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Come Francesco Di Ciommo guida le aziende nella transizione con Fdc Consulting Digital Esg


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27 giugno 2025

Fdc Consulting Digital Esg porta avanti una visione che coniuga sostenibilità e innovazione

Articolo tratto dal numero di giugno 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Innovazione e propensione al rischio sono le direttrici che hanno guidato nel tempo il percorso di Francesco Di Ciommo: prima manager, poi imprenditore, oggi protagonista di una nuova sfida nel mondo della consulenza d’impresa. Salernitano di nascita, laureato con lode in economia aziendale, ha fatto del cambiamento una costante della sua carriera. Nel 2023 ha fondato Fdc Consulting Digital Esg, portando avanti una visione che coniuga sostenibilità e innovazione. Forbes Italia lo ha incontrato.

Come è nata la sua storia imprenditoriale?

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La mia carriera è iniziata come manager internazionale, con circa dieci anni in Fca, nell’epoca di Sergio Marchionne, durante i quali ho ricoperto ruoli di responsabilità e lavorato a lungo all’estero. Spinto dalla voglia di sperimentare, ho poi scelto di mettermi in proprio, inizialmente rimanendo nel settore automotive, per poi approdare al risanamento di una storica concessionaria torinese, all’epoca in profonda crisi: ho completamente ripensato il modello di business e l’approccio si è rivelato vincente. L’esperienza negli Stati Uniti mi ha dato molto, soprattutto nel modo di concepire il retail. Le tre caratteristiche che mi contraddistinguono da sempre sono sperimentazione, propensione all’investimento e visione. Durante la pandemia, ad esempio, ho ottenuto risultati importanti insegnando al mercato come vendere auto online. Ho abbandonato la pubblicità tradizionale per puntare su performance marketing, analisi dei dati e customer experience digitale. Per me innovare significa saper cambiare con semplicità.

Il riferimento va al suo progetto dello Smart Lab?

Sì, anche. Mi riferisco in particolare all’idea di una concessionaria ‘to-go’ all’interno dei centri commerciali: un format innovativo che ha preso vita a Torino e che, grazie al suo successo, è stato esportato in numerose realtà internazionali, tra cui Shanghai, Bruxelles e Sydney. Un modello replicabile e apprezzato a livello globale, che ha saputo coniugare esperienza d’acquisto, innovazione e prossimità al cliente.

Dopo il successo nel mondo automotive, ha deciso di guardare oltre. Ci spiega?

Mi sono reso conto che l’integrazione di strategie innovative e, soprattutto, l’implementazione dei fattori esg nel modello di business di Authos avevano generato un impatto positivo su processi, redditività e reputazione. Da lì è nata una vera passione per questo ambito: ho approfondito gli scenari di riferimento ho studiato il quadro normativo in evoluzione e, infine, ho deciso di intraprendere una nuova sfida, avviando un percorso di consulenza strategica per le pmi italiane. Con Fdc Consulting Digital Esg aiutiamo le aziende a ripensare il proprio business e a costruire valore, cercando di coniugare etica e profitto. Accompagniamo i nostri clienti nei processi di trasformazione digitale, posizionamento strategico e transizione sostenibile.

Per esempio?

Oggi è determinante trasformare la cultura imprenditoriale: non basta più gestire, bisogna anticipare il cambiamento. Servono le persone giuste nei posti giusti, in ogni dipartimento, ma serve soprattutto una nuova mentalità: attenta al mercato, capace di leggerlo, ma anche di guidarlo. L’esg non è più un’opzione, né una sigla astratta: è un fattore chiave di sopravvivenza e sviluppo. Le imprese che non si allineeranno a questi principi rischieranno di restare escluse dai finanziamenti europei, di pagare di più l’accesso al credito e di perdere competitività. Per questo è urgente investire nelle competenze: formare nuove professionalità capaci di certificare la sostenibilità, ma soprattutto di accompagnare le aziende in un percorso reale di trasformazione, che generi valore economico, sociale e ambientale.

Lei fa cultura e formazione anche in ambito accademico. Ci racconta il progetto Master D-Esg?

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Abbiamo ideato, insieme all’Università di Torino, il master di II livello in D-esg e responsabile d’impatto, oggi alla sua seconda edizione. L’obiettivo è formare i manager della sostenibilità del futuro. Il progetto sta crescendo: siamo in fase di collaborazione con università in varie città italiane, tra cui Roma, Milano, Napoli, Firenze e, in una seconda fase, anche Salerno, Bari e Cosenza. Dal 2026 porteremo il format anche all’estero, con importanti atenei europei. Accanto alla formazione, promuoviamo anche iniziative divulgative nei territori, per diffondere cultura esg e rafforzare la reputazione sostenibile delle imprese.

Qual è il punto di partenza per accompagnare le aziende in questa trasformazione?

Tutto parte dalla misurazione dell’esg rating: è la prima fotografia oggettiva da cui iniziare. Lo facciamo in collaborazione con la startup Esg Impact, la cui metodologia è certificata dai principali framework normativi internazionali. La rendicontazione e la misurazione esg non sono solo obblighi, ma strumenti fondamentali per orientare scelte strategiche, migliorare i processi e comunicare in modo trasparente. Grazie all’utilizzo di questa piattaforma tecnologica, siamo in grado di valutare aziende appartenenti a tutti gli 88 settori merceologici previsti dal codice Ateco, offrendo un’analisi personalizzata e affidabile.

 

 



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