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Incentivi tecnici dipendenti società in house: il parere del MIT


All’interno del parere del MIT numero  troviamo importanti indicazioni in merito all’inammissibilità degli incentivi tecnici ai dipendenti delle società in house: il focus è a cura del Dott. Luca Leccisotti.

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Introduzione: la questione della spettanza degli incentivi tecnici nel rapporto tra enti pubblici e società in house

La recente posizione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) in merito alla possibilità di riconoscere incentivi tecnici ai dipendenti di società in house ha sollevato significativi dubbi interpretativi e critiche nel panorama giuridico. In particolare, il parere MIT n. 3174/2025, emesso su richiesta del Comune di Firenze, ha sancito la possibilità di erogare tali incentivi a un dipendente di una società in house, in qualità di Direttore dei Lavori per un appalto pubblico, senza che tale incarico fosse formalmente attribuito alla società di appartenenza.

Tale interpretazione, tuttavia, risulta fortemente discutibile sia alla luce della disciplina delle società in house sia in relazione alla natura stessa degli incentivi tecnici previsti dall’art. 45 del D.Lgs. 36/2023. Infatti, il quadro normativo e giurisprudenziale vigente evidenzia come un dipendente di una società in house non possa in alcun modo essere assimilato al personale proprio dell’ente pubblico, con la conseguenza che gli incentivi tecnici non possono essergli attribuiti.

La natura giuridica delle società in house e il rapporto con l’ente pubblico

Le società in house operano in un regime di delegazione interorganica, che comporta un controllo analogo da parte dell’ente pubblico di riferimento. Tuttavia, come confermato dalla giurisprudenza amministrativa e contabile, tale modello non incide sulla personalità giuridica e sull’autonomia organizzativa della società, la quale rimane un soggetto distinto dall’amministrazione controllante.

Secondo il parere ANAC n. 36/2024, le società in house devono essere considerate “uffici interni” dell’ente esclusivamente sul piano funzionale e non su quello giuridico-lavoristico. Questo implica che:

  • I dipendenti delle società in house non possono essere considerati dipendenti della stazione appaltante;
  • Il loro rapporto di lavoro è regolato esclusivamente dalla contrattazione collettiva privatistica adottata dalla società, e non dal CCNL Funzioni Locali;
  • Non sussiste alcuna forma di immedesimazione organica tra dipendenti della società in house e dipendenti dell’ente pubblico.

Pertanto, sebbene una società in house possa essere assimilata a un “braccio operativo” dell’ente sotto il profilo operativo, non è possibile in alcun modo considerare i suoi dipendenti alla stregua di personale proprio dell’amministrazione.

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Gli incentivi tecnici nel Codice dei Contratti Pubblici e il loro ambito soggettivo

L’art. 45 del D.Lgs. 36/2023 disciplina gli incentivi tecnici destinati al personale delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti. La norma stabilisce che:

“Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti destinano risorse finanziarie per le funzioni tecniche svolte dal proprio personale […].”

Il riferimento al “proprio personale” è un elemento di fondamentale importanza, poiché esclude implicitamente qualsiasi soggetto che non sia un dipendente diretto dell’amministrazione pubblica. La norma non contempla, dunque, la possibilità di estendere gli incentivi ai dipendenti di una società in house, in quanto il loro rapporto di lavoro è regolato autonomamente dalla società stessa.

La novella del correttivo al Codice (D.Lgs. 36/2023) ha rafforzato tale interpretazione, stabilendo che gli incentivi sono destinati esclusivamente al personale della stazione appaltante, con esclusione di eventuali altri soggetti che, seppur operanti per conto dell’ente, non rientrano nella sua struttura organizzativa.

Il travisamento interpretativo del MIT: analisi critica del parere n. 3174/2025

Nel parere n. 3174/2025, il MIT ha sostenuto che, in ragione del rapporto di controllo analogo tra ente pubblico e società in house, i dipendenti di quest’ultima potrebbero essere considerati alla stregua di personale dell’amministrazione, permettendo così il riconoscimento degli incentivi tecnici.

Tale interpretazione appare erronea e foriera di criticità per diversi motivi:

  1. La personalità giuridica distinta della società in house: il controllo analogo non annulla l’autonomia organizzativa della società, che resta un soggetto separato rispetto all’ente pubblico.
  2. L’incompatibilità con la normativa sugli incentivi tecnici: l’art. 45 del D.Lgs. 36/2023 prevede chiaramente che gli incentivi siano destinati esclusivamente al personale della stazione appaltante, escludendo espressamente figure esterne, anche se appartenenti a società in house.
  3. L’assenza di un rapporto di servizio tra dipendenti della società in house e l’ente pubblico: il personale della società in house non è soggetto al regime giuridico del pubblico impiego, e il suo trattamento economico e normativo è regolato dal contratto collettivo della società stessa.

Alla luce di tali considerazioni, appare evidente come il parere del MIT sia in contrasto con il quadro normativo e giurisprudenziale vigente, introducendo una lettura distorsiva dell’istituto degli incentivi tecnici.

Conclusioni: un principio di chiarezza e coerenza nell’attribuzione degli incentivi

L’interpretazione sostenuta dal MIT nel parere n. 3174/2025 risulta non condivisibile, in quanto si pone in netto contrasto con:

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  • L’autonomia giuridica e organizzativa delle società in house, confermata dalla giurisprudenza amministrativa e contabile;
  • Il principio di esclusività degli incentivi tecnici a favore del personale della stazione appaltante, sancito dall’art. 45 del D.Lgs. 36/2023;
  • La ratio stessa dell’istituto degli incentivi, che è volto a valorizzare il personale interno dell’amministrazione e non soggetti terzi, ancorché partecipati.

Di conseguenza, risulta chiaro che un dipendente di una società in house non può essere destinatario di incentivi tecnici previsti per il personale delle stazioni appaltanti, e che ogni diversa interpretazione si tradurrebbe in una violazione delle disposizioni legislative vigenti.

Sarà pertanto necessario un chiarimento da parte del MIT o un’eventuale pronuncia dell’ANAC o della Corte dei Conti per ribadire che gli incentivi tecnici devono restare riservati ai soli dipendenti delle amministrazioni pubbliche, evitando distorsioni applicative che potrebbero generare contenziosi e incertezze operative.

Il testo del parere

Qui il documento completo.



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