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M&A in tenuta a Nord Est: «Cinquanta operazioni in tre mesi»


«I margini di crescita restano ampi. Le operazioni di M&A stanno diventando uno strumento strutturale per aumentare la competitività». Per Paolo Masotti, ad di Adacta Advisory, fusioni e acquisizioni restano uno dei driver di sviluppo per le imprese del territorio. «Il numero di operazioni è stabile, ma il fatto che quasi metà siano industriali è significativo: di solito erano il 35-40%. Su base annua potremmo arrivare a un centinaio di operazioni industriali. Considerando che nel Nord Est ci sono 3-4 mila aziende potenzialmente acquirenti gli spazi per aumentare ci sono».

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Nel primo trimestre del 2025, secondo il report realizzato da Adacta Advisory, il mercato italiano ha registrato 279 operazioni. Di queste, 47 hanno coinvolto direttamente imprese del Triveneto, portando la quota del Nord Est al 16,9%. È un dato in calo rispetto alle incidenze storiche, ma che non preoccupa Masotti.

«Un trimestre con 50 operazioni va bene, in linea con la storia. Vediamo ancora dinamismo, anche se con qualche discontinuità. I tempi di gestazione delle operazioni sono di circa sei mesi: oggi cogliamo gli effetti delle negoziazioni avviate nel secondo semestre del 2024», spiega.

Nel Nord Est, si legge nel Report, continuano a prevalere gli acquirenti industriali, che rappresentano il 49% delle operazioni. Seguono i fondi di private equity, con il 19%, e le dismissioni, pari al 23%. I settori industriale e dei beni di consumo, pur mostrando segnali di rallentamento rispetto al passato, restano dominanti e insieme costituiscono il 54% del mercato.

In crescita le operazioni outbound, cioè le acquisizioni compiute da aziende del Nord Est verso l’estero, che arrivano al 23% del totale. «È un segnale positivo – osserva Masotti – dieci operazioni sono state fatte verso l’estero. Chi compra all’estero di solito ha grandi dimenzioni. Il movimento resta intenso e potrebbe aumentare».

Dal punto di vista del valore, il totale transato (escludendo le operazioni outbound e quelle distressed) supera i 700 milioni di euro. Masotti osserva che, se i fondi di private equity hanno promosso i deal più grandi, gli industriali hanno invece privilegiato acquisizioni tattiche, mirate ad aumentare la rilevanza strategica.

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«Per me è sempre positivo quando le nostre aziende comprano. Abbiamo tematiche dimensionali da affrontare: le acquisizioni sono uno dei meccanismi più veloci per crescere», commenta.

Fra le operazioni industriali considerate emblematiche in questo primo scorcio dell’anno, si segnala l’acquisizione da parte di Acciaierie Venete della Trafilerie San Paolo Srl, un’operazione finalizzata a integrare la filiera e rafforzare l’offerta di prodotti trafilati destinati ai settori della meccanica e dell’automotive.

Nel campo della logistica, Autamarocchi ha rilevato F.lli Dissegna Srl per espandere la rete intermodale in Italia e in Europa. «È un segnale importante: la logistica si sta consolidando per necessità di scala», sottolinea Masotti.

Anche la friulana Zanutta continua la sua espansione, acquisendo Meg Srl e Idrostileper ampliare l’offerta nei settori delle finiture e dell’impiantistica. «Stanno andando verso il mezzo miliardo di ricavi», dice Masotti, parlando di un gruppo che si sta affermando come riferimento nella distribuzione tecnica.

Il trevigiano MCZ Group, attivo nella produzione di stufe e caminetti, ha rilevato Sital Klima e SIC per entrare nel settore HVAC con soluzioni ibride e rinnovabili. Frigoveneta ha acquistato Mercuri Angelo Frindes Srl, espandendo la propria capacità produttiva nel segmento del freddo professionale.

Sul versante delle operazioni con target esteri, Novation Tech Spa ha acquisito la portoghese MPC DesignWorks, specializzata in materiali compositi per l’automotive. Fercam ha finalizzato l’acquisizione della tedesca LIC Spedition, attiva nel project cargo, mentre DBA Group Spa ha comprato il 60% della madrilena Proyectos IFG, società di ingegneria tecnica. Icop Spa ha rilevato la statunitense Atlantic Geoconstruction Holdings, operativa nel campo delle soluzioni geotecniche avanzate. Cereal Docks ha integrato la bulgara Prista Commerce, attiva nella trasformazione di semi oleosi.

Sul fronte del private equity, le operazioni sono meno numerose ma di dimensioni rilevanti. «I fondi selezionano aziende già strutturate, con l’obiettivo di accelerarne la crescita», spiega Masotti.

È il caso di Cigierre, attiva nella ristorazione, in cui QuattroR e Anthilia Capital Partners hanno investito 40 milioni, acquisendo rispettivamente il 12% e una quota di minoranza. Su Bedeschi è intervenuta Invitalia con un aumento di capitale da 20 milioni. «Veniva da un periodo delicato. È stata un’operazione funzionale a una ristrutturazione, ma la famiglia resta azionista di maggioranza», precisa Masotti.

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Anche il Fondo Italiano Agri&Food ha investito in Scatolificio del Garda, puntando sul packaging sostenibile. Il fondo Eurazeo ha acquisito la maggioranza di Aquardens, il parco termale veronese, mentre Quadrivio ha fatto il suo ingresso in Biotec Italia attraverso il Silver Economy Fund. Presidio Investor, fondo texano, ha acquisito il 100% dell’Hellas Verona Football Club, nel suo primo investimento sportivo. «Il calcio italiano continua a interessare i fondi, attirando capitali esteri», osserva Masotti.



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