Negli ultimi dieci anni, il banking ha seguito la traiettoria del digitale, diventando sempre più “as a service”: da infrastruttura statica a piattaforma integrata con altri ecosistemi. Oggi i servizi bancari sono ovunque: negli acquisti online, nei viaggi, persino tra i suggerimenti pubblicitari.
Ma questa presenza diffusa non basta più. Serve una nuova prossimità, fondata su fiducia, contesto e connessione. Immagina di prenotare un viaggio e ricevere, non solo l’offerta migliore, ma anche il suggerimento del metodo di pagamento più adatto, un’opzione di finanziamento sostenibile, e magari una proposta assicurativa calibrata sul tuo profilo.
Questo è il pervasiving banking: dove il servizio non è solo integrato, ma si adatta, interpreta e costruisce prossimità digitale.
Dalla banca fisica alla piattaforma, verso il pervasing banking
Negli ultimi vent’anni, la globalizzazione digitale ha trasformato radicalmente sia la nostra esperienza di accesso ai servizi, con le app mobili, che i modelli di integrazione in ecosistemi tramite paradigmi come Bank as a Service e Bank as a Platform.
WeChat, in Cina, ne è un esempio avanzato: un ecosistema che integra messaggi, pagamenti, servizi pubblici e acquisti in un’unica app. In questo contesto, la banca non è più un canale separato, ma una funzione distribuita e adattiva, incorporata nei gesti quotidiani dell’utente.
Eppure, applicare questo modello alla finanza richiede cautela. Suggerire un acquisto su un e-commerce è un’esperienza immediata. Proporre un finanziamento coinvolge fiducia, rischio e identità. Per Daniel Kahneman, questa è una decisione deliberata, non un impulso.
Il banking non può ridursi a infrastruttura o dispenser digitale. Da qui nasce una forma evoluta di banca pervasiva che costruisce prossimità digitale attraverso tre funzioni fondamentali:
- Promuovere la fiducia con riconoscimento dell’identità.
- Certificare il contesto adattando l’offerta in modo intelligente.
- Abilitare connessioni per generare nuovo valore.
Un nuovo modello che trasforma il touchpoint fisico in prossimità digitale relazionale.
Le banche come promotori di fiducia
Attori non bancari stanno già esplorando modelli relazionali fondati sull’identità e sull’esperienza contestuale. I wallet di Apple e Google raccolgono e custodiscono — anche in forma crittografata e tokenizzata — dati personali e finanziari.
Questi strumenti non puntano solo sulla customer experience: potenzialmente potrebbero analizzare dati, generati da gesti quotidiani dell’utente, per intercettare gli interessi personali.
Un altro esempio significativo è Venmo: piattaforma di pagamento tra amici che ha reso il trasferimento di denaro un gesto relazionale, simile a un poke su Facebook. Scrivere un’emoji e inviare denaro non è solo una transazione: è un’azione sociale.
Immaginiamo un ecosistema dove la presenza di individui sia autenticata da identità contenute in wallet (come l’EUDI wallet), potremmo costruire reti fiduciarie. In questo spazio, potrei richiedere un prestito ma anche ricevere una richiesta per diventare garante con un semplice gesto. La finanza diventerebbe una rete di prossimità, solo a condizione che il contesto venga interpretato in modo dinamico, intelligente e fiduciario.
Le banche come certificatori contestuali intelligenti
In questo scenario, la banca pervasiva è anche un certificatore.
Un caso emblematico è quello di Rabobank, istituto olandese fortemente radicato nel settore agritech. La banca ha sviluppato un sistema predittivo che, grazie a sensori IoT distribuiti nei campi agricoli, raccoglie dati sui raccolti in tempo reale. Queste informazioni vengono elaborate da algoritmi di intelligenza artificiale per individuare criticità potenziali, prevedere cali produttivi o anomalie climatiche, e aggiornare dinamicamente il profilo di rischio delle aziende agricole coinvolte.
In questo scenario, la pervasività si manifesta come un patto di prossimità intelligente: l’azienda si fida della rete che interpreta la sua realtà operativa.
La banca non si limita più a valutare ex ante, ma diventa un certificatore intelligente: capace di modulare condizioni, come il rischio, sulla base di segnali emergenti.
Per completare il quadro, la banca deve cambiare posizione: da fornitore di capitale a hub che abilita la connessione tra persone, aziende e mercati attraverso logiche automatizzate ancorate al contesto.
Le banche come abilitatori tra nuovi mercati
La logica della Intelligent Money, descritta da Chris Skinner, apre un’ulteriore frontiera: la programmabilità del valore. Non solo denaro, ma token – rappresentazioni digitali di valore, diritti o asset – che possono attivare automaticamente condizioni e scambi. A differenza di un token privato, l’euro digitale non includerà logiche programmabili native da parte degli utenti.
I token permettono di creare nuove connessioni tra soggetti, settori e mercati, abilitando scambi intelligenti, tracciabili, automatizzati. In questo intreccio tra AI e tokenizzazione, la banca diventa infrastruttura di attivazione di nuovi circuiti di valore.
Anche qui Rabobank offre un caso esemplare: una rete di scambio di crediti di carbonio tra agricoltori e aziende, tracciata su blockchain. La banca, attraverso la tokenizzazione del valore ESG, si trasforma da intermediario ad abilitatore di nuovi modelli di business.
Questa evoluzione prende forma all’incrocio tra quattro tecnologie:
- Identità digitale e wallet, che offrono la connessione relazionale e diventano il trustpoint.
- Intelligenza artificiale e tokenizzazione, motori che leggono il contesto, attivano regole e orchestrano valore.
È in questo punto di convergenza che nasce il modello della banca pervasiva: più interoperabile, vicina, connessa al valore reale.
La riconquista della prossimità digitale
Negli ultimi decenni, le banche e il concetto di valore sono evoluti. Con la digitalizzazione, la percezione di prossimità si è attenuata, soprattutto nelle generazioni più tradizionali. La fiducia si è spostata dagli sportelli alla rete. Ma la tecnologia offre ora l’opportunità di riconquistare questa prossimità, in modo nuovo.
Il platform banking ha spostato la fiducia: dagli sportelli fisici alla rete. Oggi ci fidiamo più di come funziona l’ecosistema che di chi conosciamo.
Pensiamo alla nostra quotidianità: apriamo un’app per confrontare i prezzi di un hotel, prenotiamo con un clic, saliamo su un taxi e paghiamo con la carta. Ogni servizio richiede un gesto diverso: una conferma, un’autorizzazione, un clic.
Immaginiamo qualcosa di diverso: prenoti un viaggio, soggiorni, torni a casa. Solo allora, senza clic, senza notifiche, il pagamento avviene. Non perché pre-autorizzato, ma perché il sistema ha costruito una prossimità attraverso la pervasività intelligente.
Tuttavia, questa trasformazione richiede nuove forme di governance e tutela, regolate da automatismi decentralizzati che preservino la sovranità dei dati e rendano le intelligenze artificiali controllabili.
È attraverso la combinazione di contesto e connessione che la banca pervasiva riconquista la prossimità. Non eroga servizi: li armonizza. Non appare: comprende e agisce.
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