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Pnrr, per i costruttori dell’Ance non siamo messi male


Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) la situazione non è tragica come sembra. A sostenerlo è Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), durante l’Assemblea 2025. In base ai dati ufficiali, a fine febbraio la spesa effettivamente sostenuta ammontava a poco più del 34% delle risorse a disposizione, circa due terzi dell’obiettivo fissato per il 2024. Tuttavia, il risultato è “probabilmente sottostimato a causa dei ritardi nel caricamento dei dati”, ha spiegato la presidente Brancaccio. “L’osservatorio Pnrr dell’Ance, infatti, basato sulle informazioni delle Casse edili, ci dice che il 60% dei cantieri è in corso o concluso”.

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Non per questo, però, mancano le difficoltà. In Italia, come nel resto del mondo, pesano la burocrazia e la carenza di programmazione. “Lo studio che il Cresme sta elaborando per noi ci permette di sfatare alcune leggende. Scopriamo che nessuna grande opera nel mondo viene realizzata nei tempi e nei costi previsti”, sottolinea Brancaccio. Nel dettaglio, i ritardi nel completamento delle opere riguardano il 92% dei progetti, mentre l’aumento dei costi l’85% dei casi. Per ogni anno aggiuntivo tra la decisione di costruire e la consegna dell’opera realizzata si registra mediamente un aumento dei costi del 4,6%.

Il Pnrr ha rappresentato una rivoluzione positiva in questo senso. Secondo i dati del Cresme presentati in anteprima durante l’assemblea, con la stagione delle riforme i tempi di affidamento di una gara in Italia sono più che dimezzati, da oltre 14 mesi a quattro mesi. Per i soli lavori finanziati dal Pnrr si è passati da quasi 17 mesi ad appena tre mesi. Tuttavia, secondo Brancaccio, “non possiamo fermarci al Pnrr come fosse l’ultima spiaggia. Dobbiamo andare oltre il dibattito sulla proroga del Piano e ragionare sugli obiettivi da raggiungere”. Tra questi, la presidente dell’Ance ha menzionato l’aumento dei posti letto per studenti nelle città universitarie, la manutenzione della rete idrica, la riqualificazione energetica e l’offerta di alloggi a prezzi accessibili per superare l’emergenza abitativa. “Ci vuole flessibilità di progettazione e utilizzo, altrimenti non saremo mai in grado di rispondere alle esigenze della società che cambia”, ha osservato la presidente.

I costruttori edili hanno quindi rivolto le loro richieste alle istituzioni. Sulla rigenerazione urbana, “dopo 76 tentativi falliti, non possiamo far passare altro tempo prima di approvare strumenti adatti alle esigenze di oggi”, ha evidenziato Brancaccio, ricordando che le leggi oggi in vigore risalgono agli anni ’40. “Pensiamo che almeno 15 miliardi” tra i 120 miliardi di euro mobilitati da fondi nazionali ed europei “debbano essere spesi per rispondere al disagio abitativo”, ha quindi proposto. Ancora più urgente è la questione dei pagamenti alle imprese. “Ci vogliono ancora cinque mesi contro i 30 giorni previsti. Sui ristori per il caro materiali stiamo aspettando quasi tre miliardi di euro per lavori realizzati dal 2022: c’è chi rischia di non vederli mai, come le 2.500 imprese impegnate nei cinquemila cantieri finanziati con il Fondo Opere Indifferibili”.

Un’altra priorità essenziale per il settore è la sicurezza sul lavoro, tema su cui l’associazione ritiene necessaria la formazione per tutti gli operatori. “L’introduzione della patente a crediti è un primo passo, ma dobbiamo arrivare presto a un vero sistema di qualificazione di tutte le imprese”, ha proseguito la presidente. Nell’ottica della prevenzione degli infortuni, Brancaccio ha fatto notare anche le potenzialità dell’intelligenza artificiale, la cui applicazione permetterebbe di monitorare in tempo reale le condizioni di lavoro, anticipando le situazioni di pericolo. Non mancano, poi, le richieste all’Unione europea. “Entro il 2050 l’Europa punta a raggiungere la neutralità climatica, ma a che prezzo? Serve una strategia industriale”.

A replicare alle istanze dei costruttori è stato il vicepresidente del Consiglio, ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini. “Grazie alla presidente Brancaccio per gli stimoli”, ha esordito, prima di snocciolare i dati sugli investimenti in corso nel nostro paese. Sul totale di 204 miliardi di euro investiti, la principale voce di spesa riguarda le ferrovie, con 125 miliardi per 1200 cantieri attivi tra 700 nuove opere e 500 interventi di manutenzione. “È chiaro che con il massimo storico cantieri aperti e treni circolanti, ogni giorno può esserci una difficoltà. Potrei ridurre i cantieri, ma non farei un buon servizio”, si è giustificato il ministro per i ritardi sulle linee. Grossa parte degli investimenti è poi destinata alle strade – 44 miliardi per oltre 1400 cantieri, anche se Salvini ha chiesto ad Anas di “ridurli al minimo nella stagione estiva per ridurre i disagi degli utenti della rete stradale” – e alla rete idrica (12 miliardi). Il ministro ha poi ricordato essere al lavoro in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026: a fronte di 3,9 miliardi di investimenti, l’indotto atteso è di 5,3 miliardi di euro.

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Nel merito delle richieste dell’Ance, Salvini ha assicurato di aver sbloccato 660 milioni per il caro materiali “dopo alcune peripezie burocratiche”. Come fatto con il Codice degli appalti, poi, “stiamo lavorando alla revisione del Testo unico dell’edilizia per semplificare la normativa”, ha aggiunto il ministro. Con lo stesso obiettivo, il leader della Lega ha ricordato che il suo partito ha presentato al Senato un disegno di legge per ridurre la discrezionalità delle soprintendenze. “Servono canoni precisi nell’intervento pubblico e nell’edilizia privata”, ha precisato. Novità, infine, sul Ponte sullo Stretto di Messina. Secondo il ministro, a mancare è soltanto l’approvazione del progetto definitivo da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipes). “Ho chiesto una verifica dei tempi e dovrebbe essere entro luglio di quest’anno”, ha promesso Salvini. Se ci saranno ritardi, però, ci consolerà il Cresme: nessuna grande opera viene realizzata nei tempi previsti.



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