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Navicelle, auto elettriche e nomine. Le aziende del sudafricano e i fondi Usa


Ventidue miliardi di dollari sono un sacco di soldi. Sono quelli che dal 2000 a oggi la società SpaceX di Elon Musk ha ricevuto in contratti di appalto dalla Nasa secondo le stime dell’agenzia Bloomberg. Ora Donald Trump minaccia l’annullamento di ogni accordo tra l’amministrazione federale e le aziende di Musk.

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C’è chi pensa che la rottura tra Trump e Musk sia solo teatro: la lite fa comodo a entrambi, perché distrae l’opinione pubblica dai fallimenti dei due riccastri.

Ancora poche settimane fa, in effetti, la Casa bianca favoriva attivamente gli interessi del miliardario sudafricano. Per esempio: all’inizio di maggio Trump ha presentato la sua proposta di legge finanziaria, che prevede riduzioni a tutti i capitoli di spesa della ricerca scientifica, dalla sanità allo spazio. Per la Nasa, la bozza prevede un taglio del 24% al bilancio e il licenziamento di un terzo dei dipendenti. La scure però risparmia i contratti con la SpaceX, che negli ultimi anni è diventata il principale partner commerciale dell’agenzia spaziale. Dalla Nasa l’azienda riceve oltre due miliardi di dollari l’anno, più di colossi storici come Boeing, Lockheed, Jacobs Technology e Northrop Grumman.

Se approvata, la finanziaria cancellerebbe progetti di grande rilievo come il lanciatore Sls commissionato alla Boeing, la navicella Orion (Lockheed Martin), la stazione orbitale lunare (Boeing e altri partner), tutti progettati per riportare gli astronauti sulla Luna. Da chiudere, secondo Trump, anche la raccolta di campioni marziani a cui stanno lavorando Northrop Grumman e Airbus. Si espande invece il capitolo dell’«Esplorazione spaziale umana», che dovrebbe ricevere 647 milioni di euro in più. Trump lo giustifica con la necessità di battere la Cina nella corsa alla Luna e a Marte puntando su «sistemi commerciali più convenienti». Cioè, guarda caso, la navicella Starship di Musk che, grazie ai razzi della stessa SpaceX, porterebbe gli astronauti direttamente dall’atmosfera terrestre al suolo lunare.

Adesso torna tutto in discussione? La Casa Bianca non ha modificato la bozza ma ci sarà tempo per farlo durante il lungo iter di approvazione che deve concludersi entro la fine di settembre. Lì si capirà se i due fanno sul serio. Dal canto suo anche Musk ha qualche potere contrattuale. Ieri ha minacciato sui social di ritirare la navetta Crew Dragon che attualmente trasporta gli astronauti su e giù dalla Stazione Spaziale Internazionale. Poi ha fatto marcia indietro. Teatro? Meglio per gli astronauti.

Anche se gli stracci volano solo da un paio di giorni, avvisaglie della crisi erano nell’aria già da una settimana. La nomina del nuovo direttore generale della Nasa è un indizio. Dopo aver designato mesi fa per l’incarico il miliardario e aviatore Jared Isaacman – vicinissimo a Musk e finanziatore di SpaceX – Trump ci ha ripensato e quatto giorni fa ne ha ufficialmente ritirato la candidatura. Il pretesto? Le passate donazioni di Isaacman a favore di politici democratici. Secondo un’inchiesta del New York Times non smentita, Trump però ne era al corrente già al momento della nomina, fortemente caldeggiata da Musk.

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Ballano anche gli interessi della Tesla. Secondo Trump, all’origine della lite c’è proprio la cancellazione degli sgravi fiscali per chi acquista auto elettriche. In realtà, Trump aveva annunciato la fine dei sussidi già in campagna elettorale senza obiezioni da parte di Musk. «Elimina pure i sussidi, aiuterà la Tesla» aveva anzi twittato lui a luglio 2024. Il crollo delle vendite ha sicuramente fatto cambiare idea ai manager dell’azienda. Forse anche a lui, se non è uno scherzo. Una Tesla intanto ne ha fatto le spese, ed è quella rossa acquistata da Trump per mostrare solidarietà all’ex-amico. Da allora era ferma nel parcheggio della Casa Bianca ma adesso, secondo funzionari vicini a Trump, l’auto è in vendita.



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