Sceso al 65% da quest’anno, il Superbonus dal 2026 non sarà più utilizzabile (a meno che non siano introdotte modifiche legislative).
“Centinaia di famiglie italiane che hanno creduto nello Stato e investito nel Superbonus 110% rischiano oggi di perdere tutto. Case, risparmi, serenità: ogni certezza viene cancellata da una burocrazia cieca e da un’interpretazione retroattiva che ha stravolto il diritto”, denuncia l’Associazione Esodati del Superbonus in un comunicato del 26 giugno 2025.
“A partire dal parere del MEF del 12 novembre 2024, formalizzato in Commissione Finanze, è stato infatti introdotto un criterio restrittivo, valido anche per il passato, che esclude dai SAL (Stati di Avanzamento Lavori) le forniture di materiali “a piè d’opera” – come infissi, caldaie, pannelli già consegnati e documentati in cantiere – vanificando scelte tecniche considerate pienamente legittime da professionisti, stampa specializzata e ordini di categoria.
Le conseguenze sono drammatiche: famiglie che si sono affidate in buona fede a norme, consulenti, direttori lavori e tecnici ora si vedono recapitate richieste di rimborso dall’Agenzia delle Entrate per lavori realmente realizzati. In molti casi, si parla di centinaia di migliaia di euro da restituire, con interessi e sanzioni sproporzionate.
Un caso simbolico ha già scosso l’Italia: quello di un committente di Milano, suicidatosi a febbraio 2025. Un gesto disperato, legato – secondo indiscrezioni – a difficoltà economiche originate proprio dalla morsa fiscale legata al problema dei materiali “a piè d’opera”.
Il clima è quello di una vera e propria emergenza sociale: cittadini trattati ingiustamente sanzionati per errori tecnici in buona fede basati sull’incertezza della norma e non per dolo; contribuenti che hanno già completato i lavori e si trovano ora schiacciati da un debito imprevisto; famiglie costrette a vendere la casa o ricorrere alla magistratura per salvare anni di sacrifici”.
Le richieste urgenti degli Esodati del Superbonus
Gli Esodati del Superbonus chiedono con forza al Governo, al Parlamento “di ascoltare il grido d’allarme di centinaia di famiglie ed imprese ad agire con urgenza:
1. Una moratoria immediata sui recuperi fiscali legati ai SAL contestati.
2. Una norma di regolarizzazione che riconosca la buona fede dei cittadini e la legittimità della prassi del piè d’opera, come già proposto da autorevoli Centri Studi e sostenuto anche da recenti sentenze della magistratura.
3. Tutela dei diritti acquisiti e salvaguardia della casa come bene primario.
“Questo dramma non è solo tecnico, ma umano, civile e istituzionale. Se non verrà affrontato ora, genererà una frattura irreversibile tra cittadini e Stato, minando la fiducia in ogni futuro incentivo pubblico.
Ci appelliamo alla coscienza delle istituzioni, alla stampa, ai cittadini e alle associazioni affinché questa battaglia non resti silenziosa. Difendiamo insieme la legalità, la giustizia e la dignità delle famiglie e delle imprese italiane”, conclude il comunicato dell’Associazione Esodati del Superbonus.
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