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La Spezia tiene il timone: l’economia locale tra resilienza e specializzazione


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Presentato nel pomeriggio di giovedì alla Spezia il rapporto annuale 2024 “L’economia della Liguria” realizzato dalla Banca d’Italia (consultabile integralmente QUI). Alla presenza delle istituzioni cittadine e militari, sono intervenuti Mario Gerini, presidente di Confindustria La Spezia, Raffaella Di Donato, direttrice della sede di Genova della Banca d’Italia, Davide Mazzola, vice presidente vicario della Camera di Commercio Riviere di Liguria, Davide Revelli e Valentino Bado della Divisione Analisi e Ricerca economica territoriale della sede di Genova della Banca d’Italia, Francesca Cozzani, past president di Confindustria La Spezia e consigliere superiore della Banca d’Italia, e Marco Casarino, segretario generale della Camera di Commercio Riviere di Liguria. Nel 2024 l’economia italiana ha registrato una crescita contenuta, e la Liguria si è allineata a questo andamento con un incremento del PIL pari allo 0,5%, lievemente al di sotto della media nazionale e in rallentamento rispetto all’anno precedente. Le prospettive restano caute, in un contesto segnato da instabilità geopolitica e commerciale. Il settore industriale ligure si mostra complessivamente stagnante: ore lavorate in leggero aumento, fatturato e investimenti stabili in termini reali. Tuttavia, il dato più critico è quello relativo all’export, che ha subito un calo netto di quasi il 25%. Questo è imputabile soprattutto alla flessione delle componenti più volatili, come navi e prodotti petroliferi, settori storicamente rilevanti per la regione. La provincia della Spezia riflette in parte questa tendenza: l’export totale è sceso del 9,8%, pur con una tenuta delle esportazioni di navi, ma con flessioni nei macchinari e nei metalli, mentre solo i prodotti alimentari hanno registrato un aumento.

Il comparto portuale regionale ha segnato una leggera ripresa nel 2024 (+0,8%), trainata principalmente dal traffico container, in particolare nel segmento transhipment. Tuttavia, il traffico passeggeri è calato sensibilmente, soprattutto per effetto della flessione del turismo crocieristico (-6,1%). Nella provincia della Spezia, si registra un andamento più negativo rispetto alla media regionale: i traffici portuali sono diminuiti dell’1,7%, anche se il traffico container è cresciuto significativamente (+8,7%), segno di una specializzazione e di una dinamicità del porto in questo segmento. Questo dato, in controtendenza rispetto al calo complessivo, evidenzia la resilienza logistica dello scalo spezzino e la sua capacità di mantenere competitività nei traffici globali. Nel settore terziario, la Liguria ha mostrato segnali misti: turismo in lieve crescita (+0,4%), ma limitata alla componente estera, mentre il numero di passeggeri è diminuito, con un impatto negativo sul comparto crocieristico. Nel territorio spezzino, il turismo ha segnato un calo dell’1,1%, soprattutto per la componente italiana. Inoltre, i passeggeri complessivi sono diminuiti dell’11,7%, rafforzando il quadro di difficoltà del comparto turistico-portuale. A livello regionale, le costruzioni hanno beneficiato ancora del PNRR e delle opere pubbliche, nonostante il ridimensionamento del superbonus. Le ore lavorate nelle Casse edili sono cresciute (+3,2%). Anche nella provincia della Spezia il settore ha mostrato una tendenza positiva, con un aumento contenuto delle ore lavorate (tra +0,8% e +1,9%), a testimonianza di un comparto ancora sostenuto dalla spesa pubblica. E che dire del mercato del lavoro: nel 2024 la Liguria ha mantenuto una occupazione stabile e visto calare il tasso di disoccupazione al 5,4%. Alla Spezia, invece, l’occupazione è cresciuta lievemente (+0,9%), ma accompagnata da un leggero aumento della disoccupazione (al 5,2%), probabilmente per l’ingresso di nuova forza lavoro nel mercato. Le condizioni economico-finanziarie delle imprese restano solide: in Liguria l’84% è in utile, la liquidità è elevata e la domanda di credito debole. Alla Spezia si rileva una performance leggermente migliore sul fronte del credito alle imprese (+0,8%) e della domanda di mutui residenziali (+0,2%), a differenza del dato regionale in calo.

