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Pnrr, ok della Cabina di regia alla proposta di revisione. Ecco cosa cambia


Semaforo verde dalla Cabina di regia convocata a Palazzo Chigi e presieduta dal Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti alla proposta di revisione  del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’incontro ha visto la partecipazione di diversi membri del governo, tra cui i ministri e i sottosegretari competenti e i rappresentanti delle autonomie territoriali (Anci, Upi e Conferenza delle Regioni e delle Province autonome).

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Arriva l’ok alla Proposta di revisione del Pnrr, che ora è pronta per essere valutata dal Parlamento e dalla Commissione europea.  Il Ministro Foti ha sottolineato come le modifiche siano frutto delle osservazioni avanzate dalle amministrazioni titolari delle misure e delle interlocuzioni attive con Bruxelles e ha chiarito che non ci sarà alcuna riduzione dell’ambizione del Piano, né un taglio alla dotazione finanziaria complessiva.

Un intervento che, pur rivendicato dal governo come tecnico e neutrale, ha un impatto strategico non indifferente: interviene infatti su 107 obiettivi tra investimenti e riforme (circa il 30% delle milestone e dei target ancora da raggiungere, ossia dalla settima alla decima rata del Pnrr) e punta a migliorare, accelerare e rendere più efficace l’attuazione del Piano entro la scadenza del giugno 2026.

Nel frattempo persistono ritardi nell’attuazione di diversi progetti, criticità nella capacità di spesa degli enti locali e interlocuzioni tese con Bruxelles su target non pienamente raggiunti. E l’esecutivo prova a rispondere spingendo per una proposta di revisione del Pnrr che non taglia risorse, ma redistribuisce e semplifica. Vediamo, missione per missione, che cosa cambia davvero.

Il documento: Proposta di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

MISSIONE 1: DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE, CULTURA

Nell’ambito della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sono stati potenziati gli obiettivi relativi alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati, ampliando in modo significativo il numero di API tra amministrazioni (da 400 a 3.000). È stata anche chiarita e semplificata la rendicontazione per la cybersicurezza e l’adozione delle identità digitali (SPID, CIE), anticipandone l’obiettivo a metà 2025.

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Nel settore giustizia amministrativa, si è deciso di aggiornare gli obiettivi già raggiunti in anticipo, con nuovi target più ambiziosi. Nel comparto culturale, sono stati anticipati al giugno 2025 gli interventi di riqualificazione di giardini storici e formazione degli operatori.

MISSIONE 2: AMBIENTE E TRANSIZIONE ECOLOGICA

Qui si concentrano le modifiche più rilevanti. L’Italia ha deciso di spostare risorse da progetti meno efficaci ad altri con impatto ambientale immediato. Un esempio concreto: 640 milioni di euro inizialmente destinati alla produzione di idrogeno in settori industriali difficili da decarbonizzare sono stati riassegnati allo sviluppo del biometano, una fonte rinnovabile già pronta per essere potenziata.

Altri 597 milioni sono stati sottratti alle colonnine elettriche per finanziare un nuovo programma di rottamazione, volto a incentivare l’adozione di veicoli elettrici da parte di cittadini (in base all’ISEE) e microimprese, in particolare nelle aree urbane.

Sono stati anche estesi i benefici per le comunità energetiche ai Comuni sotto i 50.000 abitanti, migliorando la configurazione dei consumi e l’efficienza energetica. Diverse altre misure – dal settore agricolo a quello dei rifiuti, dall’agrovoltaico alle startup green – sono state revisionate per semplificare le rendicontazioni e aumentare l’efficacia degli interventi.

MISSIONE 3: MOBILITÀ SOSTENIBILE

Le grandi opere ferroviarie d’Achille del soprattutto al Sud, hanno richiesto modifiche dovute a imprevisti tecnici e geologici e costituiscono uno dei fronti più critici nell’attuazione del Piano. Ora vengono rimodulati alcuni tratti dell’alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania per tener conto dei ritardi nei lavori. Mentre altri interventi, come quelli nei porti, sono stati riallocati sotto la nuova Missione 7 (REPowerEU) per una maggiore coerenza strategica.

MISSIONE 4: ISTRUZIONE E RICERCA

In campo educativo, le misure per contrastare i divari territoriali e realizzare la Scuola 4.0 (aule digitali, laboratori, didattica innovativa) sono già in fase avanzata. Anche i progetti per i dottorati innovativi e la transizione scuola-università sono stati accelerati. In generale, sono stati chiariti i criteri per la misurazione dei corsi di formazione, semplificando il sistema di monitoraggio per amministrazioni e istituti.

MISSIONE 5: INCLUSIONE E COESIONE

L’ambizione cresce anche in ambito sociale. Il numero di imprese che dovranno ottenere la certificazione della parità di genere è stato triplicato (da 1.000 a 3.000). Il Servizio Civile Universale, i progetti nelle ZES, gli interventi contro lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura e quelli contro la povertà educativa minorile sono stati tutti aggiornati o anticipati rispetto alle scadenze originarie.

MISSIONE 6: SALUTE

Malgrado la difficoltà in cui versa il settore, la sanità mostra risultati anticipati in diversi ambiti: la telemedicina, l’assistenza domiciliare e i progetti di ricerca biomedica su malattie rare sono già stati avviati o completati prima della scadenza. Anche in questo caso, l’Italia si muove nella direzione di rafforzare la sanità territoriale e la raccolta dei dati sanitari attraverso strumenti digitali.

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MISSIONE 7: ENERGIA E REPOWEREU

Nata nel 2023 per rispondere alla crisi energetica europea, la nuova Missione 7 si è consolidata. La proposta prevede la semplificazione delle autorizzazioni per le rinnovabili, la riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente, e lo sviluppo di grandi progetti infrastrutturali come il Tyrrhenian Link. Inoltre, si promuove l’autoproduzione energetica delle PMI e si sostiene l’efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e residenziale, in particolare per le famiglie vulnerabili.

 



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