Gli echi di Bruxelles fanno tremare il Mezzogiorno. Un bilancio monstre da duemila miliardi di euro, definito dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen come «il più ambizioso di sempre», scuote le fondamenta dell’Unione Europea, scatenando un acceso scontro nell’Europarlamento e tra i Paesi Ue. E tiene sulle spine anche la Puglia. Il quadro finanziario pluriennale 2028-2034 ridefinisce le priorità di spesa dell’Ue, con tagli previsti a settori cruciali per il Sud Italia come l’agricoltura e le politiche di Coesione, a favore di un massiccio aumento degli investimenti in difesa e transizione digitale. Un bilancio contestato che sta catalizzando polemiche e proteste. La proposta della Commissione prevede un aumento del contributo dei Paesi membri, ma sono le ripartizioni dei fondi a sollevare le maggiori preoccupazioni. La “maggioranza Ursula” ha già contestato le dotazioni, giudicate “insufficienti”, e molti Stati temono di pagare di più ricevendo meno su voci essenziali. Per il Mezzogiorno, questo si traduce in un potenziale indebolimento di quelle politiche strutturali che hanno sostenuto sviluppo e riduzione dei divari. Il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, il salentino Raffaele Fitto, ha avuto un ruolo chiave nel braccio di ferro interno alla Commissione, cercando di difendere i pilastri dell’attuale bilancio, in particolare i finanziamenti per le regioni meno sviluppate – una voce che, con 218 miliardi, è fondamentale per il Sud Italia – e il Fondo Sociale.
I nervi scoperti sono soprattutto agricoltura e coesione, ovvero i tagli che preoccupano il Mezzogiorno. Uno dei colpi più duri per sud Italia infatti arriva dalla Politica agricola comune (Pac), i cui fondi sono destinati a scendere drasticamente da 378 a 300 miliardi di euro. Una sforbiciata che ha scatenato l’immediata reazione di Coldiretti: «Un disastro annunciato», tuonano il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo che hanno promesso una «mobilitazione permanente». Il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, parla di «vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura: la Pac disintegrata e annacquata con il Fondo unico e un taglio del 20% delle risorse per il settore faranno l’Europa a brandelli». Per le regioni del Sud, dove l’agricoltura rappresenta una colonna portante dell’economia, questo taglio è un rischio concreto per la tenuta del settore. Anche la pesca italiana, altro pilastro dell’economia meridionale, è messa a dura prova, con la proposta che riduce i fondi del settore da 6,1 a poco più di 2 miliardi, una perdita netta del 67%. Coldiretti Pesca denuncia un «inaccettabile tradimento» dopo i sacrifici imposti alle imprese. La nascita dei “Piani di partenariato nazionali e regionali”, che accorperanno varie linee di bilancio (Pac, sviluppo rurale, Coesione e fondi di sviluppo regionale) suscita allarme. Il Parlamento europeo teme una “rinazionalizzazione” delle politiche e una riduzione del controllo democratico, che potrebbe limitare la capacità delle regioni di gestire autonomamente i fondi, con un impatto significativo per le regioni del Sud che dipendono fortemente da queste risorse. Fitto ha difeso la proposta riconoscendo la necessità di «semplificazione e flessibilità» per evitare che le risorse della Coesione vengano dirottate per affrontare emergenze, come accaduto in passato. Il numero due della Commissione ha poi invitato a un «dibattito di merito» per migliorare la struttura del Quadro finanziario, rassicurando che il «ruolo delle regioni e delle autorità locali è assolutamente confermato». «Non voglio parlare di morte della Coesione, seguendo questa metafora parlerei di una diagnosi corretta», ha dichiarato Fitto in audizione alla commissione Regi del Parlamento Europeo. Il vicepresidente ha sottolineato che «il principio di preservare fondi per le Regioni meno sviluppate viene preservato», confermando che la proposta della Commissione destina 218 milioni di euro a questo fine. «Dobbiamo compiere un’azione di merito – ha aggiunto – capisco le vostre connessioni con i territori e l’esigenza di portare messaggi positivi. Ma nel testo legislativo abbiamo tutti gli elementi». Ha poi concluso che il dibattito è il «primo momento di un confronto serio, per costruire un dialogo, un’interlocuzione che possa andare incontro alle esigenze, alle emergenze e alle questioni rappresentate. È importante stabilire un aspetto: questa è la proposta, il Parlamento e il Consiglio avranno tutte le condizioni per poterla migliorare», ha messo in chiaro il vice della von der Leyen.
Il bilancio
Tuttavia, il nuovo bilancio evidenzia un netto spostamento delle priorità dell’Ue. Il “Catalyst Europe” e gli ingenti investimenti in difesa e spazio (131 miliardi di euro) – cinque volte superiori al Quadro attuale – assorbono risorse che in passato erano destinate a politiche sociali e territoriali. Questo riarmo e la spinta verso il digitale, pur essendo priorità europee, sollevano interrogativi sul bilancio tra sicurezza e sviluppo sociale, in particolare per le regioni che necessitano ancora di un forte sostegno alla crescita. Ora c’è una partita aperta per il Sud: il negoziato è solo all’inizio e si preannuncia in salita. Il Parlamento Europeo ha già espresso forte disappunto, e associazioni come Coldiretti chiedono l’intervento dei capi di Stato e di governo per fermare quella che considerano una «pericolosa deriva autocratica». Per il Mezzogiorno si apre una partita cruciale. La capacità di ottenere un riequilibrio delle risorse e di salvaguardare i fondi per l’agricoltura e la Coesione sarà la chiave di volta per il percorso di crescita e per evitare che le nuove priorità europee si traducano in nuovi divari.
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