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Space Economy: a Venezia l’Investment Forum. Il settore è in accelerazione con un valore complessivo stimato dal World Economic Forum di circa 630 miliardi di dollari


VENEZIA. L’Investment Forum, appuntamento che distingue e caratterizza lo Space Meetings Veneto rispetto ad altri eventi in Italia dedicati alla space economy, si è tenuto ieri a Venezia. .

Il tema di quest’anno era dedicato a: “Finanziare il futuro della Space economy – Dall’idea al mercato: strategie di finanziamento e PMI nel settore spaziale”. Si è trattato di un intenso momento di confronto finalizzato ad esplorare le peculiarità dell’investimento nell’economia spaziale, presentate da imprenditori e dirigenti di alto livello sia dell’ambito privato che governativo.

Un momento dell’Investment Forum

L’evento è stato aperto dai saluti del presidente della RIR AIR Federico Zoppas, dell’assessore al Bilancio e all’Agenda Digitale del Veneto, Francesco Calzavara, e dal Generale di Squadra Aerea Maurizio Cantiello, capo Ufficio Generale Centro di Responsabilità Amministrativa Aeronautica (in rappresentanza del capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Antonio Conserva), seguiti da uno dei principali imprenditori biotech italo-americani, Mauro Ferrari, pioniere nel campo della medicina spaziale.

A seguire il primo panel, in cui si è discusso su ciò che serve per investire in startup spaziali dalla viva voce dei loro fondatori.

Il secondo ha mappato a 360 gradi le tendenze e le opportunità chiave nel mercato spaziale, attraverso il punto di vista dei diversi attori in gioco: venture capital, agenzie spaziali, referenti governativi e imprenditori. Nel terzo sono state date importanti indicazioni e informazioni su qual è il mercato di riferimento da affrontare per un’azienda spaziale europea, dato l’attuale contesto geopolitico.

In chiusura, Massimo Claudio Comparini, (Managing Director della Divisione Spazio di Leonardo) ha offerto alla platea la visione ciò che la filiera italiana ed europea può aspettarsi nel medio-lungo periodo, e l’intervento di Matteo Zoppas (presidente Agenzia ICE).

Oggi la Space Economy rappresenta un settore in continua accelerazione con un valore complessivo stimato dal World Economic Forum di circa 630 miliardi di dollari che potrebbe raggiungere 1.800 miliardi di dollari entro il 2035. Il settore è sostenuto da finanziamenti pubblici, con un notevole impatto sugli investimenti privati e l’innovazione tecnologica.

L’Economia Spaziale nel 2024 (fonte: Report on the Space Economy 2025, ESA)

Investimenti Pubblici:

  • 122 miliardi di euro nel 2024 di budget istituzionali per lo spazio (+ 9% rispetto al 2023).
  • In Europa, il budget spaziale pubblico consolidato è stato di 12.6 miliardi di euro (+2%).
  • Gli Stati Uniti rimangono il principale detentore del budget spaziale singolo (61%). La Cina si conferma al secondo posto (15%), superando il budget totale allocato allo spazio in Europa (10%).

Investimenti Privati:

  • A livello mondiale gli investimenti privati nello spazio hanno raggiunto i 7 miliardi di euro (+20% rispetto al 2023).
  • In Europa, gli investimenti privati nello spazio hanno raggiunto un nuovo massimo storico nel 2024, con le imprese spaziali europee che hanno raccolto più di 1.5 miliardi di euro (+56%). Negli ultimi cinque anni, la quota dell’Europa negli investimenti privati globali è cresciuta dal 3% nel 2019 al 22% nel 2024.
  • Tra i significativi accordi in Europa nel 2024 figurano: Isar Aerospace che ha raccolto oltre 65 milioni di euro; D-Orbit che ha raccolto 150 milioni di euro; The Exploration Company che ha raccolto 148 milioni di euro; e ICEYE che ha chiuso un’estensione di finanziamento di 60 milioni di euro.

