Moplefan, estesa la cassa integrazione a 70 lavoratori

Produzione ferma e liquidità scarsa, nuova crisi a Terni

Alla Moplefan di Terni, azienda chimica subentrata alla Treofan, è stata annunciata l’estensione della cassa integrazione straordinaria a 70 dipendenti. La misura, già in vigore in forma parziale da novembre 2023, verrà ora applicata in maniera più ampia, interessando un numero maggiore di lavoratori rispetto al passato. La durata prevista è di un mese, ma il provvedimento conferma le difficoltà che la nuova proprietà polacca sta affrontando nella gestione e nel rilancio dello stabilimento.

L’azienda, nata dalle ceneri della Treofan, è stata acquisita meno di due anni fa dal gruppo Visopak, subentrato alla precedente proprietà indiana, la Jindal. La nuova gestione aveva promesso un piano di rilancio industriale, ma a distanza di mesi l’attività produttiva non è mai realmente decollata. Finora l’impianto ha funzionato solo per produrre campioni destinati a potenziali clienti, senza avviare una produzione industriale stabile e continuativa.

Il blocco produttivo comporta inevitabilmente un’assenza di entrate commerciali. Manca un flusso economico derivante dalle vendite, mentre i costi fissi della struttura restano alti. Una situazione che ha aggravato la condizione finanziaria dell’azienda, ora alle prese con evidenti problemi di liquidità. Per cercare una via d’uscita, Moplefan ha presentato una richiesta di accesso al credito al SACE, il gruppo finanziario partecipato interamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese.

Tuttavia, essendo un’azienda di recente costituzione, Moplefan non dispone di bilanci consolidati da presentare come garanzia. L’assenza di documentazione contabile riferita agli anni precedenti, che solitamente è richiesta per ottenere supporto finanziario, rappresenta un ostacolo aggiuntivo nella trattativa per l’ottenimento di prestiti pubblici. Le difficoltà economiche si riflettono anche sulla gestione del personale, con l’impossibilità di garantire piena occupazione a tutti i dipendenti.

Lo stabilimento chimico ternano, che in passato rappresentava un punto di riferimento per la produzione di film in polipropilene, è nuovamente al centro di una fase critica. Le promesse di rilancio formulate al momento del passaggio di proprietà non hanno ancora trovato un riscontro concreto. La produzione non è mai riuscita a ripartire a pieno regime e i tentativi di posizionarsi sul mercato con nuovi clienti restano in fase embrionale.

La situazione attuale getta ombre sulle prospettive industriali del sito umbro. La temporanea estensione della cassa integrazione a 70 dipendenti, sebbene formalmente limitata a un mese, lascia intravedere un quadro più ampio di incertezza. In assenza di una svolta sul fronte produttivo e di un supporto economico concreto da parte degli enti finanziari, le possibilità di consolidamento della Moplefan sul mercato rischiano di affievolirsi ulteriormente.

Il passaggio da Jindal a Visopak aveva alimentato le speranze di un rilancio industriale dopo anni di gestione difficoltosa e incertezze occupazionali. Tuttavia, a oggi, il piano di rilancio sembra rallentato da una serie di ostacoli strutturali e finanziari. Gli investimenti necessari a garantire l’operatività dello stabilimento non sono stati completati, mentre l’assenza di vendite impedisce l’auto-sostenibilità economica.

Per il territorio di Terni, che da anni affronta criticità occupazionali nel settore manifatturiero, la vicenda rappresenta un ulteriore segnale di fragilità del tessuto produttivo locale. Gli sviluppi delle prossime settimane saranno determinanti per capire se l’azienda riuscirà a ottenere il sostegno richiesto e avviare finalmente una produzione stabile, oppure se la crisi in corso porterà a una revisione delle prospettive di rilancio.