Divisione Analisi e ricerca economica territoriale

E’ stato il padrone di casa Mario Gerini a introdurre i lavori: “I dati presentati vengono raccolti annualmente da Banca d’Italia e abbracciano vari aspetti della vita economica e sociale della Liguria”. Sono stati illustrati quelli relativi al mondo del credito, misurando quindi lo stato di salute del rapporto banca – impresa e anche quello tra sistema bancario e risparmiatori. “Nel rapporto si possono trovare dati fondamentali quali le erogazioni di prestiti, il costo, lo stato di salute degli impieghi bancari ma anche il versante della raccolta, ovvero della salute dei risparmi dei cittadini liguri”. Inoltre, accanto a questi aspetti fondamentali della dinamica bancaria troviamo ulteriori spunti di riflessione per capire dove potrebbe orientarsi questa regione nel medio e lungo termine. Da oggi, infatti, avremo a disposizione una fotografa anche delle dinamiche sociali della nostra Regione. “Questi dati possono aiutarci a capire quanto è evidente il fenomeno della riduzione della popolazione residente e della popolazione attiva e quanto è stata la produttività della forza lavoro nei vari comparti. Non dobbiamo trascurare i dati sugli investimenti effettuati grazie al Pnrr e quanto ancora possiamo spendere per le opere strategiche di cui questa Regione necessità – aggiunge Gerini -. Inoltre, grazie a questo documento disponiamo dei dati sullo stato di salute delle nostre amministrazioni ovvero sulla capacità di spesa per i servizi a favore dei cittadini e delle imprese”. Gerini si sofferma sul tema del credito che interessa particolarmente le nostre aziende: “Sappiamo che a livello nazionale, a partire dal secondo trimestre del 2024, i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono stati lievemente allentati, per la prima volta dal dicembre 2021. Vi hanno contribuito la maggiore tolleranza al rischio e i minori costi di provvista. Queste sono le note positive dal lato dell’offerta di credito favorita anche dalla riduzione dei tassi di interesse di riferimento. I termini e le condizioni generali su tali finanziamenti sono divenuti leggermente più favorevoli, principalmente attraverso una diminuzione dei tassi di interesse sui prestiti. Quindi le banche sembrano disposte a concedere più credito. Il problema è dal lato della domanda; a livello nazionale la domanda di credito da parte delle imprese, in calo da inizio 2023, è ulteriormente diminuita, continuando a riflettere il maggior ricorso all’autofinanziamento in ragione del costo altro del credito e il minore fabbisogno per la spesa in investimenti fissi. Ci sono ovviamente dei distinguo a livello settoriale ma la tendenza nazionale sembra essere questa”. E ancora: “Nella nostra città, dal nostro osservatorio, la tendenza ci appare inversa. Noi registriamo che le piccole e medie imprese hanno bisogno e domandano credito, o vorrebbero averlo maggiormente e ovviamente a buone condizioni. Lo chiedono le start up soprattutto quelle innovative, lo chiedono le aziende manifatturiere e anche l’edilizia, lo chiedono i settori trainanti locali come la difesa e la nautica. Dobbiamo quindi farci trovare pronti e approfittare di questo momento positivo per la nostra Provincia e, disporre dei dati di un osservatorio privilegiato come Banca d’Italia e della fotografia che oggi ci verrà presentata a livello regionale, rappresenta un solido punto di partenza per le nostre analisi per lavorare insieme cercando di dare concretezza ai segnali positivi che cogliamo dai numeri e dalle statistiche.

 

