Le imprese di servizio pubblico locale attive in Toscana sono chiamate a gestire i pilatri della transizione ecologica sui territori – acqua, energia, gestione rifiuti – e rappresentano già oggi il 3% del Pil regionale: si tratta di 160 aziende, con 4,5 miliardi di euro di fatturato annuo, 25.000 dipendenti e 750 milioni di investimenti all’anno.
A rappresentarle c’è il sindacato d’impresa Confservizi Cispel Toscana, che in seno alla XIX assemblea associativa ha rinnovato oggi la propria struttura dirigenziale confermando la fiducia al presidente uscente: a valle di un voto espresso all’unanimità, per il prossimo quadriennio sarà dunque Nicola Perini – già presidente dell’utility Publiacqua – a restare alla guida della Cispel Toscana, in continuità dal 2021.
Insieme al presidente è stato rinnovato, per i prossimi quattro anni, anche il Consiglio direttivo, ovvero l’organismo collegiale di direzione dell’Associazione, al cui interno sono stati eletti i più importanti presidenti e rappresentanti delle aziende associate.
Si tratta della squadra che guiderà Confservizi Cispel Toscana nei prossimi quattro anni, che saranno cruciali in tutti i settori in un confronto serrato e costruttivo con il Governo nazionale e la Regione Toscana: Marzia De Marzi (Edilizia Pubblica Pratese), Alessandro Fabbrini (Sei Toscana), Daniele Fortini (Retiambiente), Francesco Macrì (Estra), Simone Millozzi (Acque) Lorenzo Perra (Alia Multiutility), Carlo Polci (Nuove Acque), Andrea Porcaro D’Ambrosio (Farmacie Comunali di Pisa), Lorenzo Porzano (Cermec), Antonio Ludovico Principato (Copit), Alessia Scappini (Revet), Stefano Taddia (Asa). Il Collegio dei revisori dei conti risulta invece così composto: presidente Alessandro Nacci, membri effettivi Antonella Sacchetti e Enrico Terzani, membro supplente Alberto Cristofani.
Saranno altri quattro anni intensi, durante i quali andranno affrontati non solo le pur pressanti questioni di efficientamento e sviluppo dei servizi pubblici locali sotto il profilo industriale, ma anche «l’astensionismo crescente, la sfiducia verso le istituzioni rappresentative, il senso di distanza tra cittadini e decisori», definiti come «segnali che non possiamo sottovalutare» dal documento Orizzonte 2030 discusso oggi nell’assemblea Cispel.
«Ecco perché – argomenta il sindacato d’impresa – i servizi pubblici locali, oltre alla loro funzione economica e sociale hanno oggi una responsabilità in più: essere spazi di democrazia concreta. Presidi di prossimità dove le persone possono tornare a sentirsi parte, ascoltate, coinvolte. Dove la partecipazione è pratica quotidiana. In questo senso, i nostri servizi e le nostre aziende devono essere interpretati come veri strumenti di coesione sociale, generatori di democrazia quotidiana e presidi di pace sociale».
In una fase in cui la democrazia sembra perdere forza, i servizi pubblici locali hanno dunque la responsabilità di costruire un terreno fertile per una nuova cittadinanza attiva, inclusiva, consapevole. Perché solo restituendo significato e valore alla partecipazione possiamo contrastare l’erosione democratica e ricostruire fiducia nella gestione della cosa pubblica.
«Siamo convinti – concludono dalla Cispel – che i prossimi anni dovranno vedere questo vasto settore al centro delle politiche di sviluppo della Regione Toscana. Non è più rinviabile una riflessione strutturata e condivisa sul futuro dei servizi pubblici locali. In questo senso rilanciamo la proposta del presidente Giani di promuovere gli Stati generali dei servizi pubblici locali, come occasione concreta per riconoscere pienamente il valore strategico del comparto sia per l’economia regionale, che per affrontare in modo strutturale le sfide della crescita sostenibile, della riduzione delle disuguaglianze e del superamento dei divari territoriali e sociali. I servizi pubblici locali non sono soltanto infrastrutture economiche: sono leve fondamentali per la coesione, l’equità e l’effettività dei diritti dei cittadini. Accanto alle politiche sociali che la Regione Toscana ha promosso e che hanno consentito il mantenimento di un sistema di welfare rivolto a cittadini in stato di difficoltà, diventerà centrale investire nella crescita e nel rafforzamento delle imprese pubbliche toscane, questo significa investire in una Toscana più moderna, inclusiva e resiliente».
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