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Startup, il ruolo di venture building e aziende plug-in » inno3


Il futuro digitale e sostenibile dell’Italia passa dalle startup innovative. Sono queste giovani imprese a rappresentare la linfa vitale dell’ecosistema tecnologico nazionale, capaci di trasformare idee in soluzioni concrete e di guidare la transizione verso un modello di sviluppo più responsabile e competitivo. Senza un robusto tessuto di startup, il Paese rischia di perdere terreno in un mondo sempre più digitale e interconnesso.

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Perché le startup sono il futuro. Non sono semplicemente nuove imprese: sono laboratori di sperimentazione e innovazione continua, dove tecnologia e sostenibilità si intrecciano per creare prodotti e servizi capaci di rispondere alle sfide globali. In Italia, il numero di startup attive si aggira tra 11mila e 13mila, con un valore di mercato che supera gli 80 miliardi di euro e una crescita annua intorno al 15%. Oltre 300.000 posti di lavoro sono direttamente collegati a questo settore, triplicati rispetto a pochi anni fa. Questi dati testimoniano quanto le startup siano ormai parte integrante dell’economia nazionale, soprattutto nei settori Ict, healthcare, biotech, finanza e food & beverage. Il 64% opera nel mercato b2b, dimostrando come queste realtà siano fondamentali per l’innovazione anche nelle imprese tradizionali.

Venture building corporate, opportunità da potenziare

Oltre alla nascita spontanea di nuove startup, un ruolo sempre più strategico è giocato dal venture building corporate, ovvero l’attività di grandi aziende che creano o supportano startup interne o esterne per innovare più rapidamente. Questo modello consente di unire la capacità di investimento e la solidità delle imprese consolidate con la flessibilità e la creatività delle startup.

In Italia, il venture building corporate è ancora in fase embrionale ma rappresenta una leva fondamentale per accelerare lo sviluppo tecnologico e la sostenibilità. Le aziende che adottano questo approccio possono diventare veri e propri hub di innovazione, favorendo la contaminazione tra competenze diverse e creando ecosistemi più resilienti.

Le aziende plug-in, innovazione “iniettata” nell’industria tradizionale

Un concetto chiave per comprendere l’evoluzione dell’industria italiana è quello di “azienda plug-in”, definito dal professor Giulio Buciuni, Trinity College Dublin. Le aziende plug-in sono imprese che “iniettano” innovazione, tecnologie e modelli di business all’interno di settori industriali maturi, fungendo da vero e proprio “aggiornamento” per il sistema produttivo tradizionale.
Queste realtà permettono di integrare soluzioni startup nei processi industriali, accelerando la trasformazione digitale e sostenibile delle imprese manifatturiere. Così facendo, le aziende plug-in contribuiscono a rilanciare territori industriali spesso esclusi dai grandi circuiti globali dell’innovazione, creando un ponte tra tradizione e futuro.

Grafico Startup Assintel

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Grafico Startup Assintel

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Grafico aggiornato al primo quarter 2025 dei comparti tecnologici più sviluppati dalle startup associate ad Assintel

Tecnologie e sostenibilità, binomio imprescindibile

Le startup italiane sono sempre più digitali e sostenibili. Oltre il 68% dichiara che il proprio prodotto o servizio ha un impatto positivo in termini ambientali o sociali. L’intelligenza artificiale è adottata dal 44%, mentre il 58% sviluppa tecnologie proprietarie e il 38% brevetti. Linkedin, Facebook e Instagram sono i canali digitali più utilizzati per comunicare e crescere. Questi dati confermano come la sostenibilità non sia più un optional, ma un elemento imprescindibile per competere sui mercati globali. Le startup che integrano innovazione e responsabilità ambientale sono quelle che attraggono maggiormente investimenti e attenzione.

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Sfide e opportunità per il 2025

Il 2025 si presenta come un anno cruciale per il finanziamento e lo sviluppo delle startup italiane. Gli investimenti in venture capital superano i 3 miliardi di euro, con una crescita del 40% rispetto all’anno precedente. Il crowdfunding equity cresce del 50%, mentre i finanziamenti pubblici mettono a disposizione oltre 2 miliardi di euro.
Milano si conferma il principale polo di innovazione, con il 40% degli investimenti e oltre 2.400 startup innovative. I settori più dinamici sono fintech, healthtech, biotech, intelligenza artificiale e sostenibilità ambientale.
Tuttavia, per non perdere terreno rispetto ad altri Paesi europei, è necessario rafforzare il supporto alle startup, potenziare il venture building corporate e favorire la diffusione del modello plug-in nell’industria. Solo così l’Italia potrà costruire un ecosistema digitale e sostenibile capace di generare valore economico, sociale e ambientale.
(fonti: Assintel, Mimit, Osservatorio Startup)

*Dante Laudisa, vice presidente di Assintel e referente di #startuphub2030

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