccole, risultano più informate. Nel campione indagato da Sonepar Italia, il 65% di quelle di taglia superiore dichiara di conoscere dettagli e requisiti del piano, probabilmente grazie a risorse interne o consulenti esterni, a cui si è affidato il 40% degli intervistati per gestire le pratiche burocratiche e i passaggi tecnici necessari.

Come le imprese usano gli incentivi per ammodernare macchinari e ridurre i consumi

Le principali aree di intervento per le imprese che accedono al piano riguardano la sostituzione di macchinari obsoleti, l’introduzione di tecnologie ‘4.0’ e le soluzioni per la produzione di energia rinnovabile. Il 59% delle aziende ha infatti puntato o intende puntare a rinnovare impianti e attrezzature industriali, con l’obiettivo anche di ridurre l’impatto ambientale e i consumi, mentre il 41% prevede l’adozione di beni strumentali che garantiscono risparmio energetico.

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Le soluzioni di automazione e digitalizzazione – che consentono un controllo più preciso e il monitoraggio continuo dei consumi – occupano il gradino successivo nella graduatoria degli interessi, con il 41% che le considera rilevanti, seguito dal 39% che vede nel monitoraggio digitale dell’energia uno strumento valido per migliorare la gestione degli impianti. Solo una minoranza ha valutato investimenti in sistemi di intelligenza artificiale, segnale di una fase ancora embrionale su questo fronte.

Anche l’aspetto formativo entra nella pianificazione delle spese: intorno al 24% delle imprese considera utile ampliare le competenze dei dipendenti per affrontare la transizione digitale e ambientale, così da garantire un’adozione più efficace delle nuove tecnologie.

Analisi degli ostacoli e delle motivazioni che frenano la partecipazione al piano

L’indagine ha messo in luce un mix di cause che limitano l’adesione al piano transizione 5.0. La principale resistenza è rappresentata dalla burocrazia e dalle procedure complesse, segnalate dal 73% degli intervistati come la principale barriera. A questa si aggiungono i costi percepiti come elevati , che scoraggiano soprattutto le realtà di piccole dimensioni.

Il 27% degli imprenditori lamenta la mancanza di competenze tecniche interne per gestire i progetti di digitalizzazione e sostenibilità, mentre una fetta analoga denuncia infrastrutture non adeguate per supportare gli investimenti programmati. La difficoltà di integrare i nuovi processi con le attività esistenti interessa circa il 22% delle aziende. Infine, il 18% segnala una resistenza al cambiamento all’interno dell’organizzazione, che rallenta l’avvio delle iniziative.

Nonostante queste criticità, quasi la metà del campione individua nel piano uno strumento valido per ridurre i costi operativi e migliorare la produttività. Sono segnalati anche vantaggi legati alla sostenibilità ambientale , alla competitività sul mercato e alla qualità del servizio offerto ai clienti .

Sonepar industry summit e il ruolo di sonepar italia nella diffusione della conoscenza

La ricerca è stata presentata durante la prima giornata dello sonepar industry summit, evento ospitato dal 22 aprile 2025 allo Zanhotel & meeting centergross di Bentivoglio, in provincia di Bologna. Alla manifestazione partecipano oltre mille manager dell’industria, operatori del settore macchine, system integrator, installatori e quadristi. L’appuntamento dura due giorni e offre discussioni, workshop e momenti formativi pensati per aggiornare le imprese sulle novità tecnologiche e normative.

Sergio Novello, presidente e amministratore delegato di Sonepar Italia, ha evidenziato come la società, con la sua rete capillare in Italia e le business unit dedicate, si pone come un anello di congiunzione tra i fornitori di tecnologia e le imprese industriali. Questo consente di accompagnare le aziende nell’adozione delle innovazioni previste dal piano, offrendo supporto nella gestione delle pratiche e stimolando il dialogo con il tessuto produttivo.

Davide Lombardi, direttore della business unit industry di Sonepar Italia, ha sottolineato l’importanza di mettere a disposizione della filiera le competenze e i contatti dell’organizzazione. Lo sonepar industry summit serve anche a fornire spunti utili alle imprese ancora indecise sull’adesione e alle istituzioni chiamate a valutare eventuali proroghe per la presentazione delle domande.

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Durante l’evento, particolare attenzione viene dedicata a temi come i data center, la normativa sf6 free per la media tensione, la robotica, la cyber security e le cabine di media e bassa tensione. L’area espositiva coinvolge 28 aziende e prevede 15 workshop specifici, realizzati con partner del settore per rispondere alle esigenze dell’industria e dell’automazione.

Prospettive future e interesse verso la formazione sulla transizione digitale e green

Nel campione analizzato, circa un terzo degli intervistati ha mostrato interesse a partecipare a corsi di formazione e workshop dedicati al piano transizione 5.0. Un altro 31% ha dichiarato di essere disposto a valutare queste opportunità, segno che cresce la consapevolezza della necessità di aggiornarsi per sfruttare al meglio gli strumenti disponibili.

Le aziende che ancora non hanno investito appaiono decise a esplorare le possibilità offerte da questi momenti formativi entro la scadenza del 31 dicembre 2025, data ultima per presentare richieste di incentivi. Alcune si affidano già a consulenti esterni, mentre altre puntano a rafforzare le competenze interne.

Il livello di investimento resta contenuto per la maggior parte delle imprese, con più del 75% che prevede di investire meno di 2,5 milioni di euro. Solo una minoranza ha programmato interventi superiori ai 10 milioni, mentre nessuna parte significativa supera la soglia di 50 milioni.

Il quadro attuale suggerisce un avvio a rilento del piano, nonostante il riconoscimento dei benefici in termini di riduzione dei costi e miglioramento della competitività. Le prossime settimane saranno decisive per verificare se le azioni di stimolo e supporto riusciranno a favorire una più ampia adesione, evitando che la complessità amministrativa ostacoli il percorso di ammodernamento previsto.





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