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“Ex Ilva rischia spegnimento e destino Bagnoli”


“Siamo il Governo del fare e non delle parole: per questo, grazie ai finanziamenti ingenti che abbiamo stanziato per questa città e non alla demagogia, Taranto diventerà polo di sviluppo per l’intero Mediterraneo”.

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Non ha dubbi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto questa mattina a Taranto prima per l’inaugurazione del Tecnopolo del Mediterraneo presso la Cittadella delle Imprese e poi al comitato elettorale di Luca Lazzaro, candidato sindaco della coalizione di centrodestra alle prossime amministrative.

Sorridente, disponibile alle domande così come ai selfie con i candidati al Consiglio comunale, Urso non si sottrae nemmeno alle contestazioni, durissime, che gli sono state rivolte davanti alla Camera di Commercio e in via Di Palma.

Al centro delle critiche la situazione dell’ex Ilva di Taranto ma anche le recenti dichiarazioni del ministro che si era detto preoccupato per gli ultimi avvenimenti, in particolare l’incidente dei giorni scorsi che ha provocato il sequestro dell’Afo1. 

“Se il sequestro dell’Altoforno prevederà anche l’inibizione all’uso – ha dichiarato Urso durante la presentazione del Tecnopolo – dovremo necessariamente, e già lo ho annunciato ai sindacati, prevedere un forte numero di lavoratori in cassa integrazione con la riduzione significativa della produzione. Se il provvedimento inibirà anche la manutenzione degli impianti, che deve essere effettuata nelle prossime ore, compromettendo per sempre, il ripristino dell’Alto Forno, potete immaginare quali possono essere le conseguenze. Aspettiamo ovviamente, nel rispetto dell’equilibrio dei poteri, le decisioni dei magistrati”.

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Il negoziato con Baku Steel si rivela “difficile, complesso, che deve mettere insieme tante cose, tra cui la funzionalità degli impianti. Se non vi è la funzionalità degli impianti, il negoziato si interrompe. Nessuno ovviamente mai scommetterà sulla riconversione industriale e tecnologica di quello che era il più grande impianto siderurgico europeo. È chiaro che se qui si crea un’altra Bagnoli finirà come a Bagnoli”.

“La tecnologia green – spiega Urso – è alimentata dal gas perchè il Dri (preridotto) che costruiremo con un cronoprogramma preciso che mi accingo, ovviamente, a presentare alle istituzioni competenti prevede la realizzazione di un primo impianto e poi di un successivo che va alimentato a gas, così come la produzione dello stabilimento, quando ci sarà la tecnologia green, dovrà essere anche essa alimentata a gas. Quindi dipende dal costo del gas e su questo mi sto confrontando anche con il presidente della Regione per capire come incentivare e non penalizzare chi porterà il gas per la siderurgia green nel polo di Taranto”.

Importante anche l’approvvigionamento idrico dello stabilimento, “che allo stato resta un grande punto interrogativo, dalla possibilità di realizzare il raccordo tra i depuratori e lo stabilimento ai fini di utilizzare anche le acque reflue, dipenderà dalle infrastrutture civili e portuali che dovranno essere realizzate. Gli impianti a forno elettrico e Dri che via via negli anni sostituiranno gli impianti attuali secondo un preciso cronoprogramma renderanno quello di Taranto il più grande e più avanzato impianto siderurgico green
d’Europa.”

“Il Governo delle sinistre – ha tuonato il ministro all’interno del comitato di Lazzaro – non ha saputo tutelare nè l’ambiente nè il lavoro. Noi abbiamo ristorato l’indotto, abbiamo chiamato a raccolta le imprese per far fronte alla mancanza di materie prime, abbiamo chiuso un accordo sindacale per la cassa integrazione e iniziato a corrispondere gli indennizzi ai cittadini dei Tamburi. L’AIA? Siamo i primi in Europa ad aver attivato le procedure per un’Autorizzazione Integrata Ambientale anche sanitaria. Alla Commissione Europea che ci richiama per violazioni delle norme comunitarie rispondiamo che quanto richiesto l’abbiamo già messo in pratica. In Europa stiamo indicando noi la strada per la decarbonizzazione”.

Nelle intenzioni del Governo Meloni, insomma, Taranto sarà “il polo siderurgico più avanzato nel mondo nella siderurgia green e il primo in Europa a produrre acciaio verde”.

Ma non solo: “A fronte di questo – ha proseguito il ministro –  sarà possibile collocare nelle stesse aree ”diversi altri investimenti che hanno bisogno dell’acciaio green nel polo
siderurgico che, secondo i miei uffici, ammontano ad almeno altri 5.000 occupati, che si aggiungerebbero a coloro che potrebbero tornare a lavorare negli stabilimenti di quello che era l’ex Ilva ”.

L’obiettivo, in definitiva, è quello di ricucire lo strappo tra ambiente e lavoro, clima e impresa “nella città italiana che l’ha maggiormente avvertito”.

La presentazione del Tecnopolo del Mediterraneo, quale polo di ricerca e sviluppo per la transizione ambientale e riconversione industriale, diventa parte di un progetto che vede nel capoluogo ionico “un modello di sviluppo economico per l’intero Mediterraneo”.

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Urso ha poi “benedetto” la candidatura di Lazzaro: “Non lo conoscevo ma quando ho saputo che era un imprenditore del territorio che si candidava, in questo frangente così delicato, non ho potuto far altro che caldeggiare la sua scelta. Ora posso dire che è un combattente, un uomo del “fare” e al nostro Paese, così come a Taranto, servono uomini così. Una proposta di governo seria e affidabile”.

Per Lazzaro la chiusura delle fonti inquinanti e la decarbonizzazione sono punti fermi della prossima amministrazione comunale, da portare avanti in collaborazione con il Governo: “L’inaugurazione del Tecnopolo è un passo ulteriore e fondamentale sulla strada dell’innovazione e della ricerca, che i giovani devono poter fare in questa città per costruire il proprio futuro: questo è il nostro obiettivo”.

Infine una battuta sulla scissione della Lega, che nel capoluogo ionico ha lasciato la coalizione di centrodestra per appoggiare il candidato sindaco Francesco Tacente: “Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati e le altre forze della coalizione costituiscono il vero cuore del centrodestra italiano. Comunque, al ballottaggio tutti ci ritroveremo di fronte alla scelta significativa di mettere un uomo di impresa alla guida di Taranto”.

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