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Energia, investire nel solare per rendere l’Italia indipendente: il ruolo chiave del fotovoltaico




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Ultim’ore news 12 maggio ore 20


Il costo dell’energia e le politiche per ridurne l’impatto su famiglie e imprese sono al centro del dibattito pubblico. Caro bollette, volatilità dei prezzi del gas e necessità di maggior indipendenza energetica pongono sfide cruciali per l’Italia, dove il prezzo medio dell’energia – per il 70% determinato dal gas – rimane tra i più alti d’Europa (143,03 euro al Megawattora) anche rispetto a Paesi come Spagna, Francia e Germania che pagano rispettivamente il 32%, il 29% e il 20% in meno.

Tra le possibili soluzioni, il disaccoppiamento tra prezzo del gas e dell’energia elettrica è un tema dibattuto a livello politico ed economico, la cui attuazione ha tempistiche e procedure incerte. Al contrario, rafforzare il contributo delle fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale può offrire benefici più rapidi e strutturali.

Il fotovoltaico, in particolare quello su larga scala, può giocare un ruolo chiave grazie alla capacità di produrre energia pulita e competitiva: un’opportunità concreta per abbattere i costi dell’energia e ridurre la dipendenza dalle fonti estere, oltre ad essere un settore che oggi non necessita di incentivi statali, in quanto fa capo perlopiù a iniziative private.

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Transizione energetica in Italia

Da oltre vent’anni il fotovoltaico utility-scale sostiene lo sviluppo e la sicurezza energetica dell’Italia. Oggi copre circa l’11% del fabbisogno elettrico nazionale e nel 2023 ha generato ricavi per oltre 10 miliardi, offrendo occupazione a circa 80 mila persone.

Fin dalla sua affermazione in Italia nei primi anni 2000 ha favorito la realizzazione di infrastrutture, la creazione di posti di lavoro e la produzione di energia pulita e rinnovabile.

Il ruolo del settore è ancor più rilevante alla luce degli sviluppi internazionali e delle strategie nazionali per la transizione energetica. Il sole è tra le principali fonti di energia della penisola e il fotovoltaico può offrire un contributo decisivo per raggiungere gli obiettivi previsti dal Pniec-Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Nei prossimi cinque anni sarà indispensabile ridurre le emissioni climalteranti a 262 milioni di tonnellate e aumentare le rinnovabili al 39% dei consumi finali lordi. Al 2022 l’Italia registrava ancora 392 milioni di tonnellate di emissioni e una quota di rinnovabili inferiore al 20%, rendendo necessario un rafforzamento delle politiche di sviluppo del settore. Nel Documento di descrizione degli scenari 2022, Terna e Snam stimavano che le Fer dovessero ottenere almeno 70 Gw di capacità installata entro il 2030.

Necessaria normativa chiara

Per raggiungere questi traguardi, è fondamentale innanzitutto superare l’attuale narrativa che vuole mostrare il fotovoltaico utility-scale come un elemento negativo in termini di impatto sul paesaggio e consumo di suolo. In realtà il fotovoltaico di grandi dimensioni occupa meno dello 0,06% del territorio italiano (dati Ispra).

La pianificazione di nuovi impianti può avvenire in modo equilibrato, valorizzando opportunità d’integrazione con il territorio e minimizzando eventuali criticità. Occorre promuovere una normativa chiara e snella, che oggi al contrario è incrinata da posizioni ideologiche.

Investire nel fotovoltaico significa garantire energia pulita e accessibile e contribuire alla stabilità del sistema elettrico e alla competitività dell’economia nazionale. Il fotovoltaico può contribuire a ridurre il prezzo dell’energia con benefici per cittadini e imprese.

Inoltre il rafforzamento della sicurezza energetica è cruciale per la transizione digitale del Paese: l’atteso sviluppo di data center comporterà una domanda di energia e costi operativi sempre più elevati, rispetto ai quali l’Italia dovrà farsi trovare pronta grazie a un approvvigionamento energetico diversificato e ben strutturato, in cui il fotovoltaico deve ricoprire un ruolo centrale.

È quindi essenziale avviare un dibattito tra istituzioni, operatori e territori per affrontare le sfide della transizione energetica con una visione di lungo termine, identificando soluzioni equilibrate e sostenibili per coniugare le esigenze del settore con quelle delle comunità locali e dell’intero sistema economico nazionale. (riproduzione riservata)

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