L’evoluzione del mercato del lavoro autonomo in Europa, ha mostrato cambiamenti significativi dal 2009 al 2023. In particolare, la pandemia ha avuto un impatto rilevante, con una crescita del lavoro dipendente e una temporanea crisi del lavoro autonomo, sebbene negli ultimi anni si stiano registrando segnali di recupero. Tuttavia, alcuni Paesi, come l’Italia e la Germania, non sono riusciti a recuperare completamente, restando indietro rispetto ad altri.
Un decennio in numeri: +25% in dieci anni, ma 54.000 freelance in meno dal 2020: luci e ombre della crescita
Tra i liberi professionisti infatti, secondo il IX Rapporto sulle Libere Professioni in Italia, 2024, si è registrato un aumento significativo del numero di lavoratori, con una crescita di quasi il 25% tra il 2009 e il 2019, anche se con differenze a livello nazionale. L’Italia, però, ha visto una perdita di circa 54.000 professionisti nel periodo 2020-2022, con una ripresa solo parziale nel 2023 rispetto ai numeri pre-pandemia. Un altro dato interessante è l’invecchiamento della categoria, con un’età media che continua ad aumentare, ma anche un progressivo aumento della presenza femminile, nonostante persista un divario retributivo tra uomini e donne.
Infine, l’andamento delle aperture di Partite IVA nel 2023 appare piuttosto stabile, ma con tendenze che variano notevolmente a seconda della regione e del settore di attività, confermando una certa disparità nelle opportunità offerte dal mercato delle libere professioni.
Un’analisi sul panorama dei liberi professionisti in Italia: principali evidenze e trend emergenti
Per fornire una visione concreta delle dinamiche che caratterizzano il mondo dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi, Fidocommercialista, ha elaborato l’Osservatorio sulle Partite Iva, https://fidocommercialista.it/osservatorio-p-iva, integrando un’ indagine sui liberi professionisti in Italia, condotta su un campione di circa 3.900 professionisti attivi, in modo da offrire una panoramica interessante sulle caratteristiche e le difficoltà che segnano il lavoro autonomo nel Paese. I dati raccolti delineano un panorama dominato da giovani professionisti, ma anche segnato da importanti sfide economiche e fiscali. Nicola Primieri, co-founder di Fidocommercialista, ha commentato che «il settore dei liberi professionisti è in continua evoluzione, ma è fondamentale che le politiche fiscali siano più incisive e mirate, per favorire la crescita di questa categoria cruciale per l’economia».
Identikit del freelance italiano: più giovani, più donne, più digitali. Milano, Roma e Torino guidano il boom della partita IVA
I professionisti italiani sono in gran parte giovani. La fascia di età tra i 26 e i 35 anni rappresenta infatti il 35,7% del totale, con un altro dato interessante che riguarda la crescita della partecipazione degli over 50 nel mercato del lavoro autonomo, che tocca il 7,4%. Milano, Roma e Torino sono le città che vedono la maggiore concentrazione di liberi professionisti, con un’espansione anche nelle regioni del Nord Italia, come la Lombardia e il Piemonte.
«L’emergere di professionisti più giovani e la maggiore presenza degli over 50 testimoniano come la percezione del lavoro autonomo stia cambiando», afferma Nicola Primieri. Questo trend si riflette anche nelle preferenze settoriali: i servizi medici e odontoiatrici, ad esempio, sono i più redditizi, mentre settori come la produzione industriale e la fabbricazione di calcestruzzo vedono risultati meno favorevoli.
Fatturati sotto i 27mila euro l’anno e stagionalità pesante: la realtà (poco) dorata dei freelance
Il fatturato medio annuo dei liberi professionisti si attesta sui 26.888€. Tuttavia, le fluttuazioni stagionali giocano un ruolo importante. I mesi di agosto e dicembre vedono significative variazioni nei guadagni. Ad agosto, il fatturato medio mensile scende a circa 1.835,25€, mentre a dicembre il picco arriva a 2.834€. La stagionalità delle attività professionali, infatti, dipende molto dal settore specifico, e Primieri sottolinea come una programmazione fiscale più equilibrata potrebbe contribuire a ridurre l’impatto delle fluttuazioni stagionali.
Inoltre, circa l’81,1% dei liberi professionisti intervistati afferma di combinare attività online e offline, con una parte significativa che opera esclusivamente in modalità digitale. Nicola Primieri evidenzia come il settore digitale stia diventando sempre più cruciale per la sostenibilità delle attività professionali, considerando anche le nuove modalità di fruizione dei servizi che richiedono l’adattamento a nuove tecnologie.