Attività Spaziale:

  • Ci sono stati 259 lanci orbitali nel 2024 (+18% rispetto al 2023), segnando un terzo anno consecutivo di crescita a doppia cifra.
  • Gli Stati Uniti hanno condotto più della metà dei lanci (154), di cui 90 da parte di SpaceX per lanciare Starlink. La Cina ha rappresentato il 26% con 68 lanci. Il 2024 ha visto il successo del lancio dell’Ariane 6 e il ritorno al volo del Vega-C.
  • Il numero di lanci in LEO (Orbita Terrestre Bassa) ha continuato a crescere, con un aumento del 20% dal 2023 al 2024.

Valore del Mercato Upstream (Fabbricazione e Lancio):

  • Il mercato globale di lancio e fabbricazione è stimato in 63 miliardi di euro nel 2024 (+22% rispetto al 2023. La fabbricazione di veicoli spaziali rappresenta quasi l’80% del totale.
  • Sebbene Starlink guidi il numero di lanci, l’upstream rimane un mercato ampiamente guidato dalla domanda istituzionale, principalmente da Stati Uniti e Cina.
  • Circa due terzi del mercato globale di lancio e fabbricazione non sono accessibili alle industrie europee a causa della domanda vincolata da programmi istituzionali (es. US, Cina, Russia) e costellazioni verticalmente integrate (es. Starlink).

Valore del Mercato Downstream:

  • Nel 2024, il mercato downstream globale per lo spazio è stato stimato a 408 miliardi di euro (+ 9% rispetto al 2023).
  • Con circa 78 miliardi di euro nel 2024, l’Europa rappresenta il 19% del mercato downstream totale.
  • Contrariamente al mercato upstream, la maggior parte (>90%) del mercato downstream è commerciale. Queste, le principali linee di investimento: 1) SatCom: investimenti nelle comunicazioni satellitari sicure che utilizzano sia piccoli satelliti che sistemi geostazionari; 2) Osservazione della Terra: servizi relativi alla gestione del territorio, comprese le tematiche ambientali, la sicurezza del patrimonio culturale e archeologico e le calamità naturali; 3) Space Factory: sistemi di accesso allo spazio sollecitati dal forte avanzamento tecnologico, attraverso il programma Space Factory 4.0, dedicato allo sviluppo di fabbriche intelligenti per la produzione di piccoli satelliti e quello di Sistemi di Trasporto Spaziale per le future generazioni di propulsori e lanciatori; 4) In-Orbit Economy: “Servizi in orbita” nella fornitura di moduli per l’occupazione dello Spazio LEO e dello Spazio cislunare, per poter posizionare il nostro paese nell’esplorazione lunare, anche grazie alla forte collaborazione con la NASA sul programma Artemis.

La Regione Veneto ha accolto questa sfida e introdotto una missione strategica dedicata alla Space Economy, allineando le proprie strategie di sviluppo agli orientamenti nazionali e internazionali. In questo contesto è nata nel 2020 la Rete Innovativa Regionale del Veneto AIR – Aerospace Innovation and Research (AIR), come un ecosistema collaborativo tra enti pubblici, università, centri di ricerca e imprese.

La rete oggi coinvolge 92 partner (e arriverà a 100 entro la fine del 2025): 86 aziende del territorio, le 4 università della regione, il Centro CNR – Istituto di Fotonica e Nanotecnologie e il Centro di trasferimento tecnologico regionale T2i.

Il potenziale economico veneto è stimato in 4,5 miliardi di euro entro il 2040 e la creazione di 2.400 nuovi posti di lavoro compreso l’indotto (fonte: studio “Dalla Luna alla Laguna” di Venice Sustainability Foundation e Boston Consulting Group, 2025). Le aziende si concentrano fortemente sulle tecnologie applicate a piattaforme upstream di satelliti, veicoli spaziali e robotica. Il cluster ha inoltre sviluppato competenze avanzate nelle tecnologie di crittografia quantistica e cybersicurezza per sistemi spaziali e servizi di engineering. Iniziative come l’ESA BIC, la partecipazione al Progetto IRIDE stanno al contempo guidando anche lo sviluppo del settore downstream“.

“Space Meetings Veneto è anche l’occasione per parlare di finanza, che è fondamentale per far crescere il settore della space economy in Veneto. L’Investment forum ci permette di confrontarci con i partner finanziari che dimostrano interesse nella condivisione di esperienze in un settore innovativo come questo. Assieme alla RIR AIR veneta, in questo contesto, possiamo dimostrare come la capacità di innovazione e collaborazione tra pubblico e privato in Veneto siano straordinarie. Il nostro obiettivo è quello di far diventare il sistema dell’aerospazio veneto un caso di eccellenza non solo nel panorama nazionale”, ha detto Francesco Calzavara, assessore al Bilancio e all’Agenda Digitale del Veneto.

