Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Assemblea Confindustria, Orsini: «le barriere interne alla UE pesano 1.000 miliardi all’anno sulla produzione»


Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il presidente Emanuele Orsini durante il suo intervento all’Assemblea nazionale di Confindustria.

Nel suo intervento all’assemblea nazionale 2025, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha evidenziato le conseguenze delle barriere tra i paesi europei sull’economia e sull’industria.

«Se l’Unione Europea riuscisse a diminuire le barriere interne al Mercato Unico al livello di quelle degli Stati Uniti, la sua produzione aumenterebbe del 6,7%, ovvero oltre 1.000 miliardi di euro. Deve finire la logica per cui, oggi, per le istituzioni europee la norma è l’obiettivo, a prescindere dagli effetti prodotti sull’economia reale e sulla società. Andare avanti così significa sbattere contro un muro. E noi i muri li vogliamo abbattere. Con la nostra sovrapproduzione di regole, alla Cina abbiamo lasciato la sovrapproduzione industriale che, oltretutto, incentiviamo. Per raggiungere questi obiettivi, il nostro appello è alla massima cooperazione tra forze dell’impresa, del sindacato e della politica. E non può che essere l’Europa il primo destinatario delle nostre sollecitazioni. Le motivazioni sono immediate: oltre il 70% della normativa di riferimento per le imprese europee, e quindi anche italiane, arriva dall’Unione europea; più del 50% dell’export italiano ha come destinazione l’Unione europea; l’unione doganale e il commercio sono competenze esclusive dell’Unione europea. Ecco perché chiediamo al Presidente del Consiglio e alla Presidente del Parlamento europeo di sostenere, a Bruxelles, un Piano Industriale Straordinario europeo. Se le politiche rimangono solo nazionali, continueremo con la frammentazione che ha caratterizzato l’Europa finora, e non riusciremo a far crescere la massa critica degli investimenti industriali e delle innovazioni tecnologiche. Ecco perché all’Europa serve anche una netta sterzata nella sua politica commerciale. Al momento, l’Unione europea ha scelto di evitare la collisione con gli Stati Uniti. Scelta che condividiamo. Ma, mentre negoziamo con l’Amministrazione americana, dobbiamo accelerare sugli accordi di libero scambio con altre aree del mondo. Sono un antidoto al protezionismo e il principale strumento per diversificare gli sbocchi del nostro export. Accordi che le imprese italiane stanno utilizzando con un beneficio superiore alla media europea: Corea del Sud +170%, a fronte del 127%; Canada +61%, rispetto al 51%; Giappone +24,5% a fronte del 10,7%. Questi numeri parlano da soli. Dopo aver aggiornato gli accordi con Cile e Messico, l’Unione europea deve assolutamente concludere quello con il Mercosur. È possibile che non ci sia ancora una data per il voto sul Mercosur? Gli Stati Uniti ogni settimana alzano e abbassano dazi, aprono e chiudono trattative con il resto del mondo. E noi? Quanto ancora dobbiamo aspettare? Ma il Mercosur non basta, ed è per questo che dobbiamo puntare ad accordi con l’Australia, avanzare nei negoziati con l’India e con i Paesi Asean, e guardare ai 54 Paesi dell’Unione Africana che hanno aderito a un’area di libero scambio. E l’Italia fa bene in questo quadro a lavorare ad accordi di partnership bilaterali diretti tra la nostra industria ed economie che sono pronte ai nostri prodotti. Confindustria ha creato una mappa per valutare il potenziale di export per ogni Paese e per ogni prodotto. Questo nostro strumento, ExPAnD (Export Potential Analysis and Development), può diventare un riferimento per il Sistema Paese».



Source link

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere