L’IA è una tecnologia che richiede un approccio sistematico, competenza e grande impegno, anche finanziario. Occorrono agevolazioni finanziarie e fiscali per supportare le aziende in questa particolare fase storica
L’intelligenza artificiale in azienda non significa far usare un chat bot ai dipendenti per aiutarli a velocizzare la scrittura delle email.
Si tratta di una grande opportunità di ottimizzazione dei processi aziendali, dalle risorse umane all’amministrazione, passando per marketing e commerciale.
Per farlo occorre muoversi, a livello sistemico su due grandi pilastri:
- incentivi per le aziende, sia di natura fiscale che di natura finanziaria;
- formazione di qualità e diffusa.
Agevolazioni per le aziende che investono in intelligenza artificiale
Ne ha recentemente parlato Pierfrancesco Angeleri, presidente di Assosoftware: il nostro Paese è ancora molto indietro relativamente alla diffusione dell’IA tra le imprese, soprattutto se consideriamo le PMI, che rappresentano la spina dorsale del nostro sistema produttivo.
Secondo Angeleri ancora:
Contrariamente allo storytelling mediatico, infatti, l’IA è una tecnologia che richiede un approccio sistematico, competenza e grande impegno, anche finanziario.
Per questi motivi, la complessità dell’IA deve essere necessariamente intermediata da esperti del settore, come le software house, che sono realmente in grado di portare i vantaggi della nuova tecnologia in azienda grazie alle applicazioni software gestionali.
Parliamo di una filiera che oggi impiega oltre 300 mila addetti, produce più di 62 miliardi di fatturato ed è protagonista di una crescita continua.
A questi numeri si contrappone, tuttavia, il livello ancora molto basso di adozione di software gestionali integrati da parte delle nostre PMI, di poco superiore al 30%. Percentuale che si riduce ulteriormente se si considerano anche le microimprese.
Per consentire a queste aziende di adottare soluzioni di IA è quindi fondamentale stimolare l’adozione del software con nuovi incentivi: da questo punto di vista, il Piano Transizione 5.0, che ha previsto per la prima volta un ampliamento dei beni incentivabili anche alla componente software, non ha riscosso successo tra le imprese a causa delle complesse procedure burocratiche necessarie per richiedere i crediti d’imposta.
La richiesta di Assosoftware, che peraltro è la stessa di altre importanti associazioni di categoria professionali e datoriali, è quella di semplificare il sistema degli incentivi fiscali e finanziari delle aziende, evitando il rischio complessità che ha avuto effetti devastanti nel caso del Piano Transizione 5.0.
- Intelligenza artificiale: servono nuovi incentivi per accelerare la diffusione fra le imprese
- Comunicato stampa di Assosoftware del 22 maggio 2025
Più formazione di qualità e diffusa, anche fra le PMI
L’altra leva importante per poter diffondere con consapevolezza e successo l’AI è quella di implementare la formazione continua in azienda, con maggiore qualità.
Ottima notizia quindi, a questo proposito, è quella del potenziamento del Fondo Nuove Competenze.
Le risorse per la terza edizione del Fondo Nuove Competenze, infatti, sono state aumentate a un miliardo e 49 milioni di euro, grazie a un ulteriore stanziamento di 318,8 milioni.
L’integrazione è stata disposta decreto direttoriale della Direzione generale Politiche attive del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, appena pubblicato, che ora sarà inviato agli uffici competenti per i previsti controlli contabili.
Le nuove risorse per sostenere gli investimenti formativi delle imprese sulle competenze dei lavoratori sono aggiuntivi rispetto ai 731 milioni di euro già previsti dall’Avviso dello scorso 5 dicembre 2024.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone ha rilasciato queste dichiarazioni:
“Crediamo molto in questo strumento che accompagna i processi di transizione digitale ed ecologica delle aziende italiane, favorisce nuova occupazione e promuove le reti tra imprese.
L’acquisizione e l’aggiornamento delle competenze è centrale per affrontare le transizioni, soprattutto alla luce delle dinamiche demografiche.
Superare il miliardo di euro a disposizione è stato un nostro obiettivo fin dalla progettazione di questo intervento e come Ministero abbiamo lavorato per rintracciare le nuove disponibilità: significa rispondere alle esigenze delle imprese e dei lavoratori.
L’elevato numero di domande di finanziamento che abbiamo ricevuto lo dimostra”.
Il nuovo stanziamento utilizza poco meno di 69 milioni euro di fondi nazionali e 250 milioni di euro del Programma Operativo Complementare SPAO, asse 1 “Occupazione”, Priorità di investimento 8.v “Adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori al cambiamento”.
Di conseguenza, è stata riorganizzata l’attribuzione delle risorse per i diversi assi di intervento, anche tenendo conto della suddivisione delle 23.105 istanze per più di un milione di lavoratori presentate entro lo scorso 10 aprile, data di scadenza della domanda per il FNC3, così da coprire tutte le domande presentate da filiere e sistemi formativi e raddoppiare gli stanziamenti per le singole aziende.
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