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WhatsApp, con Meta AI sorgono nuovi dubbi per la privacy


WhatsApp, l’applicazione di messaggistica end-to-end criptata che conta circa 3 miliardi di utenti nel mondo, è da sempre sinonimo di privacy e sicurezza nelle comunicazioni. Tuttavia l’introduzione di nuove funzionalità basate sull’intelligenza artificiale sta sollevando preoccupazioni tra gli utenti e gli esperti di sicurezza.

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I dubbi emersi sulla privacy

L’introduzione di funzionalità di AI di Meta su WhatsApp è un passo significativo verso l’innovazione, ma ha anche suscitato scetticismo. Con l’integrazione di nuovi strumenti di AI basati su cloud, pensati per riassumere i messaggi e aiutare a comporre risposte in modo più efficiente, a essere a rischio è la privacy degli utenti, poiché le interazioni con l’assistente AI non sono criptate come i messaggi normali.

Meta ha cercato di rispondere a queste preoccupazioni con l’introduzione del Private Processing, un sistema pensato per mantenere intatte le garanzie di privacy, consentendo comunque l’utilizzo di AI. Questo sistema, nel dettaglio, è progettato per elaborare i dati in modo che nessuna parte, nemmeno Meta o WhatsApp, possa accedere alle informazioni sensibili.

Tuttavia, nonostante gli sforzi dell’azienda, alcuni esperti di sicurezza rimangono scettici. Per esempio Matt Green, crittografo presso la Johns Hopkins University, ha dichiarato a Wired America che, sebbene WhatsApp abbia progettato Private Processing in modo da essere il più sicuro possibile, l’idea di inviare dati sensibili su server esterni per l’elaborazione AI introduce inevitabilmente dei rischi. Perché più i dati vengono trasferiti fuori dal dispositivo, maggiore è il rischio che possano essere intercettati o sfruttati da attori malintenzionati.

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Secondo Green, ogni sistema di messaggistica sicura che faccia uso di AI off-device (cioè, che non venga elaborato direttamente sul dispositivo dell’utente) rappresenta un rischio intrinseco maggiore. I server che ospitano questi modelli AI diventano infatti bersagli privilegiati per gli hacker, i governi e altre entità che cercano di accedere a dati riservati.

Inoltre, il numero di utenti che si affidano a WhatsApp per conversazioni altamente sensibili rende queste infrastrutture un obiettivo appetibile per qualsiasi tipo di minaccia.

Quali sono le possibile conseguenze

Molti utenti apprezzano la privacy garantita da WhatsApp, ma la crescente domanda di funzionalità avanzate, come gli strumenti di AI, sta cambiando le aspettative. Secondo Will Cathcart, responsabile di WhatsApp, gli utenti si aspettano ormai strumenti come la generazione di riassunti o la composizione di risposte intelligenti.

Per Meta, non offrire queste funzionalità significherebbe spingere gli utenti a piattaforme meno sicure, un compromesso che la compagnia vuole evitare. Ma questo comporta un difficile bilanciamento tra il garantire la privacy e l’introduzione di strumenti che, per loro natura, richiedono l’elaborazione di dati sensibili.

Certo, resta comunque la possibilità di bloccare l’uso delle funzionalità AI tramite il nuovo controllo Advanced Chat Privacy è un passo verso una maggiore protezione, ma la decisione di attivarlo spetta agli utenti e ai partecipanti alla chat, il che potrebbe generare confusione o disagi.

L’utilizzo di intelligenza artificiale su piattaforme di messaggistica sicura come WhatsApp è un campo inesplorato e i problemi legati alla privacy potrebbero persistere a lungo. Mentre si aspettano nuovi sviluppi, gli utenti sono tenuti a prestare maggiore attenzione a quali funzionalità abilitare e, soprattutto, a come la loro privacy venga trattata in un futuro sempre più digitale.





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