“La RIR AIR a breve raggiungerà il traguardo delle 100 adesioni, un numero che dimostra l’importanza dei risultati ottenuti grazie al lavoro di networking fatto anche grazie a Space Meetings Veneto – ha commentato Federico Zoppas, presidente della RIR AIR e Presidente Grande Industria e Delegato alla Space Economy di Confindustria Veneto Est -. Tra le finalità principali della Rete, la grande attenzione a fornire alle imprese aderenti informazioni, supporto e occasioni di partecipazione a bandi di finanziamento regionali, nazionali, europei e a gare d’appalto pubbliche o private. Credo sia significativo che nel 2024 le imprese spaziali europee abbiano raccolto oltre un miliardo e mezzo di euro (+56%), raggiungendo un nuovo massimo storico, e che la quota di investimenti privati in Europa sia aumentata considerevolmente, dal 3% al 22%, negli ultimi cinque anni. Come ecosistema veneto, inoltre, possiamo vantare ottimi risultati nella ricerca e nei brevetti maturati dai soggetti aderenti, oltre a sviluppare spin-off e start-up.»

“Attore globale nei settori aerospazio, difesa e sicurezza, Leonardo, con le sue persone e tecnologie, gioca un ruolo chiave nell’innovazione e nello sviluppo dell’intero ecosistema e della filiera spaziale – ha aggiunto Massimo Claudio Comparini, Managing Director della Divisione Spazio di Leonardo – I territori e i nostri distretti sono degli incubatori rilevantissimi per lo sviluppo di tecnologie e di nuove imprese. Lo spazio sta cambiando e lo fa molto rapidamente, l’integrazione delle tecnologie digitali nei sistemi e servizi satellitari — dall’osservazione della Terra alla connettività, dai servizi in orbita agli assetti produttivi di nuova generazione – rappresenta la leva con la quale Leonardo si pone l’obiettivo di guidare la crescita dello spazio italiano aprendo nuove opportunità di collaborazione per PMI, con le nuove imprese innovative e i partner internazionali. L’investimento in una costellazione proprietaria per l’osservazione della Terra rappresenta altresì un passo decisivo nella spinta in una nuova fase di partnership pubblico privata, un acceleratore di crescita e un catalizzatore di collaborazioni a livello europeo”.

La prima giornata dello Space Meetings veneto si è conclusa con una performance “stellare” della Maison di moda Pierre Cardin, che ha fatto sfilare 16 modelli iconici tutti ispirati al mondo dello spazio, simbolo di un riuscito e raffinato incontro tra ricerca, alta moda, sostenibilità e – soprattutto – visione.

Tra questi:

  • Satellite Dress: onde termiche e poesia orbitale. Nato da una partnership con Thales Alenia Space, il tessuto di questo abito incarna una prodezza scientifica: era impiegato originariamente per proteggere il cargo Cygnus da variazioni termiche estreme (da -157°C a +121°C) durante i suoi viaggi di a/r verso la Stazione Spaziale Internazionale. Capace di resistere a escursioni termiche estreme, l’abito unisce strati di alluminio vaporizzato e silice in un design ispirato all’origami, trasformando materiali ingegneristici in forme morbide e fluide.
  • Galaxies 91: Creazione del 1991, questo modello riporta sulla passerella un’architettura stellare in tessuto metallizzato, dove ogni cucitura riflette la luce come polvere di stelle. Ispirato alla galassia di Andromeda, il capo avvolge il corpo umano come una nebulosa in movimento.
  • Blue JWST: Ispirato al James Webb Space Telescope è composto da neoprene e tessuti di scarto di satelliti. L’abito dialoga con le profondità oceaniche e lo spazio, con pieghe che evocano correnti sottomarine e traiettorie dorate che ricordano la scia di una cometa. Il neoprene, progettato per sfidare le pressioni degli abissi, dialoga qui con un design spaziale e materiali dormienti, un tempo destinati a sfiorare le stelle.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



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