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Direttiva pacchetti, le reazioni delle imprese turistiche


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27 Giugno

08:22
2025



A poche ore dall’approvazione della direttiva pacchetti da parte della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) del Parlamento europeo, com’era prevedibile, non si sono fatte attendere le reazioni delle varie associazioni di categoria che da mesi stanno seguendo l’evolversi della vicenda con una azione di lobbying corale e certamente efficace, visti i risultati.

Sull’iter di revisione della direttiva pacchetti, il presidente di Astoi Confindustria Viaggi, Pier Ezhaya, ha dichiarato: «È stato come affrontare un percorso in salita con un’inutile zavorra da 100 kg sulle spalle. Siamo partiti da un testo che conteneva penalità gratuite per gli operatori e abbiamo lavorato alacremente per evitare danni che sarebbero stati infinitamente più seri senza il nostro intervento. Ciò che abbiamo chiesto, sin dall’inizio, era solo di poter raggiungere un equilibrio tra le esigenze delle aziende e quelle dei consumatori, con l’adozione di una normativa che non fosse irragionevolmente gravosa e che potesse essere in linea con le dinamiche ordinarie di mercato. Abbiamo evitato il peggio, ma il lavoro non è terminato. Seguiremo con attenzione gli ulteriori step dell’iter e affiancheremo il ministero nella fase del recepimento per cercare di limare i restanti aspetti potenzialmente dannosi«.

Il presidente di Fiavet Confcommercio, Giuseppe Ciminnisi, ha sottolineato come «il pressing delle associazioni portato risultati concreti, ma non completamente soddisfacenti. La limitazione dei pagamenti anticipati, previsti nel primo draft del relatore Alex Agius Saliba, è stata eliminata come previsione obbligatoria, lasciando agli Stati membri la facoltà di introdurla», cosa che l’Italia non ci si aspetta faccia.

Bene anche «i miglioramenti e le semplificazioni introdotte nelle definizioni della normativa, come l’esclusione della definizione di pacchetto costituito da più acquisti realizzato entro 3 ore, che offre maggiore certezza giuridica sia agli operatori che ai consumatori» e «l’eliminazione dei servizi turistici collegati, che semplifica la normativa». Ma secondo Fiavet, rimanendo invariate le norme introdotte per i pacchetti prenotati entro 24 ore (c.d. click through packages), ci si potrebbe comunque trovare di fronte alle stesse incertezze normative e quindi anche pratiche per gli operatori di settore».

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Ci sono però delle «ombre innegabili», secondo Ciminnisi: «La riscrittura del regime di recesso per le cause eccezionali e inevitabili è ancora troppo nebulosa; la mancata previsione di alcune ipotesi di rimborso tramite voucher obbligatori, anziché solamente a discrezione del viaggiatore, penalizza uno strumento alternativo al rimborso pecuniario che sarebbe stato utile alle imprese; l’introduzione di onerose procedure di gestione di reclami, che duplicano procedure già presenti nel nostro ordinamento, e la previsione di sanzioni sproporzionate. Preoccupa anche la riformulazione della garanzia per insolvenza e fallimento in relazione alla sostenibilità da parte dei Fondi. Ci ripromettiamo di lavorare con il governo in sede di recepimento della normativa, che avverrà entro 24 mesi, per migliorarla, ove possibile».

Di eguale tenore il commento di Domenico Pellegrino, pesidente di Aidit (Federturismo Confindustria) che in una nota esprime «soddisfazione per il nuovo testo approvato nel quale si riconosce la necessità di un equilibrio tra la tutela dei consumatori e la sostenibilità delle imprese turistiche. L’eliminazione dei vincoli rigidi sugli acconti, la flessibilità nella gestione dei voucher e la revisione del concetto di circostanze straordinarie sono risultati che derivano anche da un’intensa interlocuzione istituzionale, alla quale Aidit ha partecipato attivamente, a tutela dell’intera filiera. Ringraziamo il ministero del Turismo e gli eurodeputati italiani che hanno combattuto per modificare un testo originariamente molto sbilanciato».

Prudente, ma comunque positiva, la valutazione di Enrica Montanucci, presidente di Maavi, che osserva: «Il testo approvato è sicuramente più equilibrato di quelli redatti precedentemente e tutela in modo tangibile sia i consumatori che gli agenti di viaggi. Le parti più rilevanti riguardano la semplificazione e definizione di pacchetto turistico, la soppressione dei vincoli percentuali e temporali sugli acconti, che tornano a essere determinati liberamente dalle parti, l’introduzione nell’articolo 12 del termine oggettivo per individuare le circostanze straordinarie, mentre le segnalazioni delle autorità costituiscono ora un semplice elemento di valutazione e non più causa automatica di recesso. Resta poi facoltativo l’utilizzo dei voucher, cedibili una sola volta, e soprattutto i tempi certi per l’inoltro dei reclami, così come importante il termine dei 24 mesi per il recepimento della direttiva, per consentire alle imprese un adeguamento operativo».

Montanucci plaude, dunque, alle correzioni apportate alle parti che nel precedente testo rischiavano di mettere in crisi le imprese di viaggio, «come l’abolizione degli acconti e il non vincolo nelle conferme, le circostanze personali per l’annullamento». Ma avrebbe voluto di più: «Le modifiche fatte non sono ancora sufficienti. Quando ci sarà il trilogo per dibattere ancora, con tutte le parti in causa, gli aspetti da migliorare della direttiva, noi ci saremo. Come sempre».



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