La sfida della stabilità economica: uno su due non arriva a fine mese: il lato fragile dell’indipendenza professionale
Malgrado la crescita del numero di liberi professionisti, molti di loro continuano a fronteggiare difficoltà economiche. Circa il 56,1% degli intervistati sostiene che il reddito non è sufficiente a garantire una stabilità economica. Solo il 43,9% si considera soddisfatto della propria situazione economica, un dato che riflette le difficoltà di molti professionisti nel far crescere il proprio reddito in modo continuo.
«Le agevolazioni fiscali sono un elemento essenziale per garantire la competitività del lavoro autonomo, ma occorre che siano stabili e facilmente accessibili», afferma Primieri. Secondo l’indagine, solo l’8,5% dei professionisti ha beneficiato di incentivi fiscali continuativi, con una prevalenza di agevolazioni all’inizio dell’attività. Questo dato suggerisce che, nonostante il sistema di supporto, molti professionisti continuano a trovarsi in una situazione di incertezza, senza garanzie di sostegno economico nel lungo termine.
Sostenibilità economica e incentivi fiscali continue: le sfide del settore
L’analisi rivela che il panorama dei liberi professionisti in Italia è in continua evoluzione, caratterizzato da una maggiore partecipazione di giovani e professionisti over 50. Tuttavia, permangono sfide legate alla sostenibilità economica e alla necessità di incentivi fiscali continui. Nicola Primieri aggiunge: «I liberi professionisti sono il motore dell’economia italiana, ma le politiche fiscali e previdenziali devono evolvere per supportare una categoria che affronta costantemente nuove sfide».
In generale, un fattore che emerge con forza è la crescente digitalizzazione e flessibilità del lavoro autonomo, un aspetto che sembra destinato a caratterizzare il futuro del settore.
La modalità di lavoro si orienta sempre più verso il digitale e la flessibilità: il 40,85% lavora in modalità mista online e offline, e un ulteriore 31,71% lavora completamente online. Questo dato conferma l’importanza crescente delle competenze digitali anche per chi svolge attività in proprio.
Resilienza e passione: l’84% lo rifarebbe: perché, nonostante tutto, il lavoro autonomo continua ad attrarre
Il dato che l’84,54% ripeterebbe la scelta, aprendo nuovamente la partita IVA dimostra che, pur tra le difficoltà economiche e gestionali, prevalgono motivazioni di indipendenza, crescita e realizzazione personale. L’autonomia professionale continua dunque ad attrarre, nonostante le sfide che comporta.
Uno sguardo al futuro: indipendenza cercasi (con tutele): cosa serve davvero per far crescere i freelance italiani
L’analisi condotta attraverso l’Osservatorio consente di delineare con maggiore precisione il panorama del lavoro autonomo in Italia, mettendo in luce sia l’evoluzione storica sia le tendenze attuali, e ponendo queste dinamiche a confronto con le evidenze empiriche emerse dall’osservazione diretta della nostra base clienti.
Dalla comparazione tra i dati istituzionali e le nostre ricerche interne emerge un quadro articolato: se da un lato il lavoro autonomo continua a rappresentare una componente fondamentale dell’economia, dall’altro si confermano alcune criticità strutturali che ne frenano la crescita e la sostenibilità nel tempo.
La fragilità occupazionale del settore, la segmentazione per età e genere, la persistente disparità reddituale e il basso livello di accesso alle misure di sostegno in fase iniziale sono solo alcune delle sfide che i professionisti autonomi si trovano ad affrontare.
“La ripresa delle aperture di Partite IVA nel 2024, seppur modesta, segnala una rinnovata fiducia, soprattutto da parte delle società di capitali e delle realtà più strutturate. Tuttavia – spiega Primieri – il calo delle aperture da parte di persone fisiche e la flessione delle attività professionali suggeriscono una cautela crescente tra i lavoratori autonomi tradizionali. Il nostro campione interno, composto prevalentemente da giovani, professionisti digitali e attivi nelle regioni economicamente più dinamiche, restituisce un’immagine in parte in controtendenza rispetto ai dati generali”. Questo evidenzia quanto sia importante adottare una lettura sfaccettata del fenomeno, che tenga conto delle trasformazioni in atto nelle modalità di lavoro, nei bisogni e nelle aspettative delle nuove generazioni di freelance.
L’indipendenza, la flessibilità e il desiderio di crescita restano i motori principali della scelta di avviare un’attività autonoma. Tuttavia, affinché il lavoro indipendente possa rappresentare una reale opportunità di sviluppo personale ed economico, sarà necessario rafforzare le politiche pubbliche a sostegno della stabilità e della protezione sociale, temi cari al mercato del lavoro in generale, migliorare l’accesso alle informazioni e agli incentivi, e promuovere una maggiore equità di genere e generazionale.
L’Osservatorio completo è scaricabile su: https://fidocommercialista.it/osservatorio-p-iva
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