In seguito alla decisione di Coop Alleanza 3.0 di sospendere la vendita di alcuni prodotti israeliani, Coop Italia ha diffuso una nota per chiarire la propria posizione ufficiale, di fatto bloccando l’iniziativa. Secondo quanto riportato nel comunicato diffuso dall’azienda, «boicottare prodotti in ragione della loro provenienza è un diritto dei consumatori, che possono agire sulla base delle proprie opinioni e sensibilità. Tuttavia, questa scelta non compete alle imprese», ha spiegato il gruppo. Coop ribadisce che la sua policy nazionale non prevede boicottaggi selettivi legati al Paese di origine e che Israele non rappresenta un’eccezione a tale linea. La posizione è stata confermata durante la recente riunione della Presidenza di ANCC, l’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori, che rappresenta 72 realtà cooperative in Italia.
Passo indietro di Coop sul boicottaggio dei prodotti israeliani
Boicottaggio prodotti israeliani, cosa era successo
Coop Alleanza 3.0, una delle principali cooperative della grande distribuzione in Italia, aveva scelto di rimuovere dai propri scaffali alcuni prodotti di origine israeliana. La decisione, motivata da una relazione presentata dalla Commissione Etica e approvata dal Consiglio di Amministrazione, è stata definita coerente con i principi e i valori fondanti della cooperativa. Contestualmente, Coop ha introdotto nel proprio assortimento la Gaza Cola, una bevanda prodotta in Palestina, i cui proventi sono destinati al finanziamento di progetti sociali e sanitari, come la ricostruzione dell’Ospedale Al Karama nella Striscia di Gaza. Durante l’assemblea generale del 21 giugno 2025, una delegazione di soci ha preso parte al confronto interno sulle implicazioni delle scelte commerciali. Coop Alleanza 3.0 ha inoltre aderito alla campagna nazionale Coop For Refugees, promuovendo la raccolta di aiuti umanitari destinati a popolazioni colpite da conflitti in Gaza, Libano, Ucraina e Sudan.
La dura replica della Comunità ebraica: «Ambiguità pericolosa»
La reazione della Comunità ebraica di Milano non si è fatta attendere. In una dichiarazione, il presidente Walter Meghnagi ha espresso forte disappunto nei confronti di Coop Italia. «Il comunicato diffuso è un esempio di ambiguità e doppiopesismo», ha affermato, sottolineando come da un lato si neghi il boicottaggio a livello aziendale, ma dall’altro si legittimi quello dei consumatori, lasciando spazio, a suo dire, a interpretazioni discriminatorie. «Non una parola sul 7 ottobre, sugli ostaggi israeliani, o sulle recenti aggressioni antisemite», ha aggiunto Meghnagi, criticando la mancanza di equilibrio e l’assenza di riferimenti ai cittadini israeliani colpiti dalla violenza di Hamas. Secondo il presidente, la presa di posizione di Coop rischia di alimentare un clima di ostilità verso la comunità ebraica e si traduce in «una macchia nella storia del movimento cooperativo». Meghnagi ha concluso chiedendo scuse formali da parte dei vertici Coop, che ritiene moralmente corresponsabili di un clima d’odio crescente.
Walter MeghnagI, presidente della Comunità ebraica di Milano
Il confronto tra Coop e la Comunità ebraica si inserisce in un contesto già complesso, dove il confine tra scelte commerciali, libertà individuale e responsabilità etico-sociali delle imprese è sempre più sottile. La scelta delle singole cooperative locali, come Coop Alleanza 3.0, di ritirare dai punti vendita alcuni articoli israeliani, ha generato un dibattito che coinvolge il ruolo della grande distribuzione nei conflitti internazionali, ma anche i valori fondativi della cooperazione.
Boicottaggio prodotti israeliani, il passo indietro di Coop
Nel comunicato, Coop ha anche espresso preoccupazione per il conflitto in corso nella Striscia di Gaza e ha rivolto un appello alle istituzioni. «Rivolgiamo un appello urgente al Governo italiano affinché si adoperi per la riapertura dei corridoi umanitari verso Gaza», ha dichiarato Ernesto Dalle Rive, presidente di ANCC-Coop. La riapertura è definita «condizione indispensabile per avviare una raccolta massiva di aiuti», alla quale le cooperative si dichiarano pronte a contribuire in piena collaborazione con l’intera distribuzione moderna. La nota ricorda anche che Coop ha promosso, in passato, numerose campagne solidali a supporto di popolazioni colpite da emergenze internazionali, comprese quelle rivolte al popolo palestinese. Tuttavia, viene precisato che «tali iniziative non si sono mai tradotte in forme di boicottaggio commerciale».
Nel documento, Coop sottolinea anche la gravità del conflitto in corso. «Nessuno può rimanere insensibile di fronte alla recrudescenza della guerra a Gaza», si legge. L’organizzazione conferma il proprio sostegno al dialogo e alla diplomazia, condannando il blocco degli aiuti umanitari da parte del Governo israeliano, più volte denunciato anche da organizzazioni internazionali. In questo quadro, Coop riafferma la propria adesione a una logica di aiuto umanitario e collaborazione con associazioni no-profit e attori istituzionali, senza aderire ad azioni di natura politica o commerciale come il boicottaggio.
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