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E’ toccato poi a Valentina Bado della Divisione Analisi e Ricerca economica territoriale della sede di Genova della Banca d’Italia, proporre alla platea di imprenditori intervenuti alcune delle slide con le quali sono stati sintetizzati i principali dati economici liguri e spezzini in rapporto al sistema-Paese. Quel che si evince è che l’economia della Liguria mostra alcune peculiarità settoriali rilevanti nel panorama nazionale, con comparti strategici quali la cantieristica navale, il turismo e la portualità intercontinentale che evidenziano una forte vocazione all’internazionalizzazione e alla specializzazione territoriale. La cantieristica si conferma un pilastro dell’apparato manifatturiero regionale: al 2022 rappresentava il 17% del valore aggiunto e il 15% degli addetti del settore. Si tratta di valori nettamente superiori rispetto alla media nazionale, a conferma della tradizione marittima ligure e dell’elevata specializzazione settoriale. Tra il 2015 e il 2022 si è osservato un rafforzamento del comparto sia in termini di incidenza economica sia di produttività (valore aggiunto reale per addetto). Il settore si caratterizza inoltre per un elevato grado di apertura internazionale: il 74% del valore aggiunto e il 57% degli occupati dipendono da imprese multinazionali, e le esportazioni di navi e imbarcazioni hanno superato 1,9 miliardi di euro annui, pari a circa un quinto dell’export regionale, con oltre il 60% delle vendite destinate agli Stati Uniti. La provincia della Spezia si distingue nettamente anche rispetto alla media ligure: nel 2022 la cantieristica ha inciso per il 37,7% sul valore aggiunto e per il 28,6% sull’occupazione manifatturiera locale, più del doppio rispetto ai valori regionali. Questo dato conferma una fortissima concentrazione territoriale del comparto, con effetti significativi sulla struttura economica spezzina. Altro settore chiave non può che essere quello turistico che nel 2019 generava l’11% del valore aggiunto e il 20% dell’occupazione. Nell’ultimo decennio (2013-2023), le presenze turistiche sono cresciute del 22% a livello regionale, ma con un picco del +65% nella provincia della Spezia, che ha beneficiato in particolare della crescente attrattività delle Cinque Terre e di altre località costiere. Anche in questo caso, la componente estera ha trainato la crescita, con una spesa media giornaliera dei turisti internazionali pari a 172 euro nel biennio 2022-2023. Più dell’80% delle presenze si è concentrato in località marittime o marittimo-culturali, confermando l’importanza del turismo costiero, ma anche la necessità di gestire in modo sostenibile i flussi turistici. C’è poi l’inevitabile questione portuale vista la compresenza di tre scali importantissimi per l’Italia: nel 2024 ha movimentato oltre il 50% dei container transitati dai porti gateway italiani. La quota ligure sul valore dei traffici portuali extra-UE si mantiene stabile nel tempo (47% per l’export e 28% per l’import tra il 2010 e il 2022), con una forte proiezione verso mercati extraeuropei. Dal punto di vista merceologico, le slide riportano che l’export ligure verso gli Stati Uniti ha raggiunto quasi il 28% nel 2022, con particolare rilevanza dei macchinari e dei prodotti plastici e alimentari. Si tratta di merci coerenti con la struttura industriale della provincia spezzina, che ha una forte vocazione manifatturiera e cantieristica: è lecito dedurre che una quota non trascurabile di tali flussi possa passare proprio dal porto spezzino. Allo stesso modo, la provenienza dell’import dalla Cina (circa 40% del totale regionale, soprattutto prodotti elettronici) suggerisce un ruolo attivo della Spezia come porta d’ingresso di beni ad alto valore aggiunto.

Nel complesso, il 2024 ha segnato un anno di tenuta ma con segnali contrastanti. La Liguria continua a essere esposta alla volatilità dei mercati globali, in particolare nei settori a forte componente export. La provincia della Spezia si distingue per la resilienza del traffico container, pur in un quadro generale di difficoltà nei trasporti e nel turismo. L’economia spezzina beneficia ancora della cantieristica navale e delle infrastrutture portuali, ma dovrà affrontare le sfide poste dalla transizione logistica, energetica e turistica. Rispetto alla media nazionale, la regione mostra una maggiore apertura internazionale, ma anche una dipendenza da pochi comparti strategici, che richiedono politiche mirate per garantire resilienza e sostenibilità nel lungo periodo. “Il rapporto sull’economia ligure e nello specifico nella nostra Provincia presentato da Banca d’Italia nella sede di Confindustria alla Spezia, mette in luce una sostanziale tenuta dal punto di vista socioeconomico di tutti gli indicatori nei vari comparti produttivi e nel potere d’ acquisto delle persone e famiglie grazie ad una leggera crescita delle retribuzioni. Ovviamente questi dati ci permettono di individuare gli asset strategici che vanno incentivati con investimenti ,programmazione e celerità, in un contesto geopolitico internazionale complesso che può incidere sulle nostre esportazioni, sui costi energetici e sui traffici portuali che hanno bisogno di stabilità per garantire ed implementare l’occupazione”, ha commentato a margine, Antonio Carro, responsabile Cisl La Spezia.





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