L’indagine evidenzia che per la maggior parte delle imprese italiane, la Spagna rappresenta non solo una destinazione attraente per investimenti, ma anche una piattaforma per accedere a mercati terzi. Il 71% delle aziende ritiene che il Paese iberico offra un accesso privilegiato a regioni come l’America Latina, il Portogallo e il Nord Africa. Inoltre, il 57% degli intervistati evidenzia il forte rapporto commerciale tra la casa madre italiana e il mercato spagnolo.
Per quanto riguarda il clima imprenditoriale in Spagna, il 78% delle aziende valuta positivamente il clima imprenditoriale. Su una scala da 1 a 5, alla Spagna viene attribuito un punteggio medio di 3,2, un decimo in più rispetto all’anno scorso, a sottolineare una certa stabilità dell’ecosistema imprenditoriale. Infatti, il 59% ritiene che il clima imprenditoriale in Spagna non sia cambiato (3 punti in più rispetto al 2024) e il 22% pensa che sia migliorato. Tale miglioramento può essere legato, ad esempio, a una riduzione del rischio politico.
All’interno della valutazione del clima imprenditoriale, la “qualità della vita” in Spagna è il fattore più apprezzato per il secondo anno consecutivo, con 4,2 punti su 5, davanti all’“integrazione degli espatriati” (3,9 punti). Al contrario, la “pressione fiscale” (2 punti) e il “sostegno pubblico alle R&S&I” (2,5 punti) sono considerati i fattori meno favorevoli.
Migliori previsioni
Guardando al 2025, le imprese italiane migliorano le loro previsioni di crescita in Spagna, nonostante il contesto geopolitico complesso. Il 71% delle aziende prevede di aumentare i propri investimenti in questo mercato nell’anno in corso, contro il 49,1% dell’anno precedente. Inoltre, l’80% degli intervistati (15 punti in più rispetto al 2024) prevede di incrementare il proprio fatturato e il 53% (10 punti in più rispetto al 2024) intende aumentare il personale. Solo il 2% delle imprese italiane prevede una riduzione dell’organico.
Quasi la metà delle aziende intervistate (46%) considera che il miglioramento delle prospettive d’investimento sia legato al fatto che Italia e Spagna condividono interessi comuni in ambito UE.
Tuttavia, il rapporto evidenzia il rischio per gli investimenti rappresentato dall’aumento delle tensioni geopolitiche. Il 50% degli intervistati considera questo il principale fattore di minaccia per i propri affari in Spagna.
Un’altra fonte di incertezza è rappresentata dai cambiamenti normativi in materia di lavoro. Il 41,4% delle imprese italiane identifica la regolamentazione del mercato del lavoro in Spagna come il fattore con il maggiore impatto potenziale. Le recenti riforme (come il rafforzamento dei contratti a tempo indeterminato e le modifiche nei modelli di subappalto), così come il dibattito sulla riduzione dell’orario lavorativo, incidono sulle politiche di assunzione delle imprese e influenzano la percezione del quadro normativo.
Ingegneria Civile, Commercio e Industria alimentare
Gli investimenti delle imprese italiane in Spagna sono rimasti solidi nonostante l’incertezza globale. I flussi di Investimento Diretto Estero (IDE) provenienti dall’Italia hanno raggiunto i 987 milioni di euro nel 2024, più del triplo rispetto all’anno precedente.
Per settori, l’Ingegneria Civile ha ricevuto 404 milioni di euro (41% del totale), un massimo storico. Seguono il Commercio all’ingrosso e l’intermediazione (esclusi i veicoli a motore) con 133 milioni (13,5%) e l’Industria alimentare con 84,5 milioni (8,5%).
Per regione, la Comunità di Madrid ha raccolto 637 milioni di euro (64,6% del totale), seguita dalla Catalogna (128 milioni) e dai Paesi Baschi (54 milioni).
Per quanto riguarda l’impatto occupazionale degli IDE italiani, si stima che abbiano contribuito a creare e mantenere oltre 107.400 posti di lavoro a tempo pieno in Spagna nel 2023 (ultimo dato disponibile). Di questi, circa 65.000 sono posti diretti, a cui si aggiungono altri 42.400 indiretti.
Il contributo delle aziende italiane al mercato del lavoro nazionale è aumentato del 2,9% rispetto al 2022, nonostante una riduzione (-10,7%) dello stock annuo di IDE italiano in Spagna (46.542 milioni di euro).
La Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna (CCIS)
La CCIS è un’associazione senza scopo di lucro composta da imprenditori e professionisti italiani e spagnoli. Fondata nel 1914 e riconosciuta dal Governo Italiano in base alla legge del 01/07/1970 n.518, ha sede a Madrid con delegazioni a Valencia e Siviglia, e rappresentanze territoriali a Burgos, Santa Cruz de Tenerife, La Coruña, Vigo e Oviedo.
Dopo oltre 110 anni di attività e con circa 300 aziende associate, la Camera svolge ancora oggi un ruolo fondamentale nelle relazioni commerciali ed economiche tra Italia e Spagna, offrendo un’ampia gamma di servizi promozionali, informativi, logistici, amministrativi e formativi.
Fa parte di Assocamerestero, l’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, che comprende 86 Camere in 63 Paesi, con oltre 20.000 imprese associate.
Maggiori informazioni
La seconda edizione del Barometro sarà disponibile gratuitamente dal 25 giugno sul sito: www.italcamara-es.com
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link