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Imprese in difficoltà: il 50% delle PMI vorrebbe assumere ma non riesce.


Un’indagine della CNA rivela che il 50% delle piccole imprese italiane intende assumere nuovi dipendenti nel secondo semestre del 2023, nonostante la difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie. Questo fenomeno persiste anche in un contesto economico in crescita limitata, con il PIL previsto sotto l’1%. Le problematiche nel mercato del lavoro, come la mancanza di candidati con le giuste competenze, si riflettono nelle scelte di assunzione. I settori con maggiore richiesta di forza lavoro sono costruzioni, manifattura e servizi, con una preferenza per contratti a tempo indeterminato. La strategia di “Labour Hoarding” emerge come motivazione per queste assunzioni.

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Forte richiesta di assunzioni nelle piccole imprese italiane, nonostante le difficoltà nel reperire talenti

ROMA (ITALPRESS) – Nel secondo semestre di quest’anno, il 50% delle piccole imprese italiane prevede nuove assunzioni, ma si scontra con la difficoltà di trovare le figure professionali adeguate. Un’indagine della CNA ha analizzato un campione di oltre 2.000 imprese artigiane e micro e piccole aziende associate, evidenziando come le condizioni attuali del mercato del lavoro ostacolino l’incontro tra domanda e offerta. Questo scenario è emerso in modo simile a uno studio realizzato quattro anni fa, quando l’economia italiana stava mostrando un forte segno di crescita, mentre oggi il PIL crescerà a meno dell’1%.

Il settore delle costruzioni guida la lista delle aree con maggiore richiesta di forza lavoro, con il 57,5% delle imprese intenzionate ad assumere. Seguono la manifattura (51,9%) e i servizi (45,6%). Tra le esigenze specifiche, nell’edilizia si nota una forte richiesta per installatori e manutentori di impianti, muratori e capi cantiere, grazie anche all’approssimarsi della stagione estiva e alla continua necessità di ristrutturare gli edifici per adattarli alle nuove normative ambientali e tecnologiche.

Gli sforzi delle piccole imprese di ampliare i propri organici, però, possono essere bloccati dalla difficoltà di trovare candidati idonei: un terzo delle imprese non è riuscito a identificare nessun candidato adatto, mentre un altro 55,4% ha trovato difficoltà nella selezione, nonostante le candidature ricevute. La ricerca di personale avviene principalmente tramite il passaparola (42,1%), seguita da agenzie e annunci su vari canali. Questa situazione mette in discussione l’efficacia degli strumenti di orientamento e dei percorsi formativi offerti da enti pubblici.

Per quanto riguarda i contratti, molte aziende preferiscono stabilità, optando per contratti a tempo indeterminato o modalità assimilabili come l’apprendistato. Le piccole imprese, anche in un contesto di crescita limitata, tendono a “fare scorta di lavoro”, mantenendo o ampliando il personale per evitare costi futuri legati alle riassunzioni.

Piccole imprese pronte a nuove assunzioni nonostante le difficoltà

ROMA (ITALPRESS) – Quasi il 50% delle piccole imprese italiane ha manifestato l’intenzione di effettuare nuove assunzioni nel secondo semestre di quest’anno, secondo un’indagine condotta dalla CNA su un campione di oltre 2000 aziende artigiane e piccole. Tuttavia, questa volontà è ostacolata dalla difficoltà nel trovare le figure professionali appropriate, un problema acuito da un mercato del lavoro che non facilita l’incontro tra domanda e offerta. Questo scenario è simile a quello di uno studio realizzato quattro anni fa, seppur con contesti economici molto diversi: mentre nel 2021 si registrava una crescita economica del 9%, quest’anno l’incremento del PIL non supererà l’1%.

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Va notato che, nonostante un incremento record di occupazione, che ha raggiunto 24,3 milioni di posti a febbraio, le piccole imprese continuano a rimanere in cerca di personale. Il 50,8% degli intervistati intende assumere nel secondo semestre, con un 30,8% che prevede di fare due assunzioni e un 7,8% che ne prevede tre o più, soprattutto nel settore manifatturiero.

I settori che manifestano una maggiore necessità di lavoratori includono le costruzioni, con il 57,5% delle imprese aperte a nuove assunzioni, seguite dalla manifattura (51,9%) e dai servizi (45,6%). Tra i profili più richiesti figurano installatori e manutentori di impianti, muratori e capisquadra. Per quanto riguarda il settore dei servizi, ambiti come ristorazione, trasporti e logistica mostrano una richiesta significativa di personale.

Le piccole imprese affrontano però una delle principali sfide nel reperimento di candidati qualificati, con un terzo delle aziende che non ha trovato candidati idonei. La modalità di reclutamento più usata rimane il passaparola, mentre solo pochi si rivolgono a canali ufficiali. Molto imprenditori mirano a stabilità nei contratti, favorendo soluzioni come contratti a tempo indeterminato e apprendistati. Questo “Labour Hoarding” riflette una strategia per evitare costi futuri di riassunzione in un contesto economico incerto.

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