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TOSCANA ECONOMY – Comunità energetiche: il punto a Campi Bisenzio


Comunità energetiche: CNA Piana Fiorentina ha fatto il punto a Campi Bisenzio. Le PMI italiane pagano l’energia il 30% in più rispetto alla media UE. Per le energivore, però, il gap si riduce al 4%

Si è parlato di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) ieri all’Hidron di Campi Bisenzio, nell’incontro pubblico promosso da CNA Piana Fiorentina per fare il punto su uno strumento che consente di produrre, condividere e utilizzare energia da fonti rinnovabili in forma collettiva, con vantaggi concreti per i partecipanti e per il territorio.

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Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi gli aspetti normativi, fiscali, finanziari e tecnici legati alla costituzione di una CER, con particolare attenzione agli incentivi disponibili e ai possibili effetti sull’autonomia energetica locale. È stato inoltre presentato il caso della CER già attiva presso CNA Pontassieve: una comunità tra l’associazione e i suoi dipendenti, alimentata da un impianto fotovoltaico installato sul tetto della sede. Il surplus di energia, quando autoconsumato dai membri, genera un incentivo riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici, che CNA ha scelto di destinare ai lavoratori come welfare aziendale legato all’autoconsumo.

“Le Comunità Energetiche dimostrano che la transizione ecologica non è un obiettivo astratto, ma un percorso concreto e realizzabile, anche dalle piccole imprese. È una scelta che fa bene al territorio e alle persone. CNA è pronta ad affiancare chi vuole intraprendere questa strada” ha dichiarato Massimo Cerbai, presidente di CNA Piana Fiorentina.

Oggi quella di CNA è l’unica CER attiva nella Città Metropolitana di Firenze e una delle 14 presenti in Toscana, su un totale di 213 in Italia*.

Il quadro normativo si fa però sempre più favorevole: il Decreto CER (DM 414/2023) prevede contributi a fondo perduto fino al 40% dei costi di investimento per impianti realizzati nei comuni con meno di 5.000 abitanti. È attesa nei prossimi giorni la pubblicazione in Gazzetta del decreto, firmato il 16 maggio 2025, che innalzerà il limite a 50.000 abitanti, includendo praticamente tutti i comuni della Città Metropolitana di Firenze, ad eccezione del capoluogo.

Nel dibattito è emersa anche la crescente difficoltà per le piccole imprese a sostenere il peso della bolletta energetica. I dati dell’Osservatorio energia CNA confermano che le piccole imprese continuano a sopportare costi dell’energia notevolmente più alti rispetto alla media europea, mentre si allarga in modo preoccupante il divario con le imprese energivore.

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Tra il 2019 e il primo semestre dell’anno in corso il prezzo medio dell’energia elettrica in Italia supera del 28,3% la Francia, del 30,9% la Germania e del 53,6% la Spagna. Le conseguenze? Nel 2024, le PMI italiane con consumi fino a 20 MWh hanno pagato il 29,4% in più della media UE. Un differenziale che diminuisce all’aumentare dei consumi: le energivore pagano infatti l’energia solo il 4% in più della media UE. Più nel dettaglio, le piccole imprese italiane nel 2024 hanno pagato 435 euro per MWh, 99 euro in più della media europea, mentre per le energivore il prezzo medio è stato di 155 euro contro i 149 euro dell’UE.

Alla base di questo divario vi è la struttura della bolletta. Per le piccole imprese i costi energetici effettivi sfiorano il 60% del costo totale, mentre per le energivore superano il 77%. Oltre al consistente peso del fisco, su 11,2 miliardi l’anno di oneri generali di sistema, oltre la metà è finanziata proprio dalle PMI.

All’incontro di ieri, con Cerbai, hanno partecipato anche Andrea Tagliaferri, Sindaco di Campi Bisenzio, Rossella Borgioli, responsabile dell’Assistenza Fiscale CAF Imprese CNA e referente del progetto pilota sulle CER, Giovanni Bocchetti di Finart CNA, esperto in finanziamenti pubblici, regionali e nazionali, e Fabrizio Bassini e Luca Ciulli di Enegan.

CNA è a disposizione di tutte le imprese che vogliano intraprendere questo percorso, mettendo in campo strumenti, esperienze e supporto concreto.

* In base ai dati diffusi dal GSE e aggiornati a febbraio 2025 che indicano anche che in Toscana le CER sono localizzate nei comuni di Torrita di Siena, Siena, Monteriggioni, San Gimignano e Rapolano Terme (provincia di Siena), Peccioli, Santa Croce sull’Arno e Pisa (provincia di Pisa), Agliana e Pescia (provincia di Pistoia), Castel San Niccolò e Arezzo (provincia di Arezzo), e Portoferraio (provincia di Livorno). A livello nazionale, le regioni con il maggior numero di CER sono Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia e Veneto, che da sole rappresentano il 44% del totale.

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