Contabilità

Buste paga

 

il recesso dei soci può costare alla società fino a 100 milioni


Non solo conti. In occasione dell’assemblea annuale convocata per il prossimo 24 giugno, i soci di Tim saranno chiamati non solo a dare l’ok al bilancio 2024, politica di remunerazione e piano di incentivi e stock options, ma anche a importanti modifiche statutarie.

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A cominciare da quelle all’articolo 3 avente ad oggetto il perimetro dell’oggetto sociale, anticipato una settimana fa dal Messaggero, che si punta a estendere includendo la fornitura di nuovi servizi tra cui assicurazioni, prodotti bancari, pagamenti digitali ed energia.

Uno snodo cruciale, che arriva a valle del nuovo assetto azionario venutosi a determinare con l’ingresso nel capitale di Tim da parte di Poste Italiane, subentrata lo scorso 17 febbraio a Cassa Depositi e Prestiti dopo averne rilevato il 9,81% in cambio della propria partecipazione in Nexi. A questa quota si è poi aggiunto, a fine marzo, un ulteriore 15% acquistato da Vivendi sul quale tuttavia si attende ancora la luce verde dell’Antitrust: completato il closing dell’operazione con i francesi, Poste Italiane porterà così la propria partecipazione in Tim al 24,81%.

Con l’ampliamento dell’oggetto sociale, Telecom compirà un ulteriore passo in direzione di quella «Customer Platform» voluta dall’ad Pietro Labriola: non più solo connessione fissa o mobile, ma anche contenuti, contratti per l’energia e polizze assicurative, con la possibilità di moltiplicare ancor di più le sinergie grazie all’ingresso in Tim del gruppo guidato da Matteo Del Fante.

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Tra le altre modifiche statutarie sul tavolo dell’assemblea figura quella che porterà alla riduzione del numero massimo dei componenti del cda dai 19 attualmente previsti dall’articolo 9, a un massimo di 15. Al netto di un board oggi particolarmente snello (9 consiglieri), destinato tuttavia con buon margine di probabilità ad ampliarsi con l’ingresso di un paio di rappresentanti di Poste.

LA REVISIONE
Ulteriori revisioni dello statuto riguarderanno, infine, la modifica della percentuale di possesso azionario richiesta per la presentazione delle liste per il rinnovo del cda (che potrebbe salire dall’attuale 0,5% all’1% del capitale, mentre per l’elezione di un consigliere servirà un ulteriore 0,5% per un totale dell’1,5%) e la modifica delle modalità e dei criteri di riparto tra le liste degli amministratori da eleggere.

Gli azionisti ordinari che decideranno di non concorrere alla modifica dell’oggetto sociale potranno esercitare il diritto di recesso non oltre 15 giorni dall’iscrizione della delibera dell’assemblea nel Registro delle imprese. Stesso diritto spetterà agli azionisti di risparmio. Per tutti questi soggetti – rende noto il cda di Telecom – il controvalore della liquidazione è fissato in 0,2884 per ogni azione ordinaria e 0,3295 euro per azione di risparmio. L’efficacia dell’esercizio del diritto di recesso è tuttavia subordinata, da un lato, al fatto che non vengano esercitati poteri di golden power sulla modifica dello statuto e, dall’altro, che l’ammontare massimo da parte ai soci recedenti non ecceda nel complesso i 100 milioni di euro.

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