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in aumento il fatturato per 1 azienda lombarda su 3 nel 2024, ma pesa la carenza di manodopera qualificata


Metà delle imprese prevede nuove assunzioni, ma fatica a trovare profili adeguati. Gli incentivi statali restano un elemento di sostegno importante per il settore. Tra i più apprezzati dalle imprese figurano il Bonus ristrutturazione (33%), il Superbonus 65% (31%) e l’Ecobonus (24%).

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In Lombardia il settore delle costruzioni rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia regionale. Nel primo trimestre 2025, su un totale di 811.330 imprese attive, erano 132.344 quelle appartenenti al settore delle costruzioni, pari al 16% del tessuto imprenditoriale locale. Una presenza forte e diffusa che testimonia il peso specifico del comparto, capace di generare occupazione, promuovere investimenti e contribuire alla trasformazione urbana del territorio. Milano, in particolare, si conferma il cuore pulsante dell’edilizia lombarda, con 44.539 imprese attive nella sola provincia, a rappresentanza di ben il 33% del totale regionale del comparto. Ulteriore spinta al settore è stata data dal PNRR, che ha destinato 6,7 miliardi di euro alla città metropolitana di Milano, sostenendo interventi infrastrutturali strategici e contribuendo alla crescita economica locale.

Questi sono alcuni dati dell’Osservatorio SAIE, realizzato da Nomisma, che analizza l’andamento del mercato e le opinioni delle imprese di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni (edilizia e impianti).

Osservatorio SAIE: i numeri della filiera delle costruzioni in Lombardia

Il settore delle costruzioni in Lombardia attraversa una fase positiva. Nel 2024, il 33% delle imprese ha registrato una crescita del fatturato nell’ultimo trimestre, mentre un ulteriore 43% ha mantenuto ricavi stabili. Le aspettative per fine 2025 sono altrettanto ottimistiche: il 45% delle aziende stima un ulteriore incremento, in linea con la media nazionale. Consolidano questa fiducia il portafoglio ordini, giudicato adeguato dal 62% delle imprese lombarde (contro il 55% a livello nazionale) e l’aumento dei salari in circa 1 impresa su 4. Il tutto in un contesto macroeconomico in cui il PIL italiano è previsto in crescita dello 0,7% nel 2025, mentre il clima di fiducia delle imprese mostra una leggera flessione (-1% su base annua), a fronte di un miglioramento tra i consumatori (+1,9%): segnali, questi, di un mercato in ripresa ma sensibile all’incertezza. Tuttavia, a fronte di questa vitalità economica, emerge il fattore della carenza di forza lavoro qualificata. Una impresa su due, infatti, prevede nuove assunzioni nel prossimo trimestre, ma fatica a reperire profili adeguati. Le figure più richieste risultano essere impiegati e operai non specializzati (entrambi al 42%), seguiti dagli addetti altamente specializzati (26%). Meno rilevanti, invece, le richieste di manager (5%) e specialisti digitali/BIM (11%), a conferma della polarizzazione tra mansioni operative e competenze ad alto contenuto tecnico. ll tema della mancanza di personale qualificato non è solo un ostacolo, ma una delle principali sfide percepite dal comparto: il 54% delle imprese lombarde lo indica come un fattore critico, al pari della forte concorrenza (54%) e della burocrazia (50%). A ciò si aggiungono le problematiche dell’incertezza normativa, del costo delle materie prime e della manodopera. Mentre il 57% delle imprese mostra un buon livello di fiducia nel proprio business, la prospettiva si fa più cauta sul fronte internazionale, con ben il 79% che esprime scarsa fiducia nello scenario geopolitico.

In questo scenario, gli incentivi statali restano un elemento di sostegno importante. Tra i più apprezzati dalle imprese figurano il Bonus ristrutturazione (33%), il Superbonus 65% (31%) e l’Ecobonus (24%). Marginale l’impatto del decreto Salva Casa (2%). Per quanto riguarda il PNRR, tra le misure ritenute più efficaci dalla filiera spiccano gli interventi sull’efficientamento e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, apprezzati dal 62% delle imprese, seguiti dagli incentivi per il patrimonio edilizio privato (57%). Anche i progetti per la rigenerazione urbana e per l’edilizia scolastica e universitaria raccolgono riscontri positivi, con il 41% e il 40% delle imprese che ne valutano l’impatto in modo favorevole. Un’altra iniziativa che genera apprezzamento è quella della nuova direttiva europea Casa Green, che punta ad azzerare le emissioni del patrimonio edilizio entro il 2050: 6 imprese su 10 si dichiarano fiduciose sulla sua efficacia. Ma quali sono i benefici attesi? L’espansione del mercato, la valorizzazione del patrimonio immobiliare e una sensibile riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO₂.

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