di Canio Trione
Il sistema delle piccole imprese italiane e specialmente quelle della grande regione meridionale che ci piace chiamare “Mediterranea”, ancora esiste e, lottando, prospera remando contro immense forze contrarie; esiste prospera nonostante non esista più un sistema di banche ad esse orientato, nonostante non esistano infrastrutture degne di questo nome, nonostante si paghino tasse come se quelle infrastrutture le avessimo, nonostante si paghi l’energia allo stesso prezzo che pagano gli altri,… le nostre imprese eroicamente continuano a nascere e a crescere e quindi possiamo dire che hanno una forza e una potenzialità ampiamente in grado di assorbire tutti i disoccupati italiani e di proiettare nel resto delle popolazioni rivierasche del Mediterraneo un grande benessere diffuso e di riprodurre altrove il modello di sviluppo autogeno che abbiamo noi.
Questo -che non esitiamo a definire con orgoglio un successo senza uguali delle nostre imprese e della nostra genialità, alacrità e abnegazione- è una componente ineguagliata della nostra identità che anche in economia riesce a primeggiare in tutto il mondo; e riesce a farlo tenendo testa alla concorrenza sleale non solo del resto d’Italia ma di tutto il mondo; concorrenza sleale che ha scatenato una guerra commerciale di tutti contro tutti che definire barbarica significherebbe insultare i barbari.
Le potenzialità di quelle nostre imprese non possono esprimersi compiutamente senza un sistema bancario specifico per loro e per questo territorio cioè ispirato da criteri completante diversi da quelli perfezionati per le imprese maggiori -ormai più simili a dei ministeri che a delle imprese- e a loro applicati.
-Serve una Banca Mediterranea che sappia finanziare lo sviluppo dell’intera regione Mediterranea e del suo export verso il resto del bacino mediterraneo. Funzione non assolta dalle banche nordiche o estere oggi operanti in Italia forse per disinteresse o forse per incapacità.
-Serve che tutte le piccole e micro banche locali possano contare sul risparmio che la nostra Terra tradizionalmente produce e che oggi finanzia -tramite banche solo apparentemente italiane- imprese di ogni parte d’Europa e del mondo.
-Serve che il risparmio meridionale rimanga qui; fermeremmo così l’esodo e lo spopolamento del nostro territorio e daremmo un futuro anche agli immigrati lavorativamente meno qualificati.
-Serve una nostra Banca capillarmente presente in ogni parte delle nostre regioni ormai rimaste prive di collegamenti creditizi con il resto del mondo per riprodurre il rapporto personale che era del Banco di Napoli e della Popolare di Bari e delle decine di banche volatilizzate negli ultimi decenni a tutto danno dei nostri risparmiatori.
-Serve una banca veramente “del Mezzogiorno” di proprietà di risparmiatori meridionali e non certo come quella che oggi si presenta come tale; perché è contro ogni logica e contro le più elementari norme in materia che sia detenuta da organi statali mentre i suoi legittimi proprietari -cioè gli azionisti della popolare di Bari- ancora attendono di essere reintegrati nella loro proprietà.
Una banca di proprietà dei risparmiatori meridionali, presente in tutto il territorio, alimentata con risparmio meridionale e più ampiamente mediterraneo, ispirata da criteri gestionali orientati allo sviluppo, è il punto di partenza e, al tempo stesso il simbolo della rinascita con le proprie forze e NON OSTILE A NESSUNO di tutta la grande regione Mediterranea.
Canio Trione
foto facebook
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