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“Paesi Ue sostengano settore del riciclo”




Il comunicato stampa della Federazione europea dei gestori di rifiuti dopo la comunicazione di Bruxelles sul nuovo regime di sostegni: “Bene invito della Commissione a trattare come prioritari i progetti di incentivazione dell’economia circolare”


La Commissione europea ha presentato la nuova disciplina per gli aiuti di Stato. La comunicazione, inserita all’interno delle misure di supporto per il Clean Industrial Deal, chiarisce il perimetro delle misure incentivanti che i Paesi dell’Ue possono attivare per promuovere lo “sviluppo dell’energia pulita, della decarbonizzazione industriale e delle tecnologie pulite”.

Sul tema è intervenuta anche Fead, la Federazione europea dei gestori di rifiuti. “Contrariamente alle nostre richieste – si legge nel comunicato rilasciato dalla federazione – e di altri portatori di interesse, le misure per l’economia circolare non sono state incluse in questo nuovo quadro. Il Clean Industrial Deal (CISAF) afferma invece che le misure a supporto dell’economia circolare possono già essere concesse nel contesto dei quadri esistenti”. Vale a dire il regolamento generale di esenzione per categoria e le linee guida sugli aiuti di Stato per il clima, la protezione ambientale e l’energia adottate nel 2022.

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Inoltre – sottolinea il comunicato stampa rilasciato dall’associazione – proprio perché “la Commissione incoraggia gli Stati membri a fare pieno uso delle possibilità esistenti per raggiungere gli obiettivi comuni del CISAF”, nella comunicazione sugli aiuti di Stato si precisa che anche i progetti di incentivazione per l’economia circolare verranno in ogni caso considerati, e quindi valutati, come prioritari.

Fead, dunque, si unisce all’appello della Commissione agli Stati membri – lanciato nei giorni scorsi in occasione del Consiglio ambiente – a “utilizzare tutti gli strumenti disponibili per sostenere il settore della gestione dei rifiuti nell’Ue, non solo – aggiunge – sostenendo gli investimenti nelle capacità di riciclo europee, ma anche preservando le capacità esistenti che si trovano al limite del collasso”.

I materiali riciclati, ha infatti sottolineato Fead, rimangono più costosi di quelli vergini a causa dei bassi prezzi delle materie prime e della concorrenza sleale derivante dalle importazioni con standard ambientali inferiori, soprattutto nel mondo della plastica. Proprio per questo, l’invito della federazione agli Stati Ue è quello di “sostenere gli impianti esistenti attraverso sussidi temporanei all’esercizio fino a quando gli obiettivi Ue di contenuto riciclato entreranno in vigore e/o il mercato dei materiali riciclati diventerà un modello economico sostenibile”. Il tutto, però, intervenendo con celerità, per “salvare l’infrastruttura di riciclo attuale in Europa”, come sottolineato, nel corso del Consiglio europeo ambiente dalla commissaria Ue all’economia circolare Jessika Roswall.

Tornando alla nuova disciplina sugli aiuti di Stato, il giudizio delle imprese del waste management resta complessivamente negativo. “Gli attuali aiuti di Stato purtroppo non sono sufficienti – dice Paolo Campanella, segretario generale di FEAD – sebbene l’ambizione del Clean Industrial Deal sia rendere l’UE leader mondiale nell’economia circolare entro il 2030, l’industria del riciclo europea è sotto forte pressione economica per diversi motivi, tra cui gli elevati costi energetici”. Per questo, chiarisce il segretario generale, “riteniamo profondamente negativo che il CISAF limiti nuovamente le opzioni di riduzione temporanea del prezzo dell’elettricità solo alle industrie ad alta intensità energetica, come già previsto nelle CEEAG. Le industrie manifatturiere che beneficiano di tali agevolazioni energetiche possono ridurre i costi legati all’energia, mentre l’industria del riciclo, che produce materiali per la manifattura, ne è esclusa” conclude.





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