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“Dalle opere ai fondi Ue, confronto sulle Marche”


“Oggi (ieri, ndr) a Roma con il presidente Giorgia Meloni un importante momento di confronto sullo stato di attuazione delle politiche sostenute dal governo nazionale per le Marche”. Sull’asse Ancona-Roma il governatore Francesco Acquaroli rilancia, come a dire ai suoi da capitano in campo: avanti tutta, testa bassa e pedalare. L’orizzonte di midterm sono le elezioni di settembre per le quali il centrodestra è pronto a investire tutto il peso della filiera di governo, ma lo scenario valica la legislatura. “Tanti i temi che abbiamo affrontato – scrive Acquaroli in un post su Fb –, dalla gestione delle emergenze agli investimenti sulle infrastrutture, fino al rilancio economico e allo stato di avanzamento della programmazione europea. Da anni alla nostra regione non era data la giusta considerazione sul piano nazionale. Oggi l’attenzione del governo ci permette di dare tante risposte necessarie per tornare competitivi. Grazie presidente Meloni!”

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Da Roma alla Mole Vanvitelliana di Ancona, per il forum di chiusura del percorso di riflessione strategica promosso nell’ambito del Think Tank “Le Marche al Centro”, per la regia di Teha Group (The European House-Ambrosetti), un focus dall’economia al mercato del lavoro, dalle infrastrutture alla transizione energetica. “Nelle Marche c’è una grande classe imprenditoriale, resiliente e capace di reagire – ha detto Acquaroli –. Poi c’è stata anche un’iniziativa nostra, che ha dato la possibilità di distribuire risorse su innovazione, ricerca e sviluppo. Gli organizzatori sono riusciti a dare una lettura dei dati che consente di raccogliere il trend della regione, con aspetti positivi e focus da accendere per continuare a migliorare”. “In questi anni – ha aggiunto – abbiamo lavorato per cercare di consentire alla nostra comunità regionale di recuperare la fase di transizione in cui siamo caduti nel 2015 e 2017, e mi sembra di poter cogliere che nonostante uno choc avvenuto con Banca Marche e altre variabili che hanno pesato molto sull’economia, c’è un trend che ci vede assolutamente in ripresa, malgrado un contesto che avrebbe potuto pregiudicarne l’andamento”. Quanto ai dati negativi sulla demografia, “dobbiamo cercare un approccio che dia risposte ai giovani, maggiori opportunità e pragmatismo – ha sottolineato il governatore –. Dobbiamo cercare di mettere i giovani nelle migliori condizioni per essere protagonisti. Ed è una strategia da compiere in modo trasversale. Ma dobbiamo partire soprattutto da lavoro e occupazione”.

E veniamo alla fotografia scattata dalla ricerca. Le migliori performance per le Marche sono nella struttura produttiva, dagli occupati nella manifattura (seconda regione in Italia con il 23,4%) alla densità di pmi e all’incidenza delle imprese dell’economia del mare. Nei trasporti e nelle infrastrutture la regione è al primo posto per età media del materiale rotabile, mentre si va male sulla densità della rete ferroviaria (17esimo posto, 2022) e nell’ambito delle imprese con velocità di download almeno pari a 100Mbit/s. Ottimi risultati nel settore dell’innovazione e della transizione digitale – primi per start-up innovative (4,13% sul totale delle nuove società di capitali, primo trimestre 2025) e sesti per occupati nei settori high-tech (5,5%) – e anche nella transizione energetica e sostenibile: primo posto per autoveicoli a basse emissioni per mille auto circolanti, settimo per consumi di energia elettrica e raccolta differenziata dei rifiuti (72,1%).

Nel mercato del lavoro e della formazione, secondo posto per popolazione con titolo di studio nel terziario (34,7% sul totale della popolazione compresa tra 25 e 39 anni) e quarto per laureati Steam, mentre si scende al 14esimo per lavoratori in formazione continua (2023). Meno bene nel settore turismo e cultura, il risultato migliore è un decimo posto per occupazione nel settore con 3 su 100 occupati (2024), 14esimo per densità e rilevanza del patrimonio museale e 18esimo per arrivi turistici stranieri (16,2, valore percentuale sul totale degli arrivi). E ancora: la regione attraversa un inverno demografico con pochi nati e molti anziani, ciò comporta una crescente pressione sul welfare. La quota di over 65 è aumentata del 2,7% nel decennio 2013-2023. Nello scenario pessimista, al 2050 nelle Marche ci sarebbero soltanto 1,2 milioni di abitanti, una decrescita del 13% rispetto al 2023.

ale. cap.

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