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“Fondi bloccati dai ministeri”: lo Spid rischia di diventare a pagamento. Cosa cambia per i cittadini dal mese di luglio


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È un servizio praticamente fondamentale per accedere a quasi tutti i servizi pubblici. Eppure da luglio lo Spid, cioè il sistema pubblico di identità digitale, rischia di diventare a pagamento per tutti i cittadini. E ciò perché, ad oggi, risultano ancora bloccati i finanziamenti pubblici da 40 milioni di euro previsti da un decreto del 2023 e destinati agli operatori che forniscono il sistema di identità digitale per i servizi online della Pubblica amministrazione. La notizia è stata confermata al quotidiano Repubblica dall’Agenzia Italia Digitale, l’ente governativo che si occupa di Spid. Il blocco dei fondi è da imputare al “rimpallo burocratico tra vari ministeri” del decreto fino al marzo scorso.

Il risultato? Molti operatori del settore stanno già applicando tariffe per il servizio: come Aruba, gratis solo il primo anno, o Infocert, che dopo dieci anni applicherà per la prima volta una tariffa da 5 euro e 98 ogni dodici mesi. Cifre in teoria minime, ma che riguardano un servizio fondamentale per la gestione delle pratiche burocratiche di ogni giorno: più del 90% degli accessi alla pubblica amministrazione in via digitale avvengono tramite Spid, cioè più di un miliardo solo l’anno scorso. Nonostante i tentativi del governo, infatti, l’uso della Carta d’identità elettronica è ancora minimo.

“La situazione che si sta delineando appare gravemente lesiva dei diritti dei consumatori, i quali negli ultimi anni sono stati incentivati a creare una identità digitale per accedere ad una moltitudine di servizi offerti dalla pubblica amministrazione e ora, per usufruire di questi stessi servizi, rischiano di ritrovarsi a pagare nuovi costi non preventivati . Una scorrettezza che aprirebbe la strada ad azioni legali contro lo Stato Italiano da parte di tutti i soggetti coinvolti, in relazione alla inadempienza verso gli operatori che gestiscono il servizio di identità digitale”, scrive il Codacons in un comunicato. Se la situazione non sarà risolta a breve e se saranno applicati costi ai cittadini per la fruizione dello Spid, il Codacons annuncia di essere pronto ad avviare una valanga di cause risarcitorie contro lo Stato e l’Agenzia Italia Digitale.



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