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Banche e prezzi, l’economia russa frana. Una spinta ai negoziati?


Tra rublo in costante caduta libera, tassi stratosferici e i vertici dei due maggiori istituti che ammettono lo tsunami di prestiti in sofferenza, finanza ed economia reale sono a un passo dal cedimento strutturale. Per Mosca potrebbe essere una spinta alla trattativa?

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23/05/2025

Sta succedendo, per davvero. Quelle che erano previsioni, voci, profezie di sventura, alla fine sono diventate realtà, durissime. Vladimir Putin, a dispetto del suo sprezzo per quei negoziati che possano porre fine alla guerra mossa contro l’Ucraina, ha forse un motivo in più per scendere a patti con Kyiv: il progressivo smottamento del sistema bancario russo.

Le prime crepe nella finanza russa sono state raccontate da questo giornale, mesi addietro. Tutta colpa di quell’economia di guerra che ha spostato il baricentro della crescita dalla vendita di idrocarburi, orfana del fianco occidentale sotto embargo (il greggio Urals, da 70 dollari a barile a gennaio, è sceso a 50 dollari a maggio, con il risultato che il gettito fiscale legato al settore energetico è calato del 33% solo nel mese di maggio), all’industria bellica. Portando il costo della vita, dunque l’inflazione, su livelli mai visti prima (10,3%). Il che ha innescato la reazione della Bank of Russia la quale, nel tentativo di porre un freno ai prezzi, ha portato il tassi al 21%. Una bomba che alla fine è esplosa: fare la spesa in Russia è ormai un affare per famiglie benestanti, andare in farmacia pure. E restituire i prestiti alle banche è altrettanto difficile.

Questa la realtà dei fatti con cui il Cremlino deve aver a che fare e che potrebbe spingere Mosca a intavolare una trattativa prima che l’economia collassi su se stessa. Sberbank e Vtb sono le due principali banche dell’ex Urss, istituti che da decenni finanziano le imprese della Federazione, grandi o piccole che siano. E ora navigano in cattive acque. A causa di un’impennata di insolvenze su mutui e prestiti al consumo, quelli cioè concessi per tirare avanti nella vita di tutti i giorni.

Secondo i loro resoconti finanziari dell’Ifrs (International financial reporting standards), i due maggiori istituti di credito russi hanno cominciato a scontare in bilancio un forte aumento delle insolvenze nei primi cinque mesi del 2025. Nel dettaglio, per quanto riguarda Sberbank, il volume dei mutui ipotecari in sofferenza è aumentato del 90% tra gennaio e maggio, raggiungendo i 285 miliardi di rubli (circa 3 miliardi di dollari). Anche la quota di mutui in sofferenza nel portafoglio della banca è raddoppiata, raggiungendo il 2,6%, il livello più alto dal 2022. Nello stesso periodo, i prestiti al consumo rimborsati in ritardo sono aumentati del 22,5%, raggiungendo i 610 miliardi di rubli, con la quota di tali prestiti nel portafoglio aumentata dal 12,4% al 16,1%. E anche i prestiti in ritardo da oltre 90 giorni hanno raggiunto il massimo degli ultimi tre anni, salendo dal 9,3% al 10,4%. Quanto a Vtb, la quota di crediti al dettaglio in sofferenza è aumentata dal 3,9% al 4,8% nel primo trimestre.

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E sono arrivate le prime ammissioni, da parte dei vertici. “I clienti disposti a contrarre prestiti a tassi così elevati hanno anche maggiori probabilità di non effettuare i pagamenti”, ha affermato il vicepresidente di Vtb, Dmitry Pyanov. La stessa Sberbank si è detta sorpresa per i ritardi nei pagamenti, sottolineando che molti dei debitori, ora inadempienti, in precedenza avevano sempre effettuato i pagamenti puntualmente. “Nel primo trimestre, abbiamo visto che le morosità non riguardano solo i nuovi prestiti. Anche i clienti che in precedenza avevano gestito i loro prestiti per un periodo piuttosto lungo hanno iniziato gradualmente a entrare in morosità”, ha affermato Taras Skvortsov, vicepresidente e direttore finanziario di Sberbank. L’altro grande problema è il rublo. Se il tasso di cambio dovesse superare i 100 rubli per dollaro, l’inflazione potrebbe diventare incontrollabile. I beni importati aumenterebbero di prezzo in modo vertiginoso, rendendo inaccessibili per milioni di persone tutta una serie di beni. Per il cittadino russo medio, l’effetto sarebbe l’impoverimento rapido e irreversibile.